Il Garante dei detenuti ha pubblicato sabato il report sulla diffusione del contagio di Covid-19 nelle carceri. Secondo il rapporto, la trasmissione del virus negli istituti penitenziari «procede a ritmo sostenuto» e ha superato le 400 unità tra i detenuti
Simona Vernaglione ha un doppio ruolo: è sia direttrice del carcere di Bari sia direttrice dell’istituto penitenziario per minorenni di Torino.
Vernaglione si dice molto preoccupata dalla situazione contagi negli istituti penitenziari per adulti che rischiano «un’implosione». Secondo la direttrice, il problema principale per la gestione del Covid-19 è la mancanza di spazi: «Se pensiamo che già prima di questa situazione molte carceri erano in una situazione di affollamento, ora questo virus rende tutto ancora più problematico. Per arrestare il contagio servirebbe l’isolamento, ma in moltissime strutture questa soluzione è impraticabile».
Secondo Vernaglione durante la prima ondata chi, come lei ha gestito le carceri, è stato bravo, ma anche «fortunato». «Il rischio questa volta è che non essendoci un blocco stringente alla circolazione delle persone al di fuori del carcere, il rischio di contagio proveniente dall’esterno si alzi dando luogo a una situazione che ci preoccupa moltissimo».
I dati del Garante
Il Garante dei detenuti ha pubblicato sabato il report sulla diffusione del contagio di Covid-19 nelle carceri. Secondo il rapporto, la trasmissione del virus negli istituti penitenziari «procede a ritmo sostenuto» e ha superato le 400 unità tra i detenuti e un valore più alto tra il personale, i casi di positività continuano a concentrarsi prevalentemente in sei istituti, oltre due hub lombardi che funzionano da strutture ricettivo-sanitarie per le zone limitrofe, distribuendosi in numeri piccoli in altri 49 istituti (molti con un singolo caso).
Mentre non si registra nessun caso nei rimanenti 135 istituti. Secondo il Garante, la situazione è «importante», ma «tuttora sotto controllo». I detenuti presenti nelle carceri sono attualmente 54.809, 85 in meno di quanti non fossero presenti quattro giorni fa.
I colloqui a distanza negli istituti minorili
La direttrice Vernaglione ha poi spiegato gli effetti del nuovo Dpcm che prevede nelle regioni rosse, come il Piemonte, lo stop ai colloqui in presenza anche per i detenuti negli istituti per minori. Secondo Vernaglione, l’implementazione della nuova misura non dovrebbe essere problematica: «Ho effettuato la sospensione dei colloqui in presenza, ma tutti saranno sostituti da versione telematica. Ai ragazzi in realtà, il colloquio online piace perché gli permette di vedere la loro case e la loro stanza».
Tra i tanti effetti negativi che il Covid-19 ha avuto sulla vita pubblica, la direttrice ne individua uno positivo sulla pubblica amministrazione: «Questa emergenza ci ha costretto ad aumentare l’investimento in tecnologie. I colloqui online per i ragazzi sono un’ottima soluzione anche dal punto di vista economico per famiglie che non sempre possono permettersi i viaggi per venire a trovare i loro figli. Per questo stiamo pensando di renderli permanenti, in alcuni casi, anche dopo l’emergenza Covid-19».
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