Intervistato da Radio 24, il ministro dello Sport Andrea Abodi ha commentato il ritorno in Italia del calciatore Jakub Jankto, nuovo acquisto del Cagliari. Poi la correzione: «Non mi riferivo all’omosessualità». Insorgono Pd, +Europa e Italia viva
«Se devo essere sincero non amo le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate per quelle che sono. Io mi fermo qui». Il ministro dello Sport e dei giovani, Andrea Abodi, ha commentato così il ritorno in Italia del calciatore di serie A Jakub Jankto, chiamato dal ct del Cagliari Claudio Ranieri.
Intervenuto lunedì a 24 Mattino, su Radio 24, Abodi ha detto la sua sul centrocampista ceco che lo scorso febbraio ha fatto coming out, dichiarando pubblicamente di essere omosessuale.
Jankto, che in passato ha giocato nell’Udinese e nella Sampdoria, è il primo giocatore professionista dichiaratamente gay ad alti livelli. «La società probabilmente qualche passo in avanti può farlo. Per quanto mi riguarda lui è anzitutto una persona e poi un atleta», ha aggiunto il ministro.
La precisazione
Qualche ora dopo sono arrivate critiche e polemiche, e lo stesso Abodi ha precisato la sua posizione sul proprio profilo Twitter. Replicando a un articolo di Sportface che riportava la sua intervista, il ministro ha spiegato che il termine “ostentazione” era riferito ai cortei del Gay Pride che a giugno hanno animato le città italiane, non al caso del calciatore ceco.
«Ad esser corretti ho risposto dicendo: per me esistono le persone. Ho parlato di rispetto per le scelte e, aggiungo con convinzione e per correttezza, per la natura umana. Rispetto è un valore non equivocabile, da garantire. Poi, posso non condividere alcune espressioni del Pride?», ha scritto il ministro. Sotto il suo tweet sono però comparse decine di commenti negativi, soprattutto per il passaggio in cui Abodi definisce l’omosessualità “una scelta”.
Il coming out
Lo scorso febbraio Jankto, dopo aver parlato con i compagni dello Sparta Praga, aveva pubblicato un video sui social in cui aveva dichiarato pubblicamente la propria omosessualità: «Sono gay e non voglio più nascondermi. Voglio vivere la mia vita con libertà, senza paura, pregiudizi, violenza, ma con amore», aveva detto Jankto.
La sua uscita aveva ottenuto il supporto del mondo del calcio, un ambiente chiuso e a tratti omofobo (non si contano negli anni i cori dei tifosi e le uscite infelici da parte di allenatori). Tra i gesti di solidarietà nei suoi confronti anche una bandiera arcobaleno e un cuore sui profili social della Fifa, che pure ai Mondiali in Qatar – lo scorso novembre – aveva scoraggiato simili “ostentazioni”.
Le reazioni
Critiche al ministro Abodi sono arrivate dai partiti dell’opposizione. Tra le prime a esprimersi Pina Picierno (Pd): «È l’ennesimo segnale che rivela la cultura politica omofoba e retrograda di questo governo, il cui posizionamento in termini di diritti sembra voler cancellare anni di conquiste e di progresso», ha scritto la vicepresidente del Parlamento europeo.
«Ripetiamo ancora una volta: l’orientamento sessuale non è una scelta, come non si sceglie l’etnia o qualsiasi altra condizione personale. Quindi nessuna ostentazione e nessuna scelta. Che fatica con questi», ha detto Alessandro Zan, deputato e responsabile Diritti della segreteria nazionale del Pd.
Sulla stessa linea i commenti di Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera, Riccardo Magi di +Europa e Ivan Scalfarotto (Italia viva): «Scelte, ostentazioni, eccessi del Pride, cose che un ministro di un altro paese avanzato non si sognerebbe nemmeno di pensare, figurarsi dichiararle alla stampa, Ma perché in Italia si deve fare così tanta fatica?».
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