Sì alle bodycam per gli agenti di polizia, no alla cannabis light. Questi i primi risultati della seduta fiume nelle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali della Camera per approvare gli emendamenti al ddl Sicurezza, voluto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Dopo una lunga notte di lavoro le commissioni hanno trovato la quadra per chiudere l’esame del disegno di legge ed è stato approvato l’emendamento per inserire le bodycam per gli agenti di polizia. Da anni associazioni del terzo settore e attivisti chiedevano al governo di introdurre misure simili – tra cui anche i codici identificativi – per tutelare chi è vittima di abusi da parte delle forze dell’ordine.

Immediata la reazione del sottosegretario del ministero dell’Interno Nicola Molteni: «L’approvazione dell'emendamento è uno straordinario risultato dalla portata storica a beneficio degli operatori di sicurezza del nostro paese. Le videocamere, per chi esercita attività di ordine pubblico, controllo del territorio, vigilanza nei siti e luoghi sensibili, a bordo treno e in ambito ferroviario, sono uno strumento di trasparenza, tutela, protezione e deterrenza indispensabile dei nostri servitori dello Stato».

E ha aggiunto: «L'introduzione delle bodycam, unitamente al rafforzamento della tutela legale con il raddoppio dell'anticipazione prevista con un altro emendamento approvato nel pacchetto Sicurezza, rappresentano due importantissimi segnali verso le nostre Forze di Polizia. Un lavoro importante fatto in queste settimane di cui vado fiero e orgoglioso».

«Si tratta di una notizia particolarmente importante in quanto le telecamere sono uno strumento per dare trasparenza all'attività di polizia. Finalmente strumentalizzazioni e false denunce non avranno più terreno fertile, poiché quanto accaduto durante gli interventi di polizia potrà essere verificato dalle registrazioni», lo ha detto il segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), Stefano Paoloni.

Cannabis light

Tra le proposte di modifica approvate anche la stretta sulla cannabis light che, di fatto, la equipara a quella non legale. Secondo le opposizioni l’emendamento mette a rischio migliaia di posti di lavoro, si tratta, commenta Riccardo Magi di un «duro colpo al settore che vede migliaia di occupati e una filiera completamente italiana». Per il segretario di Più Europa «Il governo Meloni ha appena ucciso il settore della cannabis light nel nostro paese: nella seduta fiume di questa notte in commissione alla Camera è stato infatti approvato l'emendamento al ddl sicurezza che equipara la cannabis light a quella con thc. Il governo Meloni, in preda alla furia ideologica, cancella una filiera tutta italiana, 11mila posti di lavoro. E pensano anche di aver fatto la lotta alla droga». 

Ritirata invece la proposta della Lega per vietare l'immagine della pianta di canapa per fini pubblicitari.

«Una grave sconfitta per la libera impresa in Italia. È stato, così, bloccato un settore in forte crescita, trainato soprattutto dai giovani agricoltori», ha commentato il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini. Secondo Cia-Agricoltori Italiani, in questo modo se ne va letteralmente in fumo la filiera dei produttori di canapa legale, che conta migliaia di posti di lavoro e circa 500 milioni di euro di fatturato annuo. Il provvedimento, per altro, arriva in un periodo in cui la produzione è in pieno campo, con il rischio per gli agricoltori di non poter vendere il frutto del proprio lavoro controllato dalle stesse forze dell'ordine. Molti acquirenti in un contesto di scarsa chiarezza dal punto di vista giuridico, stanno disdicendo gli ordini con gravi danni per gli agricoltori. 

Sulla stessa linea anche Coldiretti: «L'emendamento mette a rischio la sopravvivenza di un intero comparto impegnato in una coltivazione dove sono stati fatti investimenti significativi. Per questo chiediamo la modifiche di un emendamento che danneggia pesantemente le aziende agricole. Di fatto l’infiorescenza della canapa rappresenta una parte fondamentale del valore aggiunto della pianta, e vietarne la raccolta e l’essicazione rischia di far crollare un intero settore dove sono impegnati tanti giovani agricoltori. Coldiretti aveva espresso più volte la necessità di tutele per gli agricoltori che producono canapa in piena legalità, come pure riconosciuto dalla normativa europea, anche per rispondere a mercati come quelli della nutriceutica, della cosmetica, dell'industria o dell'arredo. Questo emendamento blocca anche le esportazioni verso i mercati esteri che rappresentano una grossa fetta del nostro mercato tagliando le aziende italiane completamente fuori dalla competizione a livello europeo. Ora si mette a rischio un settore produttivo che conta migliaia di persone impiegate e circa 4mila ettari coltivati».

Slitta l’esame alla camera

L'approdo in aula alla Camera del ddl sicurezza, previsto per il 5 agosto, slitta a dopo la pausa estiva dei lavori parlamentari. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio dopo che le opposizioni avevano protestato per l'accelerazione impressa dalla maggioranza con una seduta notturna e con il contingentamento dei tempi.

L'annuncio del rinvio in aula alla Camera da parte del vicepresidente Fabio Rampelli è stato accolto da un applauso delle opposizioni. 

L'accordo raggiunto in capigruppo prevede che le commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia concludano l'esame del provvedimento entro la pausa estiva, ossia tra questa settimana e la prossima, prendendosi tutto il tempo necessario all'esame dei circa 80 emendamenti rimasti. Salta quindi la discussione generale in aula alla Camera fissata per il 5 agosto per essere ricalendarizzata dopo l'estate.

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