lI maresciallo De Salvo Pietro ha dichiarato: «il Di Cristina mi rivelò che Liggio doveva evadere e che probabilmente il Giudice Terranova sarebbe stato ucciso. Quando mi parlò del giudice Terranova, faceva riferimento al clan di Leggio. Io chiesi come facesse a saperlo e Di Cristina mi rispose: "Se glielo dico io!"...»
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è dedicata a Cesare Terranova, il primo giudice a mandare a processo per associazione a delinquere la cosca di Corleone.
Il maresciallo De Salvo Pietro aveva conosciuto Di Cristina Giuseppe perché, essendo sorvegliato speciale, aveva l'obbligo di firma ed era sottoposto a controlli.
L'attentato in cui morivano i due ragazzi che viaggiavano sull'autovettura del Di Cristina era avvenuto il 21/11/77. Subito dopo quanto fatto, il Di Cristina gli confidava che «Leggio doveva evadere, che era pronta una squadra.... Che avrebbe fatto evadere Leggio».
Gli confidava altresì che l'On.le Terranova avrebbe potuto essere eliminato dalla cosca del Leggio che in tal modo avrebbe raggiunto due obiettivi: quello di eliminare il magistrato che l'aveva perseguita e sbarazzarsi del Di Cristina che avrebbe potuto essere accusato dell'omicidio dato che era stato perseguito dal Giudice Terranova".
Le confidenze ricevute le riferiva immediatamente al proprio superiore diretto, capitano Pettinato.
Ci fu poi un incontro tra il Capitano Pettinato ed il Di Cristina, a quattrocchi. Nell'occasione egli ed il fratello di Di Cristina restavano fuori (della casa ove l'incontro si svolgeva). Tra le altre cose Di Cristina gli aveva detto che già tra la fine del 1975 e l'inizio del 1976 in una riunione tenutasi a Palermo, Riina e Provenzano avevano proposto di.uccidere il C.llo dei C.C. Russo e che la proposta era bocciata per l'intervento dello stesso Di Cristina e l'opposizione dell'ala moderata (di Cosa Nostra).
Aveva aggiunto che in una “riunione dei 22” del proprio gruppo, tenutasi a Palermo nel settembre del 77, aveva censurato l'assassinio del Russo e le gesta della cosca di Leggio. Le sue parole venivano riferite da due dei partecipanti, che avevano aderito al clan liggiano, allo stesso Leggio che decretava l'eliminazione del Di Cristina.
Il 21/11/77 egli era la vittima designata. Era scampato all'agguato per fortuite circostanze.
Il Di Cristina lavorava all'Ente Minerario Siciliano.
Il maresciallo De Salvo Pietro ha dichiarato: «il Di Cristina mi rivelò che Liggio doveva evadere e che probabilmente il Giudice Terranova sarebbe stato ucciso. Quando mi parlò del Giudice Terranova, faceva riferimento al clan di Leggio. Io chiesi come facesse a saperlo e Di Cristina mi rispose: "Se glielo dico io!". Appena andato via il Di Cristina telefonai subito a Gela al Cap. Pettinato e poi mi recai la stessa sera dal predetto per riferire a voce. Il Di Cristina non gli aveva parlato di propri infiltrati nella cosca "Leggio"».
© Riproduzione riservata