Oggi partiranno a Perugia i primi interrogatori e verrano sentiti i primi testimoni sul caso dell’esame di italiano truccato del calciatore uruguaiano Luis Suárez, necessario per ottenere la cittadinanza italiana. Nei giorni scorsi è emerso che la guardia di finanza ha riscontrato delle irregolarità nella prova all’Università per stranieri di Perugia. Nelle intercettazioni che circolano in questi giorni si fa riferimento anche ai nomi di Federico Cherubini, direttore dell’area tecnica, e Fabio Paratici, direttore sportivo della Juventus, società che all’epoca stava trattando l’acquisto giocatore. Attualmente risulta indagata per corruzione la rettrice dell’università, Giuliana Grego Bolli, e il direttore generale, Simone Olivieri. David Brunelli, avvocato della rettrice, ieri ha spiegato a Fanpage.it la posizione della sua assistita: «Ritengono e ritenevano di aver fatto le cose correttamente. La rettrice non ha neanche seguito la pratica passo dopo passo». L’avvocato ha detto che «l’università ha pensato che potesse essere un momento di pubblicità per l’ateneo, che la presenza di una persona così famosa a Perugia potesse essere una buona occasione per farsi conoscere». Per Brunelli, comunque, «non c’è stata pressione, ma se uno fa un esame necessario per ottenere la cittadinanza è chiaro che spera di passare». Dalle attività investigative è però risultato che gli argomenti oggetto della prova d’esame sarebbero stati concordati con il candidato e che il relativo punteggio sarebbe stato attribuito prima dello svolgimento. Secondo la ricostruzione di alcuni media i dirigenti della Juventus sarebbero intervenuti per velocizzare lo svolgimento dell’esame. Ma non è chiaro in che modo. Uno degli esaminatori, Lorenzo Rocca, ha raccontato ai giornali di essersi sentito messo sotto pressione.

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