- I pubblici ministeri hanno ascoltato per quattro ore Urbano Cairo, editore de La7 e del Corriere della Sera, in merito alla chiusura del programma Non è l’arena, condotto da Massimo Giletti.
- Il talk è stato cancellato, lo scorso aprile, senza un preavviso e senza una spiegazione se non quella dei costi eccessivi, anche se mancavano pochi appuntamenti prima della chiusura della stagione.
- Domani ha svelato, poche ore dopo la chiusura, l’esistenza di una foto imbarazzante che il gelataio, favoreggiatore degli stragisti Graviano, Salvatore Baiardo avrebbe mostrato a Giletti.
I pubblici ministeri hanno ascoltato per quattro ore come testimone Urbano Cairo, editore de La7 e del Corriere della Sera, in merito alla chiusura del programma Non è l’arena, condotto da Massimo Giletti. Il talk è stato cancellato, lo scorso aprile, senza un preavviso e senza una spiegazione se non quella dei costi eccessivi, anche se mancavano pochi appuntamenti prima della chiusura della stagione.
Domani ha svelato, poche ore dopo la chiusura, l’esistenza di una foto che ritrarrebbe Giuseppe Graviano, mafioso condannato per le stragi del biennio 1992-1993, Silvio Berlusconi, ex presidente del Consiglio, e l’ex generale dei carabinieri, Francesco Delfino.
Una foto che Giletti avrebbe visto nelle mani di Salvatore Baiardo, il gelataio e favoreggiatore dei Graviano, che prima è diventato protagonista della trasmissione, ha anticipato l’arresto di Matteo Messina Denaro, poi ha cominciato ad attaccare Giletti quando quest’ultimo ha raccontato ai magistrati dello scatto. Baiardo ha negato davanti ai pubblici ministeri, ma quando è stato intercettato confermava, nei colloqui registrati, l’esistenza della foto. Per questo e anche per altre condotte i pm hanno chiesto il suo arresto, negato dal giudice e ora si attende la decisione del tribunale del Riesame, il prossimo 14 luglio.
La chiusura del programma
Non è L’Arena è stata chiusa per l’irritazione della famiglia Berlusconi dopo le puntate sui presunti rapporti tra mafia e lo scomparso, Silvio Berlusconi? Di certo, Marcello Dell’Utri, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, aveva più volte espresso irritazione per gli approfondimenti di Giletti e, per quanto svelato da Domani, lo stesso Berlusconi aveva parlato con l’amico Cairo nelle settimane che hanno preceduto la chiusura. Al centro delle chiacchierate tra i due imprenditori ci sarebbero stati anche i servizi giornalistici trasmessi da Giletti sulle stragi e il ruolo di Dell’Utri, che è stato il consigliere più determinato a convincere il Cavaliere a “scendere in campo” e fondare Forza Italia. Temi al centro delle quattro di confronto nel quale Cairo, come persona informata sui fatti, ha risposto alle domande dei pubblici ministeri.
L’indagine sulla chiusura del programma continua e, a quanto ci risulta, nelle prossime settimane dovrebbero essere ascoltate altre persone informate sui fatti.
Non è un fascicolo a parte, ma rientra nella mega inchiesta sui mandanti esterni alle stragi, dove è indagato Dell’Utri (lo era anche Berlusconi), i pm vogliono capire se ci sono state pressioni per chiudere il programma e favorire gli indagati eccellenti.
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