Cinque morti in provincia di Palermo: i lavoratori hanno perso la vita per le esalazioni di gas mentre operavano sulla rete fognaria. Nel mirino le esternalizzazioni. I numeri neri della Sicilia
Da Brandizzo a Firenze fino a Suviana. E ora a Casteldaccia. Sono quattro i luoghi simbolo delle stragi sul lavoro negli ultimi due anni, con il 2024 che rischia di essere un anno record per le “morti bianche”. A Brandizzo morirono cinque operai, travolti da un treno mentre stavano effettuando lavori di manutenzione sulla linea. A Firenze fu il crollo di una trave in un cantiere di Esselunga a uccidere cinque manovali, mentre a Suviana i morti sono stati 7, mentre facevano il collaudo di una turbina per conto dell’Enel.
Stavolta il triste elenco di morti riguarda Casteldaccia, grosso paese alle porte di Palermo, dove a morire sono stati cinque operai. Secondo una prima ricostruzione della dinamica, sette addetti, quattro impiegati nella ditta Quadrifoglio group di Partinico, erano impegnati in lavori a un impianto di sollevamento fognario per conto dell’Amap, la municipalizzata che gestisce a Palermo e dintorni le condotte idriche e fognarie.
A un certo punto qualcosa è andato storto. Sono stati uccisi dalle esalazioni di gas, ipotesi confermata dal comandante dei vigili del fuoco di Palermo, Girolamo Bentivoglio Fiandra, che ha aggiunto: «Se fossero state prese le dovute precauzioni questa tragedia si sarebbe potuta evitare».
Soltanto uno dei sette è riuscito a salvarsi, perché non vedendo uscire i colleghi non si è calato nel tombino e ha dato l’allarme. I vigili del fuoco sono intervenuti tempestivamente, tuttavia cinque operai erano già deceduti. Un sesto, invece, è stato trasportato d’urgenza al policlinico di Palermo dove è stato intubato.
Per il segretario regionale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, giunto immediatamente sul posto, «lo schema della strage ha il solito copione: lavoratori che in subappalto effettuavano una manutenzione per conto dell’Amap. Inoltre due degli operai coinvolti avevano un contratto “In somministrazione”, chiamati tramite una agenzia interinale. Siamo quindi davanti a una ennesima tragedia… dove la dequalificazione e la mancanza di sicurezza dei lavoratori sono imperanti».
Le reazioni
Appresa la notizia è cominciato il solito tran tran delle dichiarazioni delle istituzioni. Il presidente della regione, Renato Schifani, ha espresso in una nota «profondo dolore per la notizia degli operai morti a Casteldaccia. A nome mio e di tutta la Giunta esprimo il più sincero cordoglio alle famiglie delle vittime per la terribile e inaspettata tragedia».
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso le sue condoglianze alle famiglie degli operai deceduti, aggiungendo che «bisogna fare di tutto perché si possa aumentare la sicurezza sui luoghi di lavoro». Peppe Provenzano, componente della segreteria nazionale del Pd, ha detto che «non basta il cordoglio, superiamo le distinzioni politiche per fermare le stragi, migliorando regole, controlli e prevenzione. No a subappalti a cascata, lavoro povero, illegalità». Solidarietà alle famiglie anche dall’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, e dal sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
L’ultimo gravissimo incidente sul lavoro arriva a pochi giorni dalla festa del Lavoro del primo maggio che quest’anno è stata celebrata in tono dimesso a causa della lunga scia di sangue che non si riesce a fermare. Anche quest’ultima strage è collegata al sistema distorto dei subappalti.
Cgil, Cisl e Uil Sicilia da tempo sono sul piede di guerra e chiedono al governo modifiche normative che comprendano una revisione generale del meccanismo del subappalto spesso frutto di aziende che per accaparrarsi la commessa sono pronte a ridurre l’offerta risparmiando sulla sicurezza. Inoltre chiedono di riconoscere la responsabilità penale delle aziende committenti che ricorrono al subappalto, anch’esse per ridurre il costo complessivo dell’appalto, ma altrettanto pronte, quando capita una tragedia, a mettere le mani avanti giustificandosi che hanno solo assegnato quel lavoro col criterio del subappalto previsto dalla legge. «Promuovere la sicurezza in ogni luogo di lavoro», hanno affermato i segretari regionali Mannino, Sebastiano Cappuccio e Luisella Lionti, «è un nostro dovere».
Strage quotidiana
In tutta Italia le morti sul lavoro nel solo 2023 sono state 1.043. Secondo dati Inail, in Sicilia, dal 2019 al 2023, ci sono stati 406 morti sul lavoro. Uno ogni 4 giorni. Numeri pesanti. Nel 2023 la Sicilia è finita sul podio delle peggiori: sono stati 65 i lavoratori che non hanno fatto più rientro a casa dalle loro famiglie. Sull’isola, poi, sono crollate le denunce di infortuni.
In tutto il Sud l’anno scorso il numero di lavoratori che hanno denunciato infortuni è stato del 27 per cento, segno che i lavoratori intendono denunciare. In Sicilia invece si è passati da 32.500 denunce di infortuni a 25.914 dell’anno scorso. E in questo contesto la provincia dove ci sono stati più infortuni è stata quella di Catania con 7mila casi.
Non mancano i minorenni: tra gli infortunati del 2023 risultano, infatti, anche quasi 2.400 minori, numerosi quelli al di sotto dei 14 anni.
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