La costruzione di un nuovo attracco per le grandi navi della di Royal Caribbean a Fiumicino preoccupa le associazioni. Il progetto, inserito tra le infrastrutture necessarie per i pellegrini, potrebbe essere realizzato usufruendo delle procedure accelerate previste
È passato un anno ma niente è cambiato. La realizzazione di un porto per le navi da crociera di Royal Caribbean a Fiumicino è stata recentemente confermata dal governo e mantenuta tra le opere previste per il Giubileo 2025.
Mentre gli uffici tecnici dei ministeri della Cultura e dell’Ambiente aspettano che la società Fiumicino Waterfront controllata dalla Royal, proponente dell’opera, risponda alle loro numerose osservazioni presentate in sede di Valutazione di impatto ambientale (Via), a Palazzo Chigi confermano che l’opera si farà; e si farà bypassando le procedure ordinarie in quanto in un recente Dpcm, firmato dal sottosegretario Alfredo Mantovano, l’opera è classificata come «intervento essenziale» per l’accoglienza dei pellegrini.
Le preoccupazioni delle associazioni
Anche molte associazioni ambientaliste e di cittadini hanno presentato osservazioni alla Via per denunciare l’impatto che un’opera del genere avrebbe su un territorio molto delicato, come è quello alla foce del Tevere, caratterizzato dalla presenza di siti archeologici di grande interesse e già segnato dalla presenza dell’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci e da gravi problemi alla viabilità.
Il progetto attuale è il risultato di una serie di varianti a quello presentato dalla Ip Iniziative Portuali srl, titolare di una concessione marittima per la realizzazione di un porto turistico al vecchio faro a Isola sacra. Fallita la Ip, il fondo di investimento inglese iCon Infrastructure Llp e il colosso delle crociere con sede a Miami, Royal Caribbean, si sono associati nella Fiumicino Waterfront srl che ha rilevato la concessione della Ip.
Royal Caribbean è stata assistita nell’operazione di acquisizione della concessione dallo studio Gnudi associazione professionale presso i cui uffici di Roma ha sede la Fiumicino Waterfront srl. Lo Studio Gnudi ha oltre sessant’anni di esperienza e offre consulenza tributaria, societaria e contabile. Nelle sedi di Roma, Bologna e Milano svolgono la loro attività circa trenta dottori commercialisti e avvocati tributaristi insieme ai soci fondatori Piero Gnudi (ex ministro nel governo Monti ed ex dirigente, tra l’altro, di Eni, EniChem, Credito Italiano, Iri e Ilva), Romano Conti e Matteo Tamburini. Alle nostre domande sul passaggio della concessione da Ip alla Fiumicino Waterfront non hanno risposto scrivendoci che «la policy dello studio non consente di rispondere ai progetti dei nostri clienti».
L’occasione del Giubileo
L’opera è stata poi inserita nel programma giubilare a giugno 2023 come chiesto al commissario Roberto Gualtieri dall’allora sindaco di Fiumicino, Esterino Montino del Pd, con una lettera in cui si legge: «L’inserimento nel programma giubilare rappresenterebbe un indiscutibile arricchimento del programma stesso e potrebbe consentire una notevole accelerazione delle procedure realizzative del progetto».
L’attuale sindaco Mario Baccini, alla guida di una giunta di centrodestra, vede nella costruzione del nuovo porto una occasione per valorizzare una area segnata da degrado e un volano di sviluppo per la città.
Oltre all’impatto ambientale ci sono anche altri aspetti non meno importanti. Gli approdi per navi passeggeri sono di esclusiva competenza delle Autorità portuali statali; non possono essere costruiti da privati.
La Capitaneria di Porto di Roma ha chiesto, infatti, che l’approdo di Royal Caribbean venga realizzato sotto la giurisdizione della Autorità portuale di Civitavecchia. Quello di Fiumicino è il primo caso di concessione demaniale per porto turistico con aggiunta della funzione crocieristica.
I rischi delle concessioni
«Quello che ne è venuto fuori è un ircocervo mai visto prima nella storia portuale a livello mondiale» dice Pietro Spirito, ex presidente dell’Autorità portuale del Mar Tirreno centrale (porti di Napoli, Salerno e Castellamare) e professore di Management delle infrastrutture all’Università Mercatorum.
«È un ircocervo spuntato dal nulla non previsto in nessuno strumento di pianificazione nazionale, regionale o comunale; un privato che trasforma una concessione turistica in concessione turistica/crocieristica rappresenta un precedente pericoloso. E per giunta il privato chiede e ottiene dal regolatore pubblico procedure accelerate grazie al Giubileo», dice Spirito.
«Il Comune di Fiumicino», prosegue Spirito, «avrebbe dovuto convocare i nuovi proprietari subentrati nella concessione e chiedergli il nuovo piano industriale, verificare la compatibilità e fare tutta la analisi da capo. Stiamo parlando di una concessione a un privato di 90 anni. Quella di Aldo Spinelli al porto di Genova, tanto discussa, è di 30 anni».
Spirito azzarda poi una previsione: «Con la autonomia differenziata succederà esattamente questo: ognuno fa come gli pare a casa sua, fuori da ogni pianificazione».
Il porto di Fiumicino toglierebbe fette di mercato a quello di Civitavecchia che ha margini di sviluppo e una ferrovia che lo collega alla stazione Roma san Pietro in meno di un’ora.
Le navi che Royal Caribbean vuole far arrivare alla foce del Tevere sono le più grandi al mondo: lunghe fino a 360 metri e alte fino a 70 metri, hanno un pescaggio di 12 metri che rende necessario il dragaggio di circa tre milioni di metri cubi di sabbia dal fondale marino, attualmente di appena 5 metri.
Questi dragaggi, che interferirebbero con le condotte petrolifere sul fondale con evidente rischio di impatto ambientale, secondo il cronoprogramma dovrebbero essere già terminati, ma non sono mai iniziati. E la fine del cantiere ad oggi è prevista per marzo del 2028.
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