L’indagine “Chiedimi come sto” ha coinvolto 30mila studenti delle scuole superiori e delle università di tutta Italia, facendo emergere le criticità sulla loro salute mentale causate dalla pandemia
Nove studenti su dieci manifestano un forte disagio psicologico e gravi criticità sulla loro salute mentale a causa della pandemia. È quello che emerge dall’indagine “Chiedimi come sto”, realizzata da Rete degli studenti, Udu e Spi-Cgil, che ha coinvolto 30mila studenti delle scuole superiori e delle università di tutta Italia.
I risultati dello studio
Nello specifico, il 28 per cento degli studenti ha dichiarato di avere disturbi alimentari, il 16 per cento dei quali innescati dalla pandemia, mentre il 14,5 per cento ha avuto esperienze di autolesionismo, la metà in coincidenza del periodo pandemico. Il 10 per cento, invece, ha assunto sostanze e il 12 per cento ha abusato di alcol.
Durante l’emergenza sanitaria, tra lockdown, restrizioni e scuole chiuse, nei ragazzi e nelle ragazze sono cresciute le emozioni negative, tra cui la noia (68 per cento), la demotivazione (66 per cento), la solitudine (62,7 per cento), l’ansia (60 per cento), la paura e la rabbia (46 per cento).
L’indagine, condotta dall’Istituto di ricerca Ires dell’Emilia Romagna e promossa dalla Rete degli studenti medi, dall’Unione degli universitari e dal sindacato dei pensionati Spi-Cgil, ha inoltre analizzato le problematiche relative alla didattica a distanza. Più di un quarto degli studenti (26,4 per cento) ha pensato di abbandonare gli studi nel periodo emergenziale e dell’esperienza della Dad.
La frequenza alle lezioni è diminuita per il 24 per cento, con la didattica a distanza che, in generale, ha prodotto molte criticità accentuando il disagio psicologico e incidendo negativamente sulla salute mentale degli studenti.
Tra i disagi più accentuati, quello della visione del proprio futuro che ora viene osservato con più timore. Il 60,3 per cento degli studenti guarda in prospettiva con criticità molto elevata alla propria salute mentale. Gli studenti si approcciano con curiosità (82 per cento), ma anche con insicurezza (75 per cento) e paura (72,6 per cento).
L’indagine, poi, ha posto l’accento sulla fiducia che i ragazzi e le ragazze hanno a livello sociale e politico. Per il 73,6 per cento c’è una visione sottostimata della propria generazione da parte degli adulti. Credono, invece, molto negli amici (85,8 per cento) e nella famiglia (85,6 per cento) mentre la fiducia che ripongono verso le istituzioni è sotto il 50 per cento, con le eccezioni di scuola, università e Unione europea.
Ma l’occhio dei ragazzi si concentra anche sulle priorità ritenute necessarie per la propria generazione. Al primo posto c’è il lavoro (56 per cento), seguito dalla richiesta di supporto psicologico e dal tema dell’ambiente.
Il 90 per cento degli studenti, infatti, ritiene utile e chiede un supporto psicologico nella propria scuola e università. Di questi il 35 per cento vorrebbe usufruirne, a dimostrazione di quanto forte sia stato l’impatto della pandemia sulla loro salute mentale. Il 26,2 per cento si è già rivolto a un servizio di supporto psicologico nel corso dell’emergenza sanitaria, sia pubblico che privato.
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