Per il sindacalista di Sudd Cobas Luca Toscano, preso a sprangate da cinque uomini, non si tratta di un caso isolato: «Gli episodi di violenza sui lavoratori sono la normalità qui. Tutto il sistema moda si regge sulla paura ma è ora di rompere il silenzio con la solidarietà»
«Sono arrivate cinque persone armate di spranghe e hanno iniziato subito a picchiarci. L’abbiamo visti soltanto all’ultimo, quando erano a meno di due metri da noi, perché la via in cui si trova l’azienda Confezione Lin Weidong è molto buia. All’interno di un condomino industriale. Abbiamo provato a difenderci ma sono riusciti a colpirci. Su tutto il corpo, anche in testa. Anche mentre io e un altro lavoratore eravamo a terra», racconta il sindacalista di Sudd Cobas Luca Toscano.
Aggredito, appunto, insieme a altri tre lavoratori, nella notte tra l’8 e il 9 ottobre mentre portava avanti il turno di guardia al picchetto che va avanti da domenica scorsa, l’8x5 strike day, di fronte alla microimpresa Confezione Lin Weidong a Seano (Prato) per chiedere contratti di lavoro regolari per gli operai, abituati da mesi, a turni di 12 ore al giorno, 7 giorni alla settimana.
«Il fatto che lo sciopero sia iniziato di domenica non è un caso», aveva spiegato, infatti, il sindacalista a Domani: «Le aziende dovrebbero essere chiuse e invece lavorano tutte». Dalle cinque microimprese che il 6 ottobre avevano avviato i picchetti, l’8x5 strike day è riuscito a portare benefici per quattro di queste: a Stireria Sofia lo scioperò è durante soltanto domenica visto che i lavoratori, già con un contratto regolare, si battevano per avere anche gli straordinari pagati. Alla fabbrica Zipper e alla Stireria Tang gli operai hanno firmato un accordo di lavoro che permette loro di lavorare otto ore al giorno per cinque giorni alla settimana. All’azienda 3Desy sono iniziate le trattative per la regolarizzazione degli operai.
Mancava soltanto la pelletteria Lin Weidong. «Dove il picchetto, infatti, continua. Nonostante l’aggressione e il tentativo di spaventare i lavoratori. Perché è proprio sulla paura che si regge il sistema di sfruttamento del settore della moda, della pelletteria, del pronto moda, in generale del distretto tessile pratese», denuncia ancora Toscano. Convito che l’aggressione non sia stata un evento isolato o casuale.
Per il sindacalista, finito in ospedale dopo i colpi di spranga, i cinque uomini italiani che hanno aggredito i lavoratori in sciopero erano parte del sistema: «Assoldati dall’azienda per incutere terrore. E infatti non è la prima volta che succede. Negli ultimi 6 anni violenze di questo tipo sono diventate quasi la normalità qui. Ma purtroppo non ci sono né statistiche a testimoniarlo, né tentativi di prevenirle in atto», chiarisce il rappresentante di Sudd Cobas Prato Firenze, prima di fare una stima solo degli episodi in cui ci sono stati dei feriti: «Due operai dell’azienda Ds nel 2018. Otto alla fabbrica Gruccia Creation, nel 2019, tre alla Texprint nel 2021, cinque all’impresa Dreamland sempre nel 2021, sei operai dell’azienda Acca nel 2023, prima dei quattro presi a sprangate alla pelletteria Confezioni Lin pochi giorni fa 2024».
Come racconta Toscano la maggior parte delle aggressioni sono avvenute durante i picchetti. Alcune, però, anche mentre i lavoratori rientravano a casa alla fine del turno di lavoro di notte.
«Ma questi sono solo alcuni episodi di violenza. In realtà sono molti di più. Ecco perché nella notte tra martedì e mercoledì, verso le 2, abbiamo deciso di far partire subito un corteo tra le strade di Seano, frazione del comune di Carmignano: “Sveglia Prato”. Per muovere le coscienze dei cittadini che non possono chiudere gli occhi di fronte a quello che succede. Ai lavoratori rimasti in picchetto davanti alla fabbrica Lin si sono uniti anche quelli delle aziende vicine che stavano facendo il turno di notte, appena hanno saputo quello che è successo sono scesi in piazza con noi, eravamo una cinquantina», conclude il sindacalista, ricordando che domenica 13 ottobre è stata indetta un’altra manifestazione, a una settimana dall’inizio dell’8x5 Strike day, aperta a tutta la cittadinanza: «Per rompere il silenzio con la solidarietà, per accendere i riflettori sulle zone d’ombra, per difendere insieme il diritto di lottare per lavorare 40 ore alla settimana e non più 84».
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