Il brigadiere Di Salvo, comandante della stazione di Riesi aveva cercato di stimolare il Di Cristina a confidare qualche cosa, ma senza ottenere risultato alcuno. Tra la fine del gennaio ‘78 ed i primi di febbraio, il brigadiere gli chiedeva di parlare. E dal Di Cristina venne a sapere che Liggio sarebbe evaso dal carcere che il giudice Terranova sarebbe stato ucciso “presto”
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è dedicata a Cesare Terranova, il primo giudice a mandare a processo per associazione a delinquere la cosca di Corleone.
Pettinato Alfio dal 73 al 79 comandava la Compagnia CC di Gela. Una delle stazioni C.C. della compagnia era quella di Riesi.
Tra il 75 ed il 76 rientrava a Riesi da Torino, il sorvegliato speciale Di Cristina Giuseppe. Nel 77, durante le indagini per l'omicidio del C.llo Russo aveva contatti con il Di Cristina. Costui era un grosso personaggio mafioso e non gli forniva sul fatto di sangue alcuna informazione.
Il 21/11/77 venivano uccisi in territorio di Riesi tali Di Fede e Napolitano. L'omicidio era consumato lungo la strada che da Riesi portava alla miniera Trabia Tallarita. I due uomini erano partiti insieme al Di Cristina che si fermava alla periferia di Riesi ove stava
costruendo una villa. Secondo gli accertamenti fatti dai C.C. non era previsto che il Di Cristina si fermasse nella propria abitazione. Si desumeva perciò che avesse ricevuto notizia dell'agguato e avesse mandato deliberatamente i due con la propria automobile allo sbaraglio, per verificare la fondatezza della notizia. Interrogato sul punto il Di Cristina aveva asserito che si fosse fermato in quanto gli operai impegnati nei lavori di costruzione erano sprovvisti di cemento. Dopo qualche settimana, il Di Cristina spariva da Riesi, rientrandovi poco prima del Natale del 1977.
Il Brig. Di Salvo, comandante della stazione di Riesi, dopo l'episodio del 21/11/77, aveva cercato di stimolare il Di Cristina a confidare qualche cosa, ma senza ottenere risultato alcuno. Tra la fine del gennaio 78 ed i primi di febbraio 78, il Brig. Di Salvo chiedeva di conferire. Venuto a rapporto gli riferiva di aver saputi dal Di Cristina:
1) che Luciano Liggio sarebbe evaso dal carcere ove era ristretto. Era già stato tutto organizzato.
2) Che il dott. Terranova avrebbe potuto presto essere ucciso su mandato del Leggio per far ricadere la responsabilità sul Di Cristina, in quanto era stato da lui perseguitato in occasione dell'omicidio Ciuni, e per eliminare un personaggio che si accingeva a rivestire la toga come consigliere istruttore di Palermo e perciò costituiva motivo di apprensione per il Leggio in quanto conosceva perfettamente l'ambiente.
Dopo il Terranova , il Liggio considerava avversario terribile anche il Di Cristina, personaggio di spicco della mafia tradizionale cui si contrapponeva quella moderna da lui capeggiata.
Il teste si portava l'indomani dal Col. dei C.C. Sateriale cui riferiva, alla presenza del Maggiore Subranni, tutto ciò di cui era venuto a conoscenza.
L’omicidio del colonnello Russo
Nell'aprile del 78 aveva un contatto diretto con il Di Cristina. Lo incontrava nella casa del fratello Antonio. Alla periferia di Riesi. Fu un colloquio a quattrocchi. Il Di Cristina gli confermava tutto ciò che aveva saputo dal brig. Di Salvo. Gli parlava anche dell'omicidio del C.llo Russo, iniziativa che attribuiva ai "Corleonesi". Gli riferiva che già nel 75-76 l'omicidio era stato evitato "in quanto si era deciso per il no". La proposta era partita da Rina e Provenzano ed era stata bocciata per l'opposizione dell'ala moderata di cosa Nostra e dello stesso Di Cristina. Ciò provocava una frattura tra le due anime di cosa nostra ed il tentativo di eliminare il Di Cristina nel novembre del 1977.
Dopo l'omicidio del C.llo Russo, c'era stata "la riunione dei 22" nel corso della quale il Di Cristina aveva biasimato il comportamento dei Corleonesi. Quando nell'aprile del 78 parlava con il Pettinato, il Di Cristina individuava come concausa dell'attentato del 21/11/77, questo intervento. Il più importante alleato di Luciano Liggio era Bernardo Brusca. Altri personaggi, che a detta del Di Cristina, facevano parte del gruppo Leggio erano: Madonia Francesco di Resuttana, Riina, Provenzano, Stefano Acardi, Agate Mariano, Gambino il biondo, Bagarella Leoluca.
Secondo il Di Cristina anche l'omicidio del Procuratore della Repubblica di Palermo, Scaglione era stata opera del grupp'o "Liggio".
Il giudice Terranova era stato messo al corrente del C.llo Sateriale del possibile attentato nei suoi confronti.
Il contenuto del colloquio con il Di Cristina veniva compendiato in un rapporto inviato dopo la morte del predetto al Procuratore della Repubblica di Caltanissetta
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