Non Siena, ma Francoforte. Descritto a lungo come promesso sposo e salvatore del Monte dei Paschi, con cui a lungo trattò una fusione tre anni fa, Unicredit punta invece verso Nord, verso la Germania e questa mattina, prima dell’apertura delle Borse europee, ha annunciato l’acquisizione di una quota del 9 per cento del colosso bancario tedesco Commerzbank, secondo istituto del paese dopo Deutsche Bank.

Descritta come una mossa a sorpresa, l’operazione decisa dal ceo Andrea Orcel non arriva del tutto inattesa. Da tempo l’istituto italiano era indicato come una dei possibili acquirenti del pacchetto di titoli messo in vendita dal governo di Berlino. In realtà Unicredit ha fatto di più: dopo aver comprato il 4,5 per cento ceduto dall’azionista pubblico, ha rastrellato anche titoli sul mercato raddoppiando la partecipazione. Con questa vendita il Financial Market Stabilisation Fund (Fms) a controllo statale riduce la sua quota al 12 per cento e resta comunque il primo azionista seguito dal nuovo socio italiano con il suo 9 per cento, un pacchetto che però potrebbe aumentare ancora visto che Unicredit, in una nota, ha comunicato che “presenterà alle autorità competenti, se e quando necessario, le istanze autorizzative per poter eventualmente superare la soglia di partecipazione del 9,9 per cento”.

La quota ceduta dal governo è passata di mano a 13,2 euro per azione, ma già nei primi minuti dopo l’apertura della Borsa di Francoforte il titolo della banca tedesca è partito al rialzo del 13 per cento toccando i 14,6 euro. La capitalizzazione di mercato di Commerzbank ha così raggiunto sui 17,3 miliardi di euro e il valore del pacchetto in portafoglio a Unicredit (ora in rialzo del 2,5 per cento) si aggira quindi intorno agli 1,7 miliardi.

Per la banca guidata da Orcel, reduce da due esercizi da record, non ci sono comunque problemi di soldi. Sul piano strategico la nuova acquisizione conferma il legame fortissimo del’istituto milanese con la Germania, dove già controlla un altro grande istituto come Hypovereinsbank.

Commerzbank è invece reduce da una lunga e complessa ristrutturazione dopo che nel 2009 la banca è stata salvata con il denaro pubblico nel pieno della crisi finanziaria globale. Negli ultimi anni la cura da cavallo impostata dal ceo Manfred Knof ha consentito all’istituto di distribuire di nuovo il dividendo ai soci nel 2022, ma ha comportato il taglio di un terzo dei posti di lavoro e di metà degli sportelli in Germania. Proprio ieri Knoff, in carica dal 2021, ha annunciato che lascerà l’incarico il prossimo anno e allo stesso tempo l’azionista pubblico ha reso noto che avrebbe ridotto al 12 per cento la sua partecipazione. Nel giro di poche ore è arrivato l’annuncio di Unicredit di un’acquisizione che potrebbe solo il primo passo di un a scalata vera e propria.

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