Deputati e senatori si sono insediati, il nuovo parlamento è fatto, ma il deputato Riccardo Magi ha chiuso la precedente legislatura aspettando invano una risposta del governo sul caso di Hasib Omerovic, l’uomo di origine rom, sordomuto, precipitato dalla finestra dell’appartamento della casa popolare nella periferia ovest di Roma, dopo una perquisizione senza mandato da parte di quattro agenti del commissariato di zona. 

La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha preferito il silenzio e non ha fornito alcuna spiegazione sui fatti. Ma cosa sappiamo del caso Omerovic e a che punto sono le indagini della procura di Roma? 

Il caso Omerovic

Lo scorso 25 luglio quattro poliziotti – tre uomini e una donna – sono entrati nella casa di Hasib nel quartiere di Primavalle, area periferica nel quadrante ovest della capitale, senza disporre di un mandato della magistratura. La visita degli agenti mirava all’identificazione dell’uomo.

Non si sono fermati sull’uscio, ma sono entrati senza autorizzazione dell’autorità giudiziaria all’interno dell’abitazione. Hasib in quel momento era in casa solo con la sorella, pure lei affetta da disabilità, unica testimone dell’accaduto. 

La motivazione della visita a casa di Hasib potrebbe essere stata un post scritto su una pagina social del quartiere: un utente ha pubblicato la foto di Hasib indicandolo come un presunto molestatore e invocando un intervento. Il post è stato poi rimosso. Di certo sull’uomo non ci sono precedenti di alcun genere. 

Hasib durante quel controllo illegittimo precipita dalla finestra, è stato in coma per settimane e ancora oggi non è in grado di comunicare. Si trova ancora in ospedale, al Policlinico Gemelli di Roma.

Per la sorella di Hasib non ci sono dubbi, la colpa sarebbe dei poliziotti che dice che lo avrebbero picchiato e spinto. «Lo hanno picchiato con il bastone, hanno iniziato a dargli i calci quando è caduto, Hasib si è chiuso in camera, ma i poliziotti hanno rotto la porta, gli hanno dato pugni e calci per poi buttarlo giù».

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I punti oscuri

I buchi neri nella storia sono diversi. A partire da cosa sia realmente successo all’interno dell’abitazione, ma non solo. 

Il primo è relativo alle ragioni di quel controllo illegittimo, guidato da un agente più alto in grado, di nome Andrea, in passato alla squadra mobile e poi a lavoro nei commissariati di zona. Perché non identificarlo in strada? Perché non aprire un fascicolo e ascoltare la donna del post? Perché non avvisare la magistratura?

Sulle modalità di quell’accesso si è consumato uno scontro tra procura e vertici del commissariato che a seguito delle interlocuzioni con i pubblici ministeri sono stati trasferiti, commissario e vice, per volere del questore. All’interno del commissariato operano ancora i tre agenti mentre un quarto, di nome Fabrizio, ha chiesto e ottenuto il trasferimento.

Il secondo punto oscuro riguarda un fatto sollevato durante la conferenza stampa indetta, qualche giorno fa, da familiari e avvocati di Hasib. Alla famiglia sono stati riconsegnati abiti diversi da quelli che indossava l’uomo quando è precipitato sul selciato. 

Il terzo punto da chiarire è relativo a un video in possesso della sorella minore di Hasib, già consegnato in procura, nel quale la giovane con i genitori si reca, all’indomani dell’accaduto, in commissariato per chiedere spiegazioni. Un poliziotto, potrebbe essere proprio il più esperto, le mostra due foto di Hasib e parla di un terzo scatto che non può esibire perché “macabro”. Chi era quel poliziotto? E perché ha fotografato un soggetto incensurato dopo essere entrato, senza mandato, in casa sua con altri tre agenti?

Il cerchio sembra chiudersi attorno al poliziotto più alto in grado che ha guidato quel controllo. Potrebbe aver picchiato Hasib Omerovic. E il ragazzo, sordomuto, terrorizzato dall’incursione e dalle botte, per fuggire si sarebbe lanciato dalla finestra del suo appartamento.

Questa prima ricostruzione è una pista che ha bisogno però di riscontri che potrebbero arrivare dall’interrogatorio degli altri tre poliziotti. È l’unica strada per loro per alleggerire la loro posizione, dato che sono tutti e quattro indagati per falso e tentato omicidio. 

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