L’illusione di un lavoro super pagato, prodotti venduti a prezzi diversi in base alla disponibilità economica. Tutte le crepe che si aprono nel sistema che ruota attorno all’Academy dell’influencer Jimmy Cenedella
Decine di persone che si sentono truffate e che hanno deciso di parlare, superando «la manipolazione psicologica cui ci hanno sottoposto», fatta di illusioni e poi umiliazioni e minacce. Un identico prodotto che ha un costo diverso a seconda della disponibilità economica del cliente, da 500 a tremila euro.
L’attivazione di un prestito ufficialmente finalizzato all’acquisto di una «tecnologia del benessere» e sottoscritto con un’azienda milanese attiva nel settore beauty, che in realtà serve ad acquistare un corso per venditori online offerto da un’altra società italiana con sede fiscale in Asia. Nel sistema di guadagno facile del ventenne Jimmy Cenedella iniziano ad aprirsi numerose crepe.
Qualche giorno fa Fabrizio Corona ha presentato sulla sua pagina Instagram da 1,4 milioni di follower «l’unico sistema reale che ti permetterà di guadagnare dai 3mila ai 10mila euro al mese da casa, con poche ore al giorno e senza dover avviare business online complessi».
Contattando Corona in privato per avere maggiori informazioni si viene indirizzati su un sottodominio di «Professione Vincente», sito internet riconducibile a Jimmy Cenedella, del quale lo scorso ottobre Corona era già stato testimonial e col quale oggi sembra essersi messo, in qualche modo, in affari.
La società
Secondo il registro delle imprese del Regno Unito, dal settembre del 2022 Jimmi Elia Cenedella, classe 2003, residente a Brescia, è titolare della JC Consulting Capital LTD, una società a responsabilità limitata con un capitale sociale che almeno sulla carta (non sappiamo se sia mai stato versato) ammonta a 300mila sterline. Nonostante non risulti tra gli iscritti all’albo dei consulenti finanziari (a 19 anni sarebbe improbabile, ma in assenza di un’abilitazione non potrebbe esercitare la professione), alla voce occupation indica «financial adviser».
Ma negli ultimi mesi vengono registrate alcune significative modifiche: il 24 gennaio l’indirizzo di residenza della compagnia viene trasferito da Londra a Cardiff, presso una PO Box, una semplice casella postale in affitto. Mentre un mese più tardi, è il 20 febbraio, la società viene sciolta. A quel punto l’unica impresa di cui risulta titolare Cenedella diventa la CEOS Limited, con sede a Hong Kong.
Fatto curioso, considerato che il giovane, a giudicare dai social, sembrerebbe domiciliato a Dubai, al riparo da qualsiasi tipo di controllo da parte delle autorità italiane: ma se così fosse perché non costituire un FZE negli Emirati Arabi?
La faccenda è rilevante visto che, sulla base delle numerose testimonianze che abbiamo raccolto, lo schema Cenedella presenta non poche falle. E quindi, per le persone che sono cadute in questa rete, potrebbe fare differenza scoprire che opera dall’Italia e non dall’estero.
«Quando li contatti ti acchiappano come una ventosa», racconta Aurelia. «Ti dicono che entro massimo due mesi, acquistando il loro corso, avrai un lavoro garantito e rientrerai nell’investimento iniziale». La realtà è tuttavia molto diversa: nessuna delle persone che Domani ha contattato è riuscita a guadagnare più di qualche centinaio di euro a fronte di una spesa da migliaia di euro.
La maggior parte ha abbandonato il programma dopo mesi di attesa di un contratto di lavoro che non è mai arrivato. Solo che a quel punto, quando gli acquirenti capiscono che qualcosa non funziona, si entra in una nuova fase: «Parte il loro giochetto mentale, ti convincono che il problema sei tu, che non sai lavorare, che non sai essere paziente, che non hai voglia. Se ti lamenti ti insultano: “Dalla tua foto profilo si vede che non sei una persona seria, è per questo non sei stata ancora assunta, non ti prenderebbero a lavorare nemmeno in una fabbrica”». E ancora, racconta Maurizio: «Se protesti per loro mancanze diventano aggressivi verbalmente».
Acquistare «subito»
Ma nello schema Cenedella ci sono incrinature molto più profonde da un punto di vista strettamente legale. Prima di tutto il costo del corso, che è identico per tutti, varia in maniera arbitraria da persona a persona, ovvero varia in base a quanto ognuno si dimostra disponibile a pagare. Con una aggravante: chi ha meno liquidità viene in genere convinto a sottoscrivere una finanziaria che permette di rateizzare il pagamento.
Ma proprio perché il pagamento sarà suddiviso in tranche, il costo totale risulterà esponenzialmente molto più alto rispetto a chi versa subito 500 o 1.000 euro. Michela e Francesca, ad esempio, si trovano a dover pagare rispettivamente 3.500 euro e 2.800 euro in 36 mesi. Non solo: l’intermediario del loro prestito, finanziato da Compass, è Eva Group, una srl attiva nel settore beauty con sede a Cesano Boscone, in provincia di Milano. Sul sito del gruppo – nella sezione shop tra i prodotti «a casa come in spa» – sono effettivamente presenti «Corso market leader», «Corso marketing programmatico», «Digital Skill Master».
Non è chiaro perché un’azienda specializzata in centri estetici di lusso venda dei corsi di marketing, ma la faccenda diventa molto seria soprattutto perché il credito concesso a Francesca e Michela dovrebbe essere finalizzato al pagamento di una «tecnologia benessere ad uso domestico DSM» e non all’acquisto di un corso.
Nessuna delle due riceverà mai il «macchinario» per il quale stanno ancora pagando delle rate a Eva Group: la «tecnologia benessere» citata nel contratto, infatti, è in realtà il corso da Remote Closer di Cenedella. Il quale, a quanto pare, si appoggia a Eva Group in una maniera che sembra del tutto fraudolenta per permettere a chi non può affrontare subito la spesa di rateizzarla.
L’avverbio di tempo non è casuale, ma rappresenta l’ennesima criticità di questo schema, che può essere considerato illegittimo anche rispetto alle pressioni esercitate sui clienti, i quali raccontano: «Ti ripetono che devi acquistare immediatamente il corso perché solo in quel momento c’è uno sconto»; «Se compri subito dicono che avrai maggiori risultati, maggiori possibilità di essere inserita in azienda. Se non cogli al volo l’opportunità, la perderai perché il loro calendario è pieno di altri appuntamenti»; «Durante la call ti mettono fretta: io ho provato a dire che ci volevo pensare ma lui mi ha risposto che dopo non ci sarebbe più stato quello sconto».
La piramide dei corsi
Inoltre a tutti viene proposto di frequentare ulteriori corsi intensivi o lezioni private da altre migliaia di euro «per trovare lavoro, invece che dopo un mese, dopo una settimana». In ultimo appare chiaro, incrociando le testimonianze, che le aziende attorno alle quali ruota il sistema Cenedella siano sempre le stesse e che tutte si fondino sullo stesso identico schema: «L’impressione», spiega una fonte, «è che tutte le società siano correlate tra loro, che si passino tra loro i nomi».
Si parla ad esempio della Messinese Enterprises di Cristian Messinese, il fondatore di Guadagno Digitale che vende un altro corso – il solito corso – per guadagnare cifre da capogiro online; della Fenice Academy, un «centro di formazione» con sede a Torino, per la quale ha lavorato Giuseppe: «Non sapevamo cosa dovevamo vendere, ci dicevano “voi vendete emozioni”; a me hanno proposto un lavoro di 12 ore al giorno, più di 180 chiamate ogni giorno: il primo mese ho guadagnato 450 euro, il secondo 289». E ancora Bea La Setter di Beatrice Crippa e l’accademia «per un e-commerce vincente» di Luke Marani.
In sintesi: si compra un corso, per vendere un altro corso, per vendere un altro corso ancora. Ma a guadagnare sono solo i vertici di queste piramidi.
Anche perché più cresce il numero di iscritti più il sistema sembra crollare sotto il suo stesso peso: «La mia impressione», spiega una fonte entrata in questo mondo a luglio, «è che agli inizi, quando eravamo pochi, qualcuno riuscisse ancora a entrare in qualche azienda: giusto per tenerti buono ti fissavano un colloquio per guadagnare due lire, ma quando siamo aumentati, e il numero di aziende invece è rimasto sempre quello, non sapevano più dove piazzarci».
Forse per questo motivo, e perché sempre più persone iniziano a nutrire forti dubbi sulla liceità di questo schema, qualche giorno fa nella chat interna è stato annunciato che il corso d’ora in poi si chiamerà RWA: «Inoltre», scrivono gli amministratori del gruppo, «dato che ci stiamo ingrandendo non utilizzeremo più il nome di Jimmy perché fa risultare la realtà dell’azienda piccola associata a un solo nome». Sembra che stia cambiando tutto: il nome, lo scioglimento della JC Consulting, l’ingresso di Fabrizio Corona. Ma sembra uno dei classici casi in cui tutto cambia perché nulla cambi.
Circuito di reclute
Da ottobre a oggi il numero di iscritti al canale Telegram dell’Academy di Jimmy Cenedella è quintuplicato. Chi si sente ingannato abbandona ma viene sostituito da nuove reclute. Alessia (il nome è di fantasia), a gennaio è stata assunta come setter dalla CEOS Limited di Cenedella: racconta di aver lavorato sette giorni su sette guadagnando infine 200 euro di commissioni. In un mese e mezzo ha risposto alle richieste di informazioni ricevute da più di mille persone e fissato per loro il primo appuntamento con un coach, quello in cui si effettua il bonifico in diretta.
Conferma che il metodo utilizzato è manipolativo: «Ti insegnano che devi studiare le persone e individuare il loro punto debole. Devi vendere un prodotto dubbio come se fosse sicuro, non puoi farti prendere dall’emotività e non devi farti scrupoli.
Non si può mai parlare del costo del corso, devi rimanere vago. Durante il primo contatto pur di convincere l’utente a prendere un appuntamento con un coach puoi proporre una “formula investimento zero”, cioè dire che possono entrare senza pagare nulla, anche se non è vero. Oppure puoi dire che esiste la possibilità di accedere tramite un’inesistente borsa di studio».
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