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L’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza e Roberto Jonghi Lavarini, il Barone nero della destra milanese, sono ufficialmente indagati dalla procura di Milano.
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I due, che hanno lavorato attivamente per sostenere i candidati di Fratelli d’Italia nell’ultima campagna elettorale di Milano, sono i protagonisti di una video inchiesta di Fanpage pubblicata qualche giorno fa sui metodi e la raccolta di fondi della destra per sostenere le proprie campagne politiche.
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Dell’iscrizione sul registro degli indagati da parte dei pubblici ministeri Giovanni Polizzi e Piero Basilone si è saputo in serata dopo la notizia di una perquisizione presso l’abitazione di Jonghi Lavarini dal Nucleo economico finanziario della Guardia di finanza, che ha avuto la delega alle indagini.
L’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza e Roberto Jonghi Lavarini, il Barone nero della destra milanese, sono ufficialmente indagati dalla procura di Milano.
I due, che hanno lavorato attivamente per sostenere i candidati di Fratelli d’Italia nell’ultima campagna elettorale di Milano, sono i protagonisti di una video inchiesta di Fanpage pubblicata qualche giorno fa sui metodi e la raccolta di fondi della destra per sostenere le proprie campagne politiche.
Dell’iscrizione sul registro degli indagati da parte dei pubblici ministeri Giovanni Polizzi e Piero Basilone si è saputo in serata dopo la notizia di una perquisizione presso l’abitazione di Jonghi Lavarini dal Nucleo economico finanziario della Guardia di finanza, che ha avuto la delega alle indagini.
Non è stato perquisito invece Fidanza, che da europarlamentare gode com’è noto delle garanzie delle norme dell’Unione europea su eventuali atti di indagini pervasivi come quello cui è stato sottoposto il Barone nero.
Fidanza e la festa con la lobby nera
Finanziamento illecito
Il fascicolo era stato aperto dopo un esposto di Europa verde e di Verdi inviato al procuratore di Milano Francesco Greco.
Esposto nel quale le due formazioni politiche legate al sindaco riconfermato Beppe Sala ipotizzavano l'esistenza di un finanziamento illecito e di riciclaggio.
E proprio questi sono i capi d'accusa per i quali i due risultano ora indagati dalla procura.
Dal video pubblicato da Fanpage emerge quello che sarebbe il sistema col quale il partito finanzierebbe le sue campagne, ovvero con i soldi che gli imprenditori vicini al partito avrebbero dovuto versare in nero e che, attraverso delle società «lavatrici» organizzate da commercialisti vicini a Jonghi Lavarini, sarebbero poi arrivati poi ai candidati.
Quest’ultimo ha liquidato invece la questione la questione parlando di «battute, millanterie e goliardate da bar». «Tanto rumore per nulla, tanto fumo e niente arrosto», ha detto il politico.
Non risulta indagata, invece, Chiara Valcepina, neo eletta al consiglio comunale di Milano per FdI, e presente anch’essa nel video mandato in onda.
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