Un’inchiesta guidata dal procuratore Giovanni Melillo evidenzia il controllo criminale dell’allenza di Secondigliano sulla vita degli ospedali cittadini
Un'inchiesta della procura di Napoli, guidata dal procuratore Giovanni Melillo, evidenzia il controllo criminale della camorra sulla vita degli ospedali cittadini: il Cardarelli, il Cotugno, il Monaldi, il Cto e l'azienda ospedaliera Federico II. L'intero funzionamento dei nosocomi napoletani è sottoposto al potere criminale, l'inchiesta della squadra mobile, guidata da Alfredo Fabbrocini, ha riguardato unicamente un gruppo criminale, quello del Vomero, retto da Andrea Basile, Luigi Cimmino, boss raggiunti da una misura di ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Dalle carte emerge chiaramente che il gruppo non è autonomo, ma dipende totalmente dall'alleanza di Secondigliano alla quale riconosce supremazia criminale. Il gruppo di Cimmino e Basile ha posto in essere una sistematica operazione di estorsione sugli appalti e le gare indette dagli ospedali attraverso la falsificazione degli atti e la corruzione di pubblici ufficiali. Le misure cautelari eseguite sono 48, 36 persone sono finite in carcere, dieci persone ai domiciliari e per due è scattato il divieto di dimora.
Emerge uno spaccato importante del funzionamento del sistema, visto che quando si tratta di estorsioni su grandi appalti che incidono sugli interessi complessivi dell'organizzazione, i singoli gruppi devono far riferimento all'alleanza di Secondigliano. I pubblici ufficiali coinvolti, addetti all'esecuzione delle gare, erano a disposizione dei clan e non ci sono state segnalazioni, anzi il meccanismo illecito e fraudolento era così sistematico da apparire conosciuto a tanti. L'inchiesta si inserisce nell'ambito di un lavoro di approfondimento investigativo che aveva già riguardato l'ospedale San Giovanni Bosco, vero feudo e polo logistico dell'alleanza di Secondigliano, e dimostra come quello non fosse in nessun modo un caso isolato.
L’estorsione
Tutto nasce dall'individuazione di Andrea Basile come responsabile di un'estorsione ai danni di un imprenditore, la vicenda attiva gli investigatori che piazzano le microspie in casa del boss. Dagli ascolti emergono corruttele, controllo degli ospedali, ma anche e soprattutto la dipendenza del gruppo criminale del Vomero al cartello criminale dell'Alleanza che governa la città mantenendo rapporti di buon vicinato anche con i clan della provincia. Per capirlo viene riportato un episodio. Il boss del gruppo del Vomero si reca in visita ai vertici criminali del sistema, viene fermato a un 'posto di blocco' della camorra e un uomo lo rispedisce indietro visto che non aveva libero accesso al fortino della famiglia criminale egemone.
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