- In Italia a Natale ci sono stati 54.726 positivi al Sars-CoV-2, mai così tanti da inizio della pandemia: dovremo introdurre misure più restrittive anche in Italia?
- Il virologo Guido Silvestri, ha scritto che i media mainstream straparlano di «tsunami Omicron», invece «la letalità della variante è molto più bassa delle precedenti». Ma è vero?
- Gli studi finora condotti su Omicron non ci permettono di chiarire esso sia più o meno letale di Delta, però è sicuramente più contagiosa e rischia di riempire in breve tempo le terapie intensive.
In Italia a Natale abbiamo contato 54.726 positivi al Sars-CoV-2, mai così tanti dall’inizio della pandemia, e 144 morti. Invece in Germania in quello stesso giorno hanno registrato solo 10.100 nuovi casi di Covid e 88 decessi dovuti al virus, in netto calo rispetto ai quasi 74mila positivi e 388 morti che avevano contato il 2 dicembre scorso, picco dell’epidemia.
Come hanno fatto? Semplice: quel giorno il governo tedesco di Angela Merkel ha ordinato il lockdown per i non vaccinati e ha introdotto la regola “2G”: solo chi era vaccinato o guarito dal Covid poteva accedere agli spazi pubblici.
Dovremo introdurre misure simili anche in Italia? Probabilmente sì, soprattutto perché da noi si sta diffondendo la variante Omicron, che pare molto più contagiosa anche se forse meno aggressiva della Delta, prima dominante.
Eppure, l’illustre virologo Guido Silvestri, professore alla Emory University di Atlanta, invita alla calma. Sul Corriere della Sera ha scritto: «I media mainstream straparlano di tsunami Omicron”, invece «la letalità di Omicron è molto più bassa delle precedenti».
Lo stesso professore a giugno 2020 aveva detto che «il virus sta mutando, sta diventando più buono», e smetterà di ucciderci, previsione non proprio azzeccata, visto che è diventato più cattivo; e che nell’ottobre 2020 aveva vaticinato: «Il virus ha i giorni contati come Hitler nel 1945», proprio mentre nel mondo stava per esplodere la seconda ondata epidemica, che ha fatto milioni di morti. Insomma, tenendo conto di queste dichiarazioni tenderei a non fidarmi.
Crescita esponenziale
Per prima cosa, bisogna ribadire che i vaccini ci proteggono dalla malattia grave e dalla morte, anche con Omicron. Poi, voglio raccontarvi una storia. Molti secoli fa, un ambasciatore fece scoprire al faraone il gioco degli scacchi. Il faraone ne fu entusiasta, così decise di ringraziarlo: «Esaudirò un tuo desiderio».
L’ambasciatore rispose: «Voglio del riso. Un chicco sulla prima casella della scacchiera, due chicchi sulla seconda, quattro sulla terza e così via, moltiplicando ogni volta per due fino all’ultima casella, la sessantaquattresima». Il faraone rispose: «Così poco? Sarai esaudito!».
Il faraone purtroppo sottovalutò il potere della cosiddetta crescita esponenziale. Giunto all’undicesima casella doveva versare oltre mille chicchi di riso. Alla ventesima, 524.288. All’ultima casella, oltre 9 miliardi di miliardi di chicchi. Il coronavirus si comporta in maniera simile.
Ogni virus, quando si diffonde, segue leggi matematiche semplicissime, simili a quelle del riso sulla scacchiera. Un virus infetta un individuo, e questo a sua volta ne infetta un certo numero di altri, ognuno dei quali a sua volta ne infetta altri ancora, e così via. I virus possono essere più o meno contagiosi.
Ad esempio, vari studi scientifici dimostrano che la variante Delta del coronavirus infetta un individuo e questo a sua volta ne può infettare in media quattro, e ognuno di questi a sua volta altri quattro, e così via; invece la variante Omicron infetta un individuo e questo a sua volta ne può infettare in media tre, e ognuno di questi a sua volta altri tre, e così via.
La differente contagiosità di un virus determina quanto velocemente esso si propaghi nella popolazione, cioè quanto sia più o meno rapida la crescita esponenziale dei contagi nel corso dell’epidemia. In epidemiologia, per indicare quanto un virus sia contagioso si utilizza il cosiddetto numero basico di riproduzione, chiamato R0 (R con zero).
Il raddoppio
La variante Delta, prevalente fino a poco tempo fa in Italia e nel mondo, ha un R0 pari a quattro, perché un infetto ne contagia in media quattro; la variante Omicron, che sta esplodendo ora, ha un R0 pari a tre, cioè un infetto ne contagia in media tre.
Il numero basico di riproduzione dipende da diversi fattori: innanzitutto, dalle caratteristiche molecolari del virus, un virus che si attacca meglio alle nostre cellule è più contagioso di un altro, ma anche dalle caratteristiche demografiche del luogo ove il virus si sta diffondendo.
In una città dove abitano 5mila persone per chilometro quadrato il virus si diffonderà più rapidamente rispetto a un paese dove c’è un abitante per chilometro quadrato; da eventuali misure di controllo dell’epidemia, se costringo tutti a chiudersi in casa ovviamente il virus si diffonde meno; dal numero dei vaccinati, e così via.
In epidemiologia si utilizza un secondo concetto chiave, il cosiddetto tempo di raddoppio, che, come suggerisce il nome, indica il tempo necessario perché il numero dei contagiati da un determinato virus raddoppi. Secondo gli studi, la variante Delta ha un tempo di raddoppio fra i 7 e i 14 giorni, invece Omicron ne ha uno pari a circa 2,5 giorni: una differenza mostruosa.
Per fare un esempio concreto, se in Italia ci fossero cento individui contagiati da Delta, ne avremmo 200 dopo sette giorni, e 400 dopo 14; se ce ne fossero cento contagiati da Omicron, ne avremmo 200 dopo due giorni e mezzo, 400 dopo cinque, e 800 dopo circa sette. Il che significa che se diventasse prevalente Omicron, in una sola settimana avremmo un numero di contagi doppio rispetto a quelli che potrebbe provocare Delta in due settimane.
Naturalmente, questi sono solo calcoli teorici, validi per una popolazione totalmente suscettibile, cioè non immunizzata e che non adotti misure di contenimento. Con il progredire dell’epidemia, sia il numero di riproduzione sia il tempo di raddoppio tendono a decrescere: dato che aumenta progressivamente il numero di individui immunizzati perché vaccinati o già infettati dal virus, e dato che in genere si adottano misure di contenimento, il virus trova un sempre minor numero di persone da contagiare.
La mortalità
Tutti gli studi indicano che Omicron è molto più contagiosa della Delta e riesce a sfuggire almeno in parte ai vaccini; resta da risolvere una questione cruciale: è anche più letale?
E qui bisogna introdurre un altro concetto base dell’epidemiologia, il cosiddetto Infection Fatality Rate (Ifr), o tasso di letalità: indica il numero di individui uccisi da un virus ogni cento infettati. Il tasso di letalità, ovviamente, può variare molto a seconda delle condizioni. Sappiamo che il coronavirus uccide più gli anziani dei giovani, e che i vaccini ci proteggono dalla malattia grave e dalla morte, perciò se esso si diffonde in un paese dove la maggioranza della popolazione è giovane, oppure dove sono più i vaccinati dei non vaccinati, il tasso di letalità sarà inferiore.
Gli studi finora condotti sulla variante Omicron non ci permettono di chiarire con certezza se essa sia più o meno letale di Delta. Le ricerche condotte in Sudafrica parrebbero indicare che Omicron sia lievemente meno aggressiva e letale di Delta: però, in quel paese la maggioranza della popolazione è composta da giovani di meno di vent’anni, che di solito sviluppano una forma lieve della malattia; inoltre, anche se solo il 25 per cento degli individui è vaccinato, c’è chi stima che almeno l’80 per cento sia stato immunizzato da una infezione precedente, e ciò impedirebbe il manifestarsi di casi gravi.
Le ricerche condotte in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e in Israele, sembrano dimostrare che Omicron abbia un tasso di letalità inferiore a quello di Delta, però in quei paesi la stragrande maggioranza dei cittadini è vaccinata, mentre pochi lo erano quando, a primavera scorsa, cominciò a diffondersi Delta, il che potrebbe spiegare perché le infezioni ora siano più lievi.
Studi effettuati su cellule umane coltivate in vitro dimostrano che il virus Omicron infetta efficacemente le cellule dei nostri bronchi e con maggiore difficoltà quelle dei nostri polmoni, a differenza di Delta che infetta le cellule polmonari con enorme facilità. Ciò fa sperare che Omicron dia sintomi più lievi e solo di rado polmoniti gravi, ma non lo sappiamo con certezza. Però sappiamo che Omicron è contagiosissima, sfugge in parte ai vaccini e potrebbe riempire le terapie intensive in breve tempo.
Quindi, bisogna fare le terze dosi, vaccinare i bambini e, temo, a gennaio affrontare un breve lockdown.
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