Da un punto di vista politico, resta un fatto che va al di là delle singole complicità. È un fatto che l'Amministrazione comunale di Palermo, l'Amministrazione di Lima ha aperto l'accesso alla speculazione sulle aree alla mafia organizzata.
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è dedicata alla relazione antimafia del 1976 scritta da Pio La Torre e dal giudice Cesare Terranova. Un documento che a circa cinquant’anni di distanza rimane ancora attuale.
In questo clima, ci sarebbe da meravigliarsi se non proliferasse la mafia in un settore decisivo dello sviluppo urbanistico della città: quello delle aree fabbricabili. Che retroscena troviamo dietro la scelta fatta dal gruppo dirigente della democrazia cristiana al Comune in quel che concerne un momento cruciale dello sviluppo urbanistico, il rione delle Rose e via Empedocle Restivo?
Per prima cosa troviamo la figura dell'appaltatore che ha dominato in questa zona, la figura di Vassallo.
[…] la Cassa di Risparmio finanzia l'imprenditore Vassallo per 715 milioni, e soltanto ora parzialmente coprendosi con garanzie ipotecarie, perché prima le garanzie non c'erano.
Come è accaduto che la Cassa di Risparmio, e proprio nel periodo in cui si trovava sotto l'influenza di influenze politiche dirette, abbia concesso un finanziamento di questa portata a uno sconosciuto? E che cosa è accaduto nella zona dove Vassallo ha svolto la propria attività edilizia?
È evidente che 715 milioni non significano la costruzione di uno o due palazzi: significano il finanziamento di un'intera attività economica, significano il finanziamento di più di 100 appartamenti.
Chi ha controllato il finanziamento di tutta l'attività di espansione edilizia della zona delle Rose, ha potuto controllare un intero ciclo di attività economica, attività che investe il controllo dei terreni da acquistare, le cave di pietra cui gli appaltatori devono attingere, i guardiani delle imprese e le tagliole vengono imposte alle costruzioni, la ubicazione dei negozi.
La ubicazione dei negozi: appunto intorno a questo vi sono stati gli scontri a fuoco, prima di viale Lazio, poi dell'Ucciardone tra le cosche mafiose tese ad assicurarsi il controllo dei punti più favorevoli di vendita.
Le taglie che vengono imposte alle costruzioni: molti costruttori dovrebbero essere interrogati su certi atti di vendita fatti ai La Barbera, o a presta nome dei La Barbera, che sono puramente e semplicemente atti di estorsione e non atti di vendita.
La revisione dell'Albo degli appaltatori permetterà di stabilire quali attività si siano svolte dietro certi personaggi che vi figurano, come ad esempio il Moncada Salvatore, socio di La Barbera, regolarmente iscritto nell'albo degli appaltatori di Palermo con possibilità di concorrere sino a 500 milioni. Tutto fa ritenere che l'imprenditore Vassallo altro non sia che una copertura di interessi particolari e definiti, su cui occorre far luce, risalendo alla commissione comunale per l'edilizia per trovare una risposta chiara al perché il Vassallo abbia potuto fare e disfare per quanto riguarda il piano regolatore.
II piano regolatore di Palermo - e l'opposizione comunista l'ha provato in Consiglio - è stato falsificato per consentire le convenzioni con Terrasi: la legge urbanistica e il regolamento edilizio è stato violato per favorire la costruzione del palazzo di Vassallo.
Le “varianti” al piano regolatore
[…] È un fatto comunque che le vicende del piano regolatore di Palermo, le convocazioni abusive fatte dal Comune, la distruzione della Conigliera e l'incendio di Villa Sperlinga, provocato per consentire la trasformazione di Villa Sperlinga in terreno edificabile, le varianti di Via Empedocle Restivo, nella zona della cosca mafiosa dei Leonforte nella zona dei la Barbera, nella zona dei Di Pisa, nella zona del Caviglia e le vicende dei conflitti a fuoco per il controllo delle aree hanno tempi e luoghi che coincidono.
[…] Dove le coincidenze obiettive coinvolgono senza tema di smentita responsabilità dirette dell'amministrazione, è sul terreno più minuto delle varianti al piano regolatore. Queste varianti favoriscono sistematicamente una serie di interessi mafiosi.
Ecco qualche esempio. Osservazioni 343 e 459 - accolte dal Comune - per spostamento raccordo in Via Duca degli Abruzzi in favore di Vincenzo Nicoletti, capomafia di Pallavicino, attualmente in galera. Osservazione 493 - accolta dal Comune nonostante parere negativo dell'ufficio tecnico - per trasformazione in area edificatile degli agrumeti di Petrazzi in favore di Antonino Matranga, mafioso dalla banda Torretta, latitante.
Osservazione 1379 - accolta dal Comune - per l'aumento di densità edilizia nella zona della Seccheria, in favore di Barbaccia Luigi e Francesco. Osservazione 1380 - accolta dal Comune - per l'aumento di densità edilizia a S. Maria di Gesù, in favore di Dragotta, suocero dell'on. Barbaccia. Osservazione 1340 - accolta dal Comune - spostamento di una scuola e aumento di densità edilizia sulla circonvallazione, in favore di Citarda Matteo e Di Trapani Nicolo, ambedue attualmente in galera per associazione a delinquere. Osservazione 1341 – accolta dal Comune - per l'aumento della densità edilizia in Via Principe Palagonia, in favore dello stesso mafioso Di Trapani Nicolò. Osservazione 1384 - accolta dal Comune - aumento di densità edilizia per edifici costruiti all'angolo di Via Tasca Lanza con Via Altarello, in favore di Calafiore, socio del mafioso Vitale, attualmente in galera. Variante 838 - accolta dal Comune - per il passaggio da verde pubblico ad area edificabile in zona falde di Montepellegrino, a favore dei Majorana, mafiosi dell'Acquasanta, ancora a piede libero.
Complesso di osservazioni - accolte dal Comune - per la revoca del vincolo a verde pubblico sull'intero parco dell'Oreto e trasformazione in verde agricolo, con successiva possibilità edificabile che parte dallo 0,50; in tutta la zona cioè in cui spadroneggia Don Paolo Bontà, attualmente in galera, ed indicato nel rapporto dei "54" come uno dei massimi “boss” mafiosi. L'elenco potrebbe continuare. Una domanda balza evidente: come è stato possibile che la mafia sia riuscita ad assicurarsi modifiche e varianti al piano regolatore a proprio vantaggio? Che cosa è stato dato in cambio?
[…] Il filone dell'edilizia è fondamentale per risalire a collusione e connivenze precise. Sarà compito della Commissione parlamentare d'inchiesta farlo. Da un punto di vista politico più generale, resta un fatto che va al di là delle singole complicità. È un fatto che l'Amministrazione comunale di Palermo, l'Amministrazione di Lima ha aperto l'accesso alla speculazione sulle aree alla mafia organizzata.
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