Il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia ha disposto che la gup Tiziana Gueli resti applicata all'udienza preliminare del caso Santanchè, con al centro l'accusa di truffa aggravata ai danni dell'Inps, a carico della ministra e altri per l'udienza del 20 maggio e per tutte le successive.

Questo nonostante la giudice da aprile passerà dall'ufficio gip alla nona sezione penale. Nel provvedimento Roia fa presente che occorre «garantire il principio del mantenimento dell'organo giudicante» con la «necessità di conservazione della conoscenza degli atti in un procedimento che prevede, fra l'altro, secondo l'imputazione, fatti a rischio prescrizione».

La giudice Gueli, davanti alla quale si sono tenute già tre udienze da ottobre scorso, compresa l'ultima brevissima del 26 marzo di rinvio a fine maggio per la richiesta di termini a difesa del nuovo legale Salvatore Pino, è già stata prorogata nel suo incarico da fine febbraio fino al 31 marzo.

Nel provvedimento di venerdì Roia ha spiegato di aver sentito sia la presidente dell'ufficio gip Ezia Maccora che la stessa giudice Gueli e di aver compreso che non è possibile prorogare ancora la gup nell'ufficio, per le necessità della nona sezione penale del Tribunale, dove deve iniziare la nuova funzione. Non essendosi, però, ancora definito il procedimento a carico della ministra del Turismo, del compagno Dimitri Kunz e di un ex collaboratore esterno di due società del gruppo Visibilia, oltre che delle stesse società, per il presidente è necessario mantenerla nella sua funzione.

Gli ultimi fatti

Il caso ultimamente è stato sconvolto da nuovi sviluppi. Nell’udienza di mercoledì scorso, la gup di Milano Tiziana Gueli non ha potuto fare altro che prendere atto della nomina del nuovo avvocato, Salvatore Pino, che ha chiesto un «termine a difesa», ossia un differimento per studiare gli atti data la recente nomina. L’udienza preliminare sul caso della truffa all’Inps è stata dunque rimandata al prossimo 20 maggio.

Il nuovo legale Salvatore Pino, che lavorerà in tandem con lo storico difensore Nicolò Pelanda al posto di Salvatore Sanzo (che però rimarrà nel collegio difensivo civile), ha presentato un’istanza di rinvio, accolta. Per prendersi il tempo necessario per studiare tutti gli atti dell’inchiesta, e perché Pelanda è oggi impegnato in un altro processo in corte d’appello.

Non è la prima volta che il fattore “tempo” entra in questo procedimento. Durante la scorsa udienza era stata sollevata la questione della competenza territoriale con un rimando alla Cassazione, che, a fine gennaio, ha deciso di mantenere tutto a Milano invece che a Roma, dove sarebbe ricominciato tutto da capo, come chiedevano invece i legali di Santanchè.

Quel che resta, invece, sono le accuse mosse dai pm Marina Gravina e Luigi Luzi: secondo la procura milanese, la ministra, tramite le società del gruppo Visibilia (vendute lo scorso dicembre agli svizzeri di Wip Finance e da cui è uscita nel 2022, quando ha ottenuto l’incarico di governo), avrebbe incassato «indebitamente» 126mila euro di cassa integrazione Covid mentre i suoi 13 dipendenti lavoravano regolarmente, ma in smart working.

© Riproduzione riservata