Un gruppo di intellettuali ha puntato il dito contro i quesiti sbagliati dei concorsi per le scuole medie superiori. La settimana prima c’era già stato il primo appello. Mentre continuano le segnalazioni, chiedono che il ministro riferisca in parlamento
Mentre sono partiti gli orali del concorso per la scuola, un gruppo di intellettuali che ormai ha superato le 500 adesioni continua a chiedere che vengano ricalcolati i risultati delle prove scritte. «Un’offesa all'oggettività e al merito, oltre che alle vere competenze» con «domande mortificanti dei quesiti di un telequiz televisivo», altre «mal poste, fuori programma, erronei o anche solo ambigui» si legge nell’appello pubblicato il 21 giugno, mentre continua a crescere il numero di firme.
La richiesta è che il ministero si muova prontamente per individuare chi si è trovato davanti quesiti sbagliati. Oggi Massimo Arcangeli, promotore dell’appello e professore di Linguistica italiana all'università di Cagliari, ha chiesto ancora una volta al ministro Patrizio Bianchi di riferire in parlamento su quanto sta accadendo.
Le prove scritte
A marzo sono ripartiti i concorsi per i docenti. La prima prova era scritta e con quesiti a risposta multipla che prevedevano materie diverse a seconda degli insegnamenti. I primi sono stati quelli per le scuole medie superiori e poi quelli per le medie inferiori. A mano a mano che venivano affrontate le prove, però, hanno cominciato a moltiplicarsi le segnalazioni di errori, al punto che il 21 giugno un gruppo di intellettuali ha preso posizione contro il ministero dell’Istruzione con una lettera pubblica.
A chiedere al governo di «riconoscere gli errori commessi» e porre rimedio, ci sono nomi dell'accademia, rettori e scrittori. Assieme al promotore Arcangeli una folta schiera di intellettuali, da Massimo Cacciari a Luciano Canfora, passando per Moni Ovadia, Edoardo Boncinelli, Luca Serianni, Paolo Di Stefano e decine di altri che si trovano in un appello pubblicato integralmente da Repubblica.
Il nuovo appello
Adesso è arrivato un nuovo appello. Il 22 giugno il ministero dell’Istruzione ha pubblicato una specificazione, dicendo che tutte le segnalazioni pervenute sono controllate dalla Commissione nazionale del concorso e dai 131 gruppi di lavoro dedicati alle singole classi di concorso. Nei casi in cui sono riscontrati errori, ha assicurato, le domande vengono annullate e i punteggi dei candidati sono rivisti.
Inoltre il ministero dell’Istruzione adduce come giustificazione l’altissimo numero di quesiti: «Il ministero è impegnato, da diversi mesi, nella realizzazione di un concorso dalla complessa macchina organizzativa con oltre 8mila quesiti da predisporre».
La risposta però non ha convinto gli intellettuali, anche perché le segnalazioni continuano ad aumentare. Ancora una volta, non si chiede di annullare il concorso, che è già finito al centro delle polemiche per le percentuali di bocciati altissime nelle varie discipline, ma di riammettere chi non è passato all'orale per colpa dei quesiti sbagliati.
Arcangeli si è rivolto direttamente a Bianchi: «Il silenzio continua ad essere assordate. Noi chiediamo che vengano immediatamente sanati tutti i quesiti errati, ambigui, mal formulati, fuori programma, e che lo si faccia in modo equanime, senza inaccettabili discriminazioni, per tutte le classi di concorso. Il ministro Bianchi riferisca in parlamento».
Gli errori
Tra gli errori più grossolani quello sul “parellelogramma esagonale” (figura geometrica inesistente) inserito in un quiz a risposta multipla. Nell’appello si fa menzione anche di una citazione palesemente sbagliata. Il Miur chiedeva di sapere a quale opera appartenesse l’incipit «Comincio a scrivere la prima frase, confidando per la seconda nell’onnipotenza divina», peccato che non sia l’inizio di un testo, ma una frase nel secondo capitolo dell’ottavo volume del romanzo a puntate The Life and Opinions of Tristram Shandy, gentleman di Laurence Sterne.
«Chi ha elaborato il quesito ha confuso l’inizio dell’opera col momento in cui la voce narrante, parlando di come avviare un libro, si dichiara convinta che il suo incipit, oltreché il più religioso, sia il migliore di tutti gli inizi possibili».
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