La Campania sarà la prima regione d'Italia ad avere un servizio di psicologia di base presso i distretti sanitari delle Asl. La legge regionale, già approvata ad agosto 2020, ha ricevuto il via libera della Corte costituzionale
Un servizio di psicologia di base, che sia pubblico, erogato dalla Asl. A pensarci è stata la Campania, con una legge regionale che ha tra le finalità quella di far fronte ai «bisogni assistenziali emersi durante l'emergenza epidemiologica da Covid-19» e che la Corte costituzionale ha confermato: un via libera che afferma il diritto alla salute mentale e crea potenzialmente un precedente per le altre regioni d’Italia.
La legge sullo psicologo di base
La regione l’ha approvata lo scorso 3 agosto 2020. Ora la Corte costituzionale ha dato il via libera definitivo, respingendo un ricorso che il governo aveva presentato contro di essa, avendola ritenuta incostituzionale. In sostanza, con la legge n.35, la regione Campania ha istituito «il servizio di psicologia di base» da affidare, nel suo svolgimento, a psicologi liberi professionisti in rapporto convenzionale con il servizio sanitario regionale, cioè: sulla base di contratti collettivi normalmente utilizzati dal sistema sanitario nazionale nell’ingaggio dei medici di medicina generale e dei pediatri libera scelta (quelli cioè che curano i bambini da 0 a 14 anni in regime di convenzione con la Asl).
Nessuna violazione costituzionale
Una novità assoluta in Italia. Così nuova che il governo ha impugnato la legge per incostituzionalità, e più precisamente per violazione dell’articolo 117 della Costituzione. La regione, in soldoni, avrebbe abusato della sua potestà legislativa, approvando una legge che – secondo il governo – non era sua competenza approvare. La Corte costituzionale, però, ha respinto il ricorso della presidenza del consiglio, con la sentenza n. 241 del 13 dicembre. Una sentenza che potrebbe creare un precedente da replicarsi anche nelle altre regioni.
Il riconoscimento dei bisogni psicologici
Adesso, ogni Asl campana, a livello dei distretti sanitari di base, avrà uno psicologo con il compito di sostenere e integrare l'azione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. L’obiettivo, come descritto dalla stessa legge, è quello di «intercettare e diminuire il peso crescente dei disturbi psicologici della popolazione», dei «bisogni di benessere psicologici che spesso rimangono inespressi» e inoltre quello di «intercettare e gestire le problematiche comportamentali ed emotive derivate dalla pandemia Covid-19». Quest’ultima finalità, quinta tra quelle indicate dalla legge nel primo articolo, è un tratto innovativo, perché riconosce le necessità psicologiche prodotte dalla pandemia.
Covid e salute mentale
Diversi rapporti nazionali e internazionali, negli ultimi due anni, hanno cercato di mettere in evidenza la relazione tra la pandemia e la salute mentale. «Più che di pandemia si tratta di sindemia», ha scritto Simona Sinesi su Domani, cioè «un’epidemia non soltanto sanitaria, ma che ha ripercussioni economiche, emotive e culturali, agenti da potente detonatore del malessere psichico».
Stando ai dati Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, pubblicati nel rapporto 2021 sullo stato di salute dei 38 membri dell’organizzazione, l'impatto della pandemia sulla salute mentale è stato «enorme».
La depressione e l’ansia
In Italia è stato stimato che «la percentuale di persone che soffrono di sintomi di depressione è passata da poco più del 5 per cento al 17 per cento mentre la percentuale di quelle che hanno testimoniato di essere affette dall’ansia è pari al 20 per cento, una su cinque.
Questo stato di cose vale in modo particolare per i giovani tra i 18 e i 34 anni, come ha osservato Mario Giro: «Se si sommano assieme i tassi di descolarizzazione e di assenza di formazione universitaria o tecnica, con quelli dell’abbandono del progetto di metter su famiglia, ne risulta un quadro preoccupante per i giovani tra i 18 e i 34 anni».
A marzo 2021, in occasione del primo compleanno del lockdown, la scrittrice Melissa Panarello, autrice del fortunato libro 100 Colpi di Spazzola prima di andare a dormire, raccontando come ci aveva cambiato un anno di pandemia scriveva: «Siamo depressi. È come se questo anno di pandemia ci abbia messo in soffitta e sopra di noi si stanno posando molti strati di polvere, i colori stanno sbiadendo, siamo sempre circondati dagli stessi oggetti e vediamo lo stesso identico panorama alla finestra. Eppure, credo, c’è una luce in fondo a tutto questo».
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