Nel primo semestre del 2024 sono stati 193 i casi censiti, un aumento del 20,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023, quando furono 160
Continua con la sua 38esima puntata la rubrica “Politica resiliente” curata da Avviso Pubblico, l’associazione nata nel 1996 per riunire gli amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica
«Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo». Così affermava Paolo Borsellino, il giudice assassinato il 19 luglio 1992, in via d’Amelio a Palermo, insieme agli agenti di scorta Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Eddie Valter Cosina ed Emanuela Loi, di cui domani ricorre il 32° anniversario.
Questa tensione si manifesta ancora oggi in alcuni territori della penisola italiana sottoforma di minacce e di intimidazioni agli amministratori e alle amministratrici locali.
Avviso Pubblico, che da quindici anni monitora il fenomeno, lancia un allarme: sono tornati a crescere gli atti intimidatori nei confronti degli amministratori, delle amministratrici locali e del personale della Pubblica Amministrazione in Italia: nel primo semestre del 2024 sono stati 193 i casi censiti, un aumento del 20,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023, quando furono 160.
Colpite 16 Regioni, con una particolare recrudescenza del fenomeno in Campania (34 casi, prima regione d’Italia) e Veneto (19 casi, la più colpita del Centro-Nord e al quarto posto a livello nazionale).
Preoccupa particolarmente quanto registrato nel corso dell’ultima campagna elettorale, che ha visto oltre 3.700 Enti locali chiamati a rinnovare i propri consigli comunali: il 17 per cento dei casi censiti di minacce e intimidazioni nel periodo considerato sono stati rivolti a candidate e candidati alle elezioni amministrative tenutesi a giugno.
Queste alcune delle principali tipologie di atti messi in atto:
Incendi di case, auto e municipi sono stati registrati a Buggiano (Potenza), Seclì (Lecce), Gela (Caltanissetta) e Bosa (Oristano);
Aggressioni a Campobello di Licata (Agrigento), Artena (Roma) e Rivoli (Torino);
Atti vandalici nei confronti di comitati elettorali a Pescara, Giulianova (Teramo) ed Empoli (Firenze);
Minacce, offese e diffamazioni via social ai candidati e alle candidate a Bari, Colle Val d’Elsa (Siena) e San Giorgio del Sannio (Benevento);
Lettere e messaggi minatori a Mirandola (Modena), Manfredonia e Isole Tremiti (Foggia);
Scritte offensive e minacciose sui muri e sui manifesti elettorali ad Albenga (Savona), Cellino Attanasio (Teramo) e Torre Annunziata (Napoli).
A Terricciola (Pisa) un candidato sindaco, poi eletto primo cittadino, è stato investito da un’auto guidata da un sostenitore di una lista avversaria. Senza dimenticare i colpi di arma da fuoco esplosi a Casal di Principe (Caserta), nel giorno dell’apertura dei seggi.
«Si tratta di episodi sparsi su tutta la Penisola, che in alcuni casi hanno una chiara matrice criminale, ma in altri contesti sono il frutto avvelenato di campagne elettorali cariche di tensioni, esacerbate nei toni, in cui la violenza verbale – e talvolta fisica – viene sdoganata come mezzo per esprimere critica e dissenso estremo. Le decine di casi che abbiamo registrato nel corso della recente campagna elettorale confermano quanto Avviso Pubblico denuncia da tempo attraverso l’annuale Rapporto Amministratori sotto tiro: i mesi che precedono le elezioni amministrative sono tra quelli più delicati e necessitano di un monitoraggio particolarmente scrupoloso da parte delle Istituzioni e degli organi preposti a garantire la sicurezza sui territori - commenta Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico – È soprattutto in questo periodo, infatti, che le intimidazioni assumono il ruolo di red flags, indicatori di criticità. In alcuni contesti si intimidisce per inviare messaggi e condizionare non solo le scelte dei candidati e delle candidate, quanto quelle dei cittadini che devono recarsi alle urne. In altri contesti, invece, le minacce e le intimidazioni possono essere indice di situazioni socio-economiche complesse, che si manifestano con toni e comportamenti rabbiosi ed esasperati durante le campagne elettorali, in cui la competizione degenera in un clima incivile e pericoloso, dove non si assiste più ad un confronto democratico tra avversari ma ad una battaglia tra nemici. Un clima che viene alimentato anche dall’hate speech diffuso tramite i social media, dalla sfiducia e dalla disillusione nei confronti della politica, come testimonia anche il crescente astensionismo. Un fenomeno quest’ultimo che aumenta il peso specifico e la capacità di condizionamento di quei voti che le organizzazioni criminali sono in grado di orientare sui territori in cui esse sono presenti».
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