Il caso che vede coinvolta Chiara Ferragni e l’affare pandoro Balocco da lei sponsorizzato rischia di allargarsi. Ieri Selvaggia Lucarelli sul Fatto quotidiano riportava la notizia di un caso simile su un altro prodotto legato alle festività: le uova di Pasqua Chiara Ferragni vendute da Dolci preziosi. A questo si somma il fatto che il procuratore capo di Milano, Marcello Viola, ha assegnato il caso al procuratore aggiunto Eugenio Fusco, a capo del Dipartimento 'frodi e tutela consumatori', ma per il momento il fascicolo è a modello 45 (atti non costituenti notizia di reato). La mossa della procura è nata da un esposto per truffa del Codacons e di Assourt.

La procura doveva decidere che tipo di fascicolo di indagine aprire. Tre erano le ipotesti: un modello 45 (senza ipotesi di reato né indagati), un modello 44 (ipotesi di reato senza indagati) oppure un modello 21 che prevede sia le ipotesi di reato sia gli indagati. Intanto Fratelli d’Italia ha chiesto al comune di Milano di revocare l’Ambrogino d’oro, la massima onorificenza concessa dall’Ente comunale, consegnato Ferragni e al marito Fedez nel 2020.

I CASI

Procediamo con ordine. Il primo caso emerso è quello che riguarda appunto la sponsorizzazione del pandoro Balocco. Nei giorni scorsi l’Autorità garante del mercato ha sanzionato le società Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla personalità e all’identità personale della signora Chiara Ferragni, rispettivamente per 400mila euro e per 675mila euro, e Balocco S.p.A. Industria Dolciaria per 420 mila euro.

Secondo il garante le società avrebbero messo in piedi pratiche commerciali scorrette sponsorizzando il Pandoro Pink Christmas con il brand di Chiara Ferragni, annunciando ai consumatori che una sua compravendita (a 9 euro anziché 3.70) avrebbe contribuito a una donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino. In realtà, la donazione era già stata fatta da Balocco con una cifra fissa nel maggio del 2022, mentre il prodotto è stato messo in vendita nel novembre successivo.

Le donazioni sarebbero dovuto servire per l’acquisto di un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing.

A questa storia se ne aggiunge un’altra, scritta da Selvaggia Lucarelli (che con un articolo pubblicato su Domani fu la prima a raccontare del caso Balocco) su il Fatto quotidiano. La giornalista ha ricostruito cosa si cela dietro il contratto siglato nel 2021 tra le società della Ferragni e l’azienda Cerealitalia, proprietaria di Dolci Preziosi, volto alla promozione delle uova di cioccolato brandizzate che se acquistate avrebbero contribuito alla donazione per un’iniziativa benefica.

«Le uova di Pasqua Chiara Ferragni x Dolci Preziosi sosterranno il progetto benefico “I Bambini Delle Fate” –  si legge sul sito della Ferragni, The Blonde Salad – . I "Bambini Delle Fate" è un'impresa sociale che da anni si occupa di assicurare sostegno economico a progetti e percorsi di inclusione sociale, gestiti da partner locali a beneficio di famiglie con bambini affetti da autismo e altre disabilità». Anche in quel caso la donazione era stata fatta da Cerealitalia per un importo complessivo di 36mila euro e non da Ferragni le cui società avrebbero intascato 500mila euro nel 2021 e 700mila euro l’anno successivo.

Rispondendo a La Stampa, un membro del Cda della Cerealitalia, specifica che c’è una differenza con il caso Balocco: «Il prezzo di listino delle uova brandizzate Ferragni era in linea con quello degli altri nostri prodotti di pari grammatura. Da questo è evidente che non era in alcun modo nostro interesse sfruttare la donazione a fini commerciali».

La responsabile marketing ha aggiunto: «Il nostro contributo è stato elargito secondo gli accordi presi con l'impresa sociale, senza alcuna richiesta di dichiarare una correlazione fra donazione e vendita delle uova».

Per il caso Balocco nei giorni scorsi sono arrivate anche le scuse di Ferragni pubblicate su Instagram: «Sono sempre stata convinta che chi è più fortunato ha la responsabilità morale di fare del bene – dice nel video – sono i valori che hanno sempre spinto me e la mia famiglia. Questo è quello che insegniamo ai nostri figli. Gli insegniamo anche che si può sbagliare, e che quando capita bisogna ammettere, e se possibile, rimediare all’errore fatto e farne tesoro»

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