- Lo stipendio base del manager della società automobilistica è di due milioni di euro. Poi ci sono una serie di incentivi che possono fare lievitare la retribuzione.
- Tra questi c’è il cosiddetto one time transformation incentive, cioè un incentivo una tantum legato all’obiettivo di Stellantis di trasformarsi «in un’azienda globale di mobilità, con enfasi sull’elettrificazione dei veicoli e sul software».
- Se li dovesse centrare tutti il ceo di Stellantis può arrivare a incassare oltre 220 milioni di euro. Una retribuzione allineata più con le politiche delle case automobilistiche di Detroit che quelle europee.
Stellantis ha garantito all’amministratore delegato Carlos Tavares un pacchetto di compensi in contanti e azioni che potrebbe arrivare a oltre 220 milioni di euro in 5 anni, ovvero circa 44 milioni di euro l’anno. Un compenso che sarebbe largamente superiore a quelli di tutti i manager europei dell’auto.
Come si arriva a questa cifra?
Domani ha conteggiato i cinque elementi differenti che, secondo l’Annual report 2021 di Stellantis, costituiscono la remunerazione di Tavares: un salario base di 2 milioni di euro l’anno, un incentivo annuale fino a 8 milioni di euro (nel 2021 è stato di 7,5 milioni), un incentivo «di lungo periodo» triennale, che per il 2021-2023 prevede un premio massimo di circa 24 milioni. Tale incentivo si ripeterà per i periodi 2022-2024 e 2023-2025. Un “one time transformation incentive”, cioè un incentivo una tantum legato all’obiettivo di Stellantis di trasformarsi «in un’azienda globale di mobilità, con enfasi sull’elettrificazione dei veicoli e sul software».
Al raggiungimento di sette obiettivi specifici, scatta un compenso fino a 50 milioni di euro cash. Un ultimo incentivo legato all’aumento di valore delle azioni Stellantis: se il valore di Borsa crescerà entro fine 2025 almeno dell’80 per cento, Tavares riceverà un milione di azioni; se salirà del 100 per cento di milioni ne riceverà due, per un controvalore teorico di almeno 48 milioni di euro.
Gli incentivi annuale e triennale (secondo e terzo) sono legati a obiettivi che comprendono elementi di natura sia industriale, come la riduzione delle emissioni di CO2 o la qualità dei veicoli, che finanziaria, come il cash flow industriale o i risparmi ottenuti con la fusione tra Fca e Psa. Gli obiettivi che Tavares dovrà raggiungere per il punto 4 non sono specificati.
Se Tavares centrasse tutti gli obiettivi dei vari piani nella misura massima, riceverebbe oltre 220 milioni di euro, una parte in denaro, il resto in azioni (da tenere, in parte, in portafoglio per almeno due anni). Se invece il manager non dovesse raggiungerne nessuno, il sui compenso minimo sarebbe il salario base di 2 milioni annui, cui si aggiungono benefit come l’aereo aziendale o il contributo al piano pensione (circa 2,4 milioni di euro per il 2021). Contattato da Domani, un portavoce di Stellantis si è limitato a rinviare alla lettura del rapporto annuale, senza aggiungere commenti.
Nel 2021 Tavares ha guadagnato 19 milioni di euro (fondo pensione compreso). I risultati record del gruppo nel primo anno di vita – 13,4 miliardi di euro di utili nonostante il calo delle vendite – hanno permesso al manager di incassare quasi il massimo del bonus annuale; sempre per il 2021, Stellantis ha distribuito all’insieme dei dipendenti bonus per 1,9 miliardi di euro, 770 milioni di euro in più rispetto all’importo cumulativo ridistribuito nel 2020 da FCA e PSA.
Il compenso 2021 è più che doppio rispetto ai 7,6 milioni di euro che Tavares aveva ricevuto come numero uno di Peugeot SA nel 2019; il suo compenso 2020 non è stato reso noto in quanto Psa, una volta fusa in Stellantis, non ha pubblicato il report annuale per quell’anno.
Con 19 milioni di euro Tavares è già ora il manager europeo più pagato del settore auto. Nel 2020 Herbert Diess, numero uno della Volkswagen, ha guadagnato poco meno di 8 milioni di euro; Oliver Zipse di Bmw e Ola Kallenius di Mercedes-Benz fra i 5 e i 6 milioni.
Stipendi all’americana
I compensi di Tavares sono allineati a quelli dei top manager delle aziende di Detroit, storicamente più generose, che non a quelli europei. Mary Barra, numero uno di General Motors, aveva incassato per esempio 21,6 milioni di dollari nel 2020. Luca De Meo, il manager italiano dal luglio 2020 al vertice della Renault, ha guadagnato nel secondo semestre 2020 2,5 milioni di euro, equivalenti a 5 milioni annui. Renault ha lo stato francese come maggiore azionista (15 per cento delle azioni).
Anche Stellantis vede una partecipazione di Parigi al capitale, poco più del 6 per cento. Sarà interessante osservare le reazioni in Francia a un compenso superiore a quelli usuali in Europa.
Nel 2016 il governo votò contro i compensi dell'allora ceo di Renault, Carlos Ghosn. A quel tempo il ministro dell'Economia era l’attuale presidente, Emmanuel Macron. Il consiglio di amministrazione della Renault ignorò il voto (consultivo) degli azionisti, e allora il governo Parigi approvò in pochi mesi una nuova regola che rende tali voti vincolanti. La legge non è però più rilevante, in quanto Stellantis è una società olandese.
La frugalità predicata da Tavares, che proprio in questo periodo è impegnato in un durissimo negoziato con i fornitori, non si applica ai top manager del gruppo. La spesa complessiva a bilancio per i soli compensi in azioni nel 2021 è stata di 201 milioni di euro.
Nel 2021 John Elkann ha incassato da Stellantis 7,9 milioni di euro per il ruolo di presidente esecutivo: 1,6 di salario base e 6,3 di incentivi di lungo periodo; l’anno prima Elkann aveva ricevuto 2,4 miliardi da Fca. Il direttore finanziario di Stellantis, Richard Palmer, ha ottenuto 14,7 milioni, in parte come compenso per non essere stato incluso nel board di Stellantis e aver quindi perso gli incentivi da consigliere.
Il manager più pagato da Stellantis nel 2021 è stato ancora una volta Sergio Marchionne: Stellantis ha infatti pagato agli eredi di Marchionne l’ultima rata dei compensi dovuti all’ex manager FCA, compresi tfr e piani di incentivazione a vantaggio degli eredi stessi dopo la sua morte. Fanno 26 milioni di euro che portano i compensi ricevuti da Marchionne a oltre 600 milioni di euro in 15 anni, ovvero circa 40 milioni l’anno.
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