Alle cene umbre con gli indagati partecipò pure il presidente della Cassa. La fondazione ha finanziato la srl della compagna di Salvini per un video
Cene gourmet, tra vini, oli e tartufi pregiati, per stringere i rapporti tra politica e imprese. Organizzate nei locali patinati del centro di Roma o nelle tavernette della provincia umbra. Utili anche a rinsaldare legami che possono portare vantaggi e incassi alle società di famiglia. Come nel caso de La Casa Rossa, società di produzione di Francesca Verdini, che si è vista affidare un appalto da 85mila euro da un ente il cui presidente partecipava alle riunioni conviviali.
Domani ha, infatti, scoperto che oltre agli incontri nella tavernetta in provincia di Terni, i Verdini in Umbria hanno fatto buoni affari. I protagonisti sono sempre gli stessi presenti alle cene in provincia di Terni, dove è stata ospite anche la presidente della regione, la leghista Donatella Tesei, in scadenza del primo mandato e il cui destino è appeso agli accordi tra Salvini e Giorgia Meloni sulle prossime regionali.
Non c’è quindi solo la costruzione di una rete di relazioni utile alle società che si sono affidate ai servizi della Inver, la società di Tommaso e Denis Verdini, e di Fabio Pileri, finita al centro delle indagini della procura di Roma. Agli atti dell’inchiesta ci sono i numerosi appuntamenti che padre e figlio organizzavano nel loro ristorante Pastation o in esclusivi locali del centro della Capitale, con importanti dirigenti delle partecipate statali e politici di primo piano, come il sottosegretario all’Economia Federico Freni.
Le cene
Come raccontato dal nostro giornale, la ragnatela della Inver arrivava anche lontano da Roma. Negli ultimi anni infatti si sono svolte una serie di cene e aperitivi in una tavernetta di Arrone, paese poco distante da Terni.
Il padrone di casa è Fausto Bartolini, storico esponente del centrosinistra umbro ora in ottimi rapporti con la giunta leghista che guida la regione, e tra i suoi ospiti c’erano la presidente Tesei, appunto, ma anche l’ex ad di Anas Massimo Simonini (indagato con Verdini e Pileri), il re dei cementifici Carlo Colaiacovo, il presidente della Fondazione Carit Luigi Carlini, e gli immancabili Tommaso Verdini e Fabio Pileri.
Domani ha chiamato per giorni Tesei direttamente e anche il suo portavoce, cui abbiamo anche scritto. Nonostante il tempo lasciato a disposizione non abbiamo ricevuto alcuna risposta nel merito e nessuna smentita sul racconto fatto da uno dei testimoni presenti agli incontri organizzati da Bartolini.
Solo dopo la pubblicazione della notizia, Tesei ha deciso di dire la sua all’Ansa, di fatto non smentendo le cene ma escludendo la presenza di Verdini: «Nel mio ruolo incontro tutti coloro che legittimamente ne fanno richiesta, così come mi capita anche di partecipare a eventi, pranzi e cene in cui sono presenti numerosi invitati, alcuni dei quali nemmeno di mia conoscenza». Sul resto però resta in silenzio sulle domande specifiche inviate da Domani.
Terni e i suoi tesori
Il versante umbro non è parte dell’inchiesta condotta dalla guardia di finanza per i magistrati di piazzale Clodio, che però sta approfondendo alcune grandi opere da realizzare in quel territorio. Nessuno dei protagonisti, contattati più volte da Domani, ha voluto chiarire se nel corso di quelle cene si sia parlato della Orte-Mestre, autostrada da 7 miliardi di euro molto cara a Vito Bonsignore, imprenditore con un passato nel Pdl, indagato anche lui nell’inchiesta sui Verdini. O della Guinza, infrastruttura incompiuta da decenni, a cui Simonini, da commissario per la Grosseto-Fano, ha dato il via libera lo scorso febbraio.
Quello che invece è certo è l’assegno da 85.400 euro staccato dalla Fondazione Carit a La Casa Rossa di Francesca Verdini, figlia e sorella di Denis e Tommaso e compagna del ministro delle Infrastrutture Salvini. Il ricco compenso è per «la realizzazione di un documentario dal titolo provvisorio “Terni e i suoi tesori” da collocare su Sky come promozione turistica e culturale del territorio» si legge nel bilancio della fondazione.
L’assegnazione dei fondi è avvenuta nel 2021 con quattro delibere del 30 settembre, 13 ottobre, 25 novembre e 30 dicembre. «Ci hanno fatto una proposta. È stato un bel filmato mandato su Sky Arte e Sky Tg24 per la promozione del nostro territorio», spiega il presidente Carlini.
Facendo una rapida ricerca su internet però non salta fuori niente di più che una breve presentazione del documentario sul telegiornale. Carlini non chiarisce che ruolo abbia avuto Fabio Pileri nell’affidamento alla casa di produzione di Verdini. «Ma che è un interrogatorio?», dice a Domani. Carlini ricorda soltanto delle interlocuzioni con il regista dell’opera, Stefano Anselmi.
Legami
La prima delibera a favore de La Casa Rossa avviene due mesi dopo che Francesca Verdini aveva lasciato Inver: insieme al fratello Tommaso aveva costituito la società nel 2017, per poi vendere le quote a fine luglio 2021, proprio nei giorni in cui i detective della guardia di finanza accendevano un faro sulle attività della società.
Questo documentario non è l’unico legame tra Fondazione Carit e le persone che orbitano intorno alle società dei Verdini. Nel 2023 l’ente ha affidato alla Political Data Agency la realizzazione di un magazine, “Genius Loci”. Direttore della rivista è Riccardo Mazzoni, già deputato verdiniano, attualmente senior partner di Pda. La società ha sede nello stesso palazzo di via della Scrofa in cui ha i suoi uffici la Inver.
Secondo gli investigatori, su Pda sarebbero stati dirottati i contratti di consulenza della società di Verdini e Pileri dopo luglio del 2022, dopo, cioè, la notizia dell’inchiesta giudiziaria in corso. Il presidente Carlini ci dice di non essere a conoscenza dei rapporti della società Pda con la Inver di Verdini e Pileri.
A Carlini potrà anche non risultare tale sovrapposizione tra le due aziende, ma secondo la finanza Pda è diventata schermo di Inver quando le acque si sono fatte agitate per gli affari dei Verdini.
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