- La recente missione del ministro Luigi Di Maio insieme all’ad Eni Claudio Descalzi per cercare di sostituire parte del metano che importiamo dalla Russia rischia di non portare benefici a breve scadenza.
- Il gasdotto che collega l’Algeria all’Italia con approdo a Mazara del Vallo (Sicilia) può trasportare fino a 33 miliardi di metri cubi all’anno, il che lascerebbe spazio per oltre 12 miliardi di metri cubi, ma i tempi tecnici in cui il gas algerino sarà disponibile non sono immediati.
- Non a caso il ministro Di Maio pur vantando il via libera degli algerini fino a stamattina a Mattino Cinque ha ribadito: «C'è una grande disponibilità dell'Algeria a sostenerci sia nel medio che nel lungo periodo».
Mentre i rapporti con la Russia si incrinano e l’Italia cerca gas da altre paesi, la recente missione per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento rischia di non portare benefici a breve scadenza. L’Algeria nonostante sia disponibile a offrirci più metano non ha disponibilità: lo deve estrarre aumentando la produzione di metano nazionale e i tempi tecnici al momento non sono prevedibili.
La visita di lunedì del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e dell’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi in Algeria a quanto risulta a Domani, infatti, non si è incentrata sulle esportazioni, ma sull’aumento di produzione di metano del paese con l’intento di incrementare il contributo per i consumi italiani.
L’Algeria, riporta S&P Global, ha inviato nel 2021 circa 34 miliardi di metri cubi di metano in Europa tra gasdotti e gas naturale liquefatto via nave, in Italia 21 miliardi attraverso il gasdotto Transmed, più un altra piccola quantità di Gnl. Il gasdotto che collega l’Algeria all’Italia con approdo a Mazara del Vallo (Sicilia) può trasportare fino a 33 miliardi di metri cubi all’anno, il che lascerebbe spazio per oltre 12 miliardi di metri cubi.
Il paese attualmente ha tutta la capacità di esportazione contrattualizzata, senza contare che deve rispondere ai consumi interni in costante crescita. Tuttavia Algeri conta di riuscire a incrementare la produzione. Eni è presente nel paese sin dagli anni ‘80, e ancora oggi porta avanti attività di esplorazione e produzione insieme alla compagnia di stato algerina Sonatrach.
Descalzi è andato in missione insieme al ministero degli esteri Di Maio proprio per capire quanto e come è possibile accelerare sulla produzione.
L’inverno
«Con l'Algeria avremo una partnership energetica più forte che ci permetterà di compensare gli effetti sulle bollette delle sanzioni alla Russia e della guerra» ha detto il ministro degli Esteri Di Maio fino a questa mattina intervistato a Mattino Cinque.
Non è escluso che l’Algeria, che si è premurata di organizzare l’incontro con l’Italia, possa trovare comunque piccole quantità di gas nell’immediato, ma la previsione riguarda soprattutto l’inverno e il lungo periodo.
Non a caso il ministro Di Maio pur vantando il via libera degli algerini fino a stamattina a Mattino Cinque ha ribadito: «C'è una grande disponibilità dell'Algeria a sostenerci sia nel medio che nel lungo periodo».
Nel breve, come ha detto invece il presidente del consiglio Mario Draghi, se il metano della Russia venisse meno potrebbe essere un problema. Per il momento però Gazprom, la compagnia di stato russa, non è finita nel mirino delle sanzioni, che non hanno colpito con durezza il settore gas.
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