Molte persone non sono riuscite a raggiungere piazzale Ostiense per i blocchi di polizia e per lo sciopero dei mezzi. Feriti trenta agenti e almeno tre ragazzi. Solidarietà alle forze dell’ordine da Mattarella, Meloni, Piantedosi e Tajani
Sono oltre duecento le persone allontanate prima della manifestazione di sabato a piazzale Ostiense a Roma in solidarietà al popolo palestinese e libanese, contro la guerra e contro il divieto di manifestare imposto dalla questura. In una città blindata, fino ai caselli autostradali, con servizi a cerchi concentrici, cinquantuno persone hanno ricevuto il foglio di via, un manifestante è stato arrestato, quattro fermati e in 150, scrive Ansa, per non farsi identificare ai controlli, hanno deciso di tornare indietro e le forze dell’ordine li hanno scortati fino al limite della provincia.
Ci sono poi varie testimonianze di pullman provenienti da altre città, come Pisa, con solidali bloccati agli autogrill dalle forze dell’ordine, che hanno impedito loro di raggiungere la capitale. E, in aggiunta ai controlli, lo sciopero dei mezzi pubblici ha reso complicato raggiungere la piazza.
La manifestazione era stata vietata dalla questura e il divieto è stato confermato dal Tar. Ma nel primo pomeriggio di sabato, il concentramento nel piazzale è stato autorizzato, mantenendo però il veto sul corteo per le strade della città.
Migliaia di persone hanno riempito la piazza a cui, nonostante l’iniziale divieto, hanno aderito centinaia di organizzazioni, associazioni, sindacati, riuniti anche contro le restrizioni alla libertà di manifestazione contenute nel nuovo disegno di legge 1660 sulla sicurezza, approvato alla Camera e ora in Senato. Tra questi, Sì Cobas, Usb, Unione degli Studenti, movimenti e partiti come Potere al Popolo, Possibile, Ultima generazione, e diversi centri sociali, oltre alle rete ddl 1660.
In serata, dopo ore di manifestazione pacifica, ci sono stati scontri tra le forze dell’ordine e un gruppo di persone, su cui la polizia sta facendo delle indagini per l’identificazione. Lanci di bottiglie e sassi da una parte, cariche di polizia sui manifestanti, idranti e lacrimogeni dall’altra.
Le reazioni
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiamato il capo della polizia per esprimere solidarietà agli agenti feriti, in tutto sarebbero 34, e apprezzamento per le forze di polizia. Solidarietà è stata espressa anche dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Tra i manifestanti, sono rimasti feriti alla testa almeno due ragazzi e una ragazza.
In serata è intervenuta anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, in un tweet, oltre alla solidarietà di tutto il governo agli agenti, ha definito «intollerabile» che vengano «feriti durante una manifestazione di piazza».
Anche il Sindacato dei lavoratori di polizia della Cgil ha espresso «piena solidarietà e vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori in divisa che sono rimasti feriti». Una manifestazione che – secondo la segreteria del Silp – «è stata ben gestita dallo straordinario lavoro delle forze di polizia e anche dalla collaborazione degli organizzatori». Continua poi il comunicato: «Pochi facinorosi hanno trasformato tutto in guerriglia, fino a che gli incappucciati non hanno fatto degenerare le cose, la manifestazione stava andando per il giusto verso».
Per il sindacato, «in un paese democratico» c’è un «binomio imprescindibile»: deve essere «garantito il diritto a manifestare» così come il «diritto alla sicurezza» e, si aggiunge, «da sempre diciamo che chi ha responsabilità politiche e di governo ha il dovere, anche attraverso atteggiamenti di sobrietà istituzionale, di non aizzare gli animi e di lavorare sempre per garantire il sereno svolgimento di qualsiasi protesta. Da questo punto di vista la nostra posizione resta critica anche nei confronti del ddl sicurezza che rischia di essere un boomerang, esasperando le tensioni sociali e rendendo più insicuri gli stessi operatori in divisa».
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