Nunziatino Romeo è stato arrestato con ordinanza di custodia cautelare in carcere. A lui si sarebbe rivolto l’ex poliziotto Carmine Gallo per un report da fare su una persona "nemica" di Eni
«Ma Mazzagatti abbiamo detto che invece lei lo ritiene collegato al clan Mazzagatti». «Sì (…) in base anche alle mie informazioni è collegato al clan…». Il pm Francesco De Tommasi chiede e Carmine Gallo risponde. Succede durante uno degli interrogatori in cui l’ex poliziotto, morto improvvisamente il 9 marzo scorso, viene sentito dai magistrati della procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta su Equalize e sui presunti dossieraggi. Nel corso dell’audizione davanti ai pubblici ministeri l’allora indagato numero uno dell’indagine fornisce particolari sull’imprenditore di origine calabrese, partner in affari di Piero Amara, ex legale esterno di Eni. Si sa, di fatto, che proprio la centrale di via Pattari realizzò dei dossier su Mazzagatti che lo avvicinavano al mondo della criminalità organizzata: l’imprenditore verrà assolto da tutte le accuse e Gallo sarà al centro di un’indagine per calunnia a Terni, poi archiviata, per cui il colosso energetico pagherà le spese legali.
È durante l’interrogatorio con De Tommasi, così, che Gallo torna sul punto. E rivela da dove avrebbe tratto le informazioni, rivelatesi false, sullo stesso Mazzagatti. «Uno, le traggo… allora, un po’ le chiedo in giro, chiedo a un ex… a un collaboratore di giustizia, che si chiama Romeo Annunziatino, che io ho trattato perché… l’avevamo già arrestato, lui è il cugino di Saverio Morabito e io l’avevo convinto negli anni ’90 a collaborare e ha collaborato con la giustizia ed è diventato collaboratore».
Oggi proprio il pentito della cosiddetta ‘Ndrangheta stagista, Nunziatino Romeo per l’appunto, l’uomo di cui parla Gallo coi magistrati, è stato arrestato con ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Fabrizio Felice su richiesta del pm De Tommasi. L’arresto di Romeo, ritenuto vicino alla famiglia Barbaro-Papalia, è avvenuto nell’ambito di un nuovo filone di indagine sul caso Equalize: l’accusa è quella di tentata estorsione con l’aggravante mafiosa.
«È uno che bene o male mi dava informazioni prima. È quello che mi ha dato l’informazione attraverso la quale poi sono riuscito a liberare la signora Sgabella, eh! Quindi parliamo di un soggetto ben addentrato. Io lo incontro di proposito e gli faccio vedere la foto. Dico: “Ma questo soggetto qua ti dice qualcosa?”, “Eh, cazzo, - dice - questo qua è uno che ricicla”, “Come? - dico - Ricicla per chi?”, “Per i Piromani” e quindi sono forte anche di quello’informazione…», continua Gallo a proposito del suo legame con Romeo e delle informazioni che quest’ultimo gli avrebbe fornito.
Intanto nell’ambito della stessa tranche di indagine sono state realizzate decine di perquisizioni. E in base a quanto si apprende tra gli indagati ci sono, tra gli altri, anche l’imprenditore romano Lorenzo Sbraccia, già sotto inchiesta per il caso Equalize, e per fatti del 2023 gli stessi Samuele Calamucci, hacker della centrale di via Pattari ai domiciliari, e Carmine Gallo. E poi: Giuseppe Trimboli, Francesco e Pasquale Barbaro, Fulvio Ciliato.
Al centro della vicenda una tentata estorsione aggravata a carico di una famiglia di imprenditori che aveva un contratto con la società dello stesso Sbraccia, la Fenice spa. Sembrerebbe che il ruolo di Gallo, in questa vicenda, sia stato quello di «ingaggiare» Nunziatino Romeo per la mediazione mafiosa. Una ulteriore “macchia” sul curriculum dell’ex poliziotto di cui nelle prossime settimane arriveranno i risultati degli esami tossicologici per escludere qualsiasi dubbio sulle cause della sua morte.
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