Ci sono voluti oltre 500 soldati e agenti delle forze speciali per condurre l’operazione coordinata dai servizi di intelligence americani e britannici. Il presidente della Colombia, Ivan Duque, ha commentato così la notizia: «È il colpo più duro inferto al narcotraffico nel paese, paragonabile solo alla cattura di Pabolo Escobar»
Dopo Pablo Escobar uno dei narcotrafficanti più pericolosi e ricercati è stato arrestato dall’esercito colombiano.
Si chiama Dairo Antonio Usuga e ha concluso la sua latitanza dopo circa dieci anni in cui è riuscito a sfuggire alla cattura della polizia corrompendo funzionari di alto livello e servendosi di militanti in giro per tutto il paese. Sulla sua testa c’era anche una taglia della Dea (Drug enforcement administration) di oltre cinque milioni di dollari.
Usuga, alias Otoniel, appare con degli stivali di gomma e un viso quasi sorridente di fronte ai media nazionali che lo hanno immortalato ammanettato e circondato dai soldati. Secondo le forze militari colombiane Usuga è a capo del Clan del Golfo, uno dei gruppi criminali più violenti e pericolosi del paese, capace di produrre e vendere quantitativi enormi di cocaina. Il clan è riuscito, attraverso una fitta rete di sicari, a conquistarsi le rotte del narcotraffico che guardano verso l’America centrale e il grande mercato degli Stati Uniti. Il dominio di quelle rotte ha garantito al gruppo criminale una crescita esponenziale negli anni.
Il presidente della Colombia, Ivan Duque, ha commentato con soddisfazione la notizia: «È il colpo più duro inferto al narcotraffico nel paese, paragonabile solo alla cattura di Pabolo Escobar». Un arresto eccellente che avviene a conclusione di quella che ha definito «la più grande spedizione nella giungla mai realizzata nella storia militare del nostro paese».
La cattura
L’operazione è stata condotta con il supporto e la coordinazione dei servizi segreti americani e britannici che hanno identificato Usuga a Necocli, un’area nel nord-ovest del Paese. Ci sono voluti anni per localizzarlo, visto il suo stile di vita fuori dai radar e la sua capacità corruttiva di funzionari statali di alto livello. A Necocli, tra la vegetazione della giungla, il narcos 50enne era protetto dai suoi uomini che hanno formato ben otto anelli di sicurezza diversi. Infatti, sono serviti più di 500 soldati e agenti delle forze speciali colombiane per portare a termine l’irruzione, durante la quale non è ancora chiaro se ci siano stati morti o feriti tra le parti.
Le accuse e il suo passato
Usuga è stato incriminato per la prima volta nel 2009, dal tribunale federale di Manhattan, con l’accusa di traffico internazionale di droga e per aver fornito assistenza a un gruppo paramilitare di estrema destra, considerato un’organizzazione terroristica da parte degli Stati Uniti. Non solo Manhattan, ma anche i tribunali federali di Brooklyn e Miami lo hanno accusato di aver importato negli Stati Uniti almeno 73 tonnellate di cocaina tra il 2003 e il 2014 attraverso altri paesi sudamericani come Venezuela, Messico, Panama e Honduras.
Il fratello di Usuga è stato ucciso in un raid nel 2012, entrambi hanno iniziato la loro carriera criminale dopo essere stati uomini armati per l’Esercito di liberazione popolare nato nel 1965 e che ha gettato il paese i una brutale guerra civile. I due fratelli hanno anche combattuto per lo schieramento opposto formato da altri gruppi paramilitari. Si arriva alla pace del 2006 ma Dairo Antonio Usuga non depone le armi e decide di continuare la sua carriera nel mondo criminale colombiano conquistando con violenza la strategica posizione del Golfo di Uraba nel nord del paese.
L’arresto del signore della droga potrebbe portare a un nuovo riassetto all’interno del clan oltre a spostamenti di potere che possono riguardare organizzazioni attive anche nei paesi limitrofi. Una situazione che gli investigatori europei monitorano con attenzione, visti gli ingenti quantitativi di cocaina che dal sudamerica arrivano ogni anno nei porti tedeschi, spagnoli e italiani prima di essere smistata nelle grandi città.
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