Dopo trattattive durate per tutta la giornata, la maggioranza è finalmente riuscita a raggiungere un compromesso: dal 15 febbraio, chi ha compiuto almeno 50 anni non potrà più recarsi al lavoro senza super green pass
Il governo ha approvato questa sera l’obbligo di vaccinazione per tutti coloro che hanno compiuto 50 anni. Dal 15 febbraio e fino al 15 giugno chi si trova in questa fascia d’età dovrà presentare il super green pass per presentarsi al lavoro. Non sarà più sufficiente, quindi, il green pass ottenuto tramite tampone. Chi si recherà al lavoro essendone sprovvisto rischierà una multa tra i 600 e i 1.500 euro.
La decisione è frutto di un difficile compromesso tra le forze di maggioranza, le cui trattative sono durate per tutta la giornata. Lega e Movimento 5 stelle, in particolare, si sono opposte all’introduzione dell’obbligo e hanno trattato anche su altri punti del decreto. La Lega ad esempio è riusciti a far saltare la proposta di estendere il super green pass a banche, uffici pubblici e negozi di beni non di prima necessità.
Le divisioni
Per contrastare il picco di contagi degli ultimi giorni, la maggioranza dei ministri è d’accordo nel respingere nuove restrizioni alla socialità e incentivare le vaccinazioni. L’idea che da settimane aveva incontrato maggior favore è quella di rendere invalido il green pass ottenuto tramite tampone per recarsi al proprio posto di lavoro.
Negli ultimi giorni, però, questa ipotesi si è scontrata con la crescente opposizione di Movimento 5 stelle e Lega. Il ministro leghista dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, scrivono i giornali, avrebbe a sorpresa adottato una posizione molto dura sul tema. Anche il Pd, però, era poco convinto da questa scelta e preferiva un obbligo vaccinale generalizzato, opzione che ha presentato ufficialmente nel Consiglio dei ministri.
Su quest’ultimo punto il governo però è ancora più diviso. L’obbligo è già in vigore per diverse categorie, dal personale sanitario a quello scolastico, e negli ultimi giorni si è fatta più concreta la possibilità di allargarlo ulteriormente. In particolare, si è parlato di rendere obbligatorio il vaccino per chi ha più di 60 anni. In questa fascia d’età sono 1,2 milioni gli italiani che non hanno ricevuto nemmeno una dose.
Anche questa proposta, però, ha incontrato l’opposizione della Lega e in particolare del suo leader Matteo Salvini, che ha sempre dichiarato di essere contrario all’obbligatorietà. «No all’obbligo indiscriminato di vaccino ma tutela di anziani e fragili, indennizzi per i danneggiati dalle vaccinazioni, subito un decreto ristori per chi perde il lavoro, no a bambini senza scuola», hanno fatto sapere fonti della Lega nel corso della giornata.
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