Il 12 agosto del 2024 Vito Montanaro, direttore del dipartimento di promozione della salute e del benessere animale della regione Puglia, ha inviato una nota alla Asl di Brindisi e, per conoscenza, alla procura della Repubblica della stessa città pugliese in cui chiede di definire con estrema urgenza, entro il giorno seguente, un piano di intervento che consenta la gestione diretta dell’assistenza sanitaria presso il presidio ospedaliero riabilitativo di Ceglie Messapica, articolazione dell’ospedale Perrino di Brindisi, al fine di non compromettere la sicurezza dei pazienti.

Nel Centro di riabilitazione per neuromotulesi di Ceglie Messapica c’erano 60 pazienti. È gestito dalla Fondazione San Raffaele, del ras della sanità privata, editore di riferimento della destra di governo e parlamentare della Lega Antonio Angelucci. Nel centro di Angelucci «le misure adottate dalla Fondazione non consentono nell’immediato di garantire la continuità assistenziale, in sicurezza, dei pazienti ad oggi ricoverati», è scritto nella nota.

Secondo Montanaro, c’è bisogno di un piano che dovrà consentire: «di acquisire, con procedura d’urgenza, il personale necessario per superare le criticità emerse e a garantire l’assistenza sanitaria, anche facendo ricorso a graduatorie vigenti (ad esempio fisioterapisti) nonché a personale dipendente della Asl». In alternativa, per il dirigente, «si dovranno ricollocare i pazienti presso altre strutture precedentemente individuate».

Inoltre, l’autorità sanitaria regionale chiede di conoscere le ragioni dell’autorizzazione di nuovi ricoveri tra il 9 e il 10 agosto di persone che hanno bisogno di prestazioni ad alta intensità assistenziale e che necessitano di sorveglianza ventiquattro ore su ventiquattro, di pazienti, cioè, con una grave cerebrolesione acquisita.

Il Centro regionale di riabilitazione pubblica ospedaliera di Ceglie Messapica è da qualche mese al centro di un acceso caso politico, da quando la giunta regionale presieduta da Michele Emiliano ha varato la Legge n. 21 di riordino del comparto sanitario, e il suo primo firmatario, il consigliere Fabiano Amati di Azione, ha scoperto di «trovarsi di fronte ad una illegittima sperimentazione gestionale, durata 24 anni e che è ancora in corso, mai autorizzata nelle forme rituali e in violazione delle leggi che prevedono tale strumento compreso il procedimento per attivarlo», è questo il duro attacco di Amati, che ha portato la questione a conoscenza della procura di Brindisi attraverso un esposto.

«Ispezione ministeriale»

Il fascicolo è stato aperto contro ignoti, ma secondo il consigliere «la situazione attuale del centro di riabilitazione intensiva di Ceglie Messapica gestito dalla Fondazione San Raffaele fa dispetto alle leggi statali, in particolare quelle di finanza pubblica e di gestione accurata del servizio sanitario pubblico, e si atteggia contro il nostro comune “datore di lavoro”, la pubblica amministrazione».

Inoltre, Amati ha chiesto ai giudici di verificare il contenuto del contratto vigente tra la Asl di Brindisi e la Fondazione, mai autorizzato dalla regione o dal ministero e sottoscritto nel lontano 2008 per motivi temporanei e provvisori. Addirittura, quel primo contratto veniva autorizzato alla condizione che il partner della sperimentazione gestionale fosse individuato con procedure a evidenza pubblica, cosa peraltro mai avvenuta, viaggiando l’affare sanitario di proroga in proroga.

Amati insiste nel chiedere un’ispezione ministeriale «su una ampia casistica di negata assistenza di pazienti che oggi vegetano o in stato di coscienza minima, dimessi dal San Raffaele in stato ampiamente retratto e con diffuse piaghe da decubito».

Chissà se dal governo sostenuto da Angelucci ascolteranno questa richiesta.

Intanto la Fondazione San Raffaele ha precisato di aver «immediatamente provveduto a bandire un avviso di ricerca di personale medico in corso di pubblicazione sul Bollettino ufficiale della regione Puglia e su piattaforme dedicate quali, ad esempio, LinkedIn, per sostituire i medici dimessi».

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