La ministra Santanchè è pronta a trasformare l’ente in una spa. Ma sull’operazione pesano i rilievi dei magistrati contabili
Un colpo di spugna per dire addio al “marchettificio”, come da definizione della ministra Daniela Santanchè. Negli uffici del ministero del Turismo in questi giorni è in corso di definizione il decreto che porterà alla soppressione dell’Ente nazionale italiano per il turismo e alla nascita di Enit spa, che avrà come azionista di riferimento il ministero dell’Economia.
Fonti vicine al dossier hanno detto che era tutto pronto per la fine dell’anno, come previsto da un decreto di aprile di palazzo Chigi. Ma i battibecchi sul prossimo presidente sembra abbiano frenato tutto. Soprattutto le ambizioni del consigliere d’amministrazione Sandro Pappalardo, uomo di Fratelli d’Italia, che negli ultimi mesi è finito al centro di numerosi accertamenti per via dei compensi percepiti dall’ente.
Negli uffici dell’Agenzia del turismo c’è quindi un gran da fare: non solo per pianificare la trasformazione in società per azioni. Ma per le indagini della Corte dei conti, che ha presentato la sua relazione al parlamento sul bilancio 2022: tra le tante critiche, anche quella sul distaccamento dei dipendenti verso altri enti.
Tra questi, può rivelare Domani, spunta anche la figlia della ministra Eugenia Roccella, spostata a palazzo Chigi sin dai primi giorni del governo Meloni. Il varo della nuova Agenzia del turismo è in ritardo di quasi otto mesi: la delibera del Consiglio dei ministri è stata pubblicata lo scorso 22 aprile, con uno stanziamento di 7 milioni di euro per il 2023.
Al ministero guidato da Santanchè venivano dati 30 giorni di tempo dall’entrata in vigore del decreto per la costituzione di Enit spa. Il 10 maggio la nomina di un commissario per liquidare il vecchio ente, Ferruccio Maria Sbarbaro, avvocato molto apprezzato dalla capo di gabinetto del ministero, Erika Guerri. Da allora però nulla s’è mosso. Forse la tribolata estate della ministra – alle prese con le inchieste della procura di Milano sulla sua attività imprenditoriale – ha rallentato l’iter. Ma con la nuova società, sono sicuri in Enit, «diventeremo una Ferrari».
La figlia di Roccella
Partiamo dai molti rilievi dei magistrati contabili. La relazione evidenzia le 101 persone assunte nel 2021 da Enit per far fronte alle esigenze del ministero del Turismo per il Pnrr: oggi sono 92, di cui 5 distaccate presso altre amministrazioni «in contrasto con le specifiche finalità indicate dalla legge». Tra queste c’è anche la figlia della ministra della Famiglia Eugenia Roccella, Silvia Cavallari. È passata in avvalimento alla presidenza del Consiglio, con il via libera del ministero guidato da Santanchè, dal 14 novembre 2022 e per tutta la durata dell’attuale governo.
La figlia di Roccella a Chigi ha ritrovato Gaetano Caputi, capo di gabinetto di Meloni. Tra il 2021 e il 2022 Caputi ha ricoperto lo stesso ruolo al ministero del Turismo guidato dal leghista Massimo Garavaglia. Lui, Silvia Cavallari, Roccella e il marito Luigi Cavallari, hanno in comune anche l’appartenenza a Magna Charta, fondazione dell’ex ministro Gaetano Quagliarello. Per la figlia di Roccella un bel salto, dal “carrozzone” (Santanchè dixit) al gabinetto di Giorgia Meloni.
Tra gli altri rilievi della Corte dei Conti c’è l’assenza di un presidente, ruolo scoperto dal giugno 2022 e per cui negli ultimi mesi sono stati fatti i nomi dell’amico della ministra, Flavio Briatore – che sarebbe stato accolto con piacere in Enit dall’attuale dirigenza – e del campione Alberto Tomba.
Viene criticato anche il continuo avvicendamento di amministratori delegati (quattro negli ultimi due anni e mezzo) e l’assenza di un direttore finanziario – non nominato, dicono da Enit, proprio per la spada di Damocle di liquidazione e creazione della società per azioni – e il bilancio in verde.
Secondo i magistrati contabili l’attivo di 11 milioni e 405mila euro nel bilancio 2022 «non può essere letto in una chiave positiva», scrive il consigliere Stefano Castiglione, perché «trattandosi di un ente con una vocazione volta a migliorare l’immagine turistica sulla base di contributi interamente riconosciuti dallo stato dovrebbe tendere al pareggio di bilancio». Il dato «conferma una difficoltà dell’ente al conseguimento dei propri obiettivi».
Tra i dipendenti serpeggia grande malumore, anche perché l’ad Ivana Jelenic ha utilizzato la relazione della Corte dei conti per togliere la possibilità di fare lavoro agile. «Si sta pensando a uno stato di agitazione. «Ma poi se li immagina i figli dei politici che lavorano qui che si vedono negare lo smart working?», ironizza una fonte con Domani.
Il consigliere-soldato
In Enit spa è quasi certa la conferma degli attuali consiglieri di amministrazione. Sono due: l’amministratrice delegata Jelinic e il tenente colonnello Sandro Pappalardo. Jelinic è alla guida dell’ente dal 25 novembre 2022: la sua nomina è stata uno dei primi atti di Santanchè, annunciato in un’intervista televisiva in cui definisce l’ente «un disastro, un carrozzone, un marchettificio». Insieme a Jelinic va verso la riconferma anche Sandro Pappalardo, che però sta smuovendo mari e monti per farsi nominare presidente dalla ministra.
Tenente colonnello dell’esercito, già assessore al Turismo della Sicilia in quota FdI, molto vicino al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e al responsabile turismo del partito Gianluca Caramanna, da febbraio è anche consigliere per i rapporti con il parlamento del ministro della Difesa Guido Crosetto, nonostante non sia mai stato eletto in nessuna assemblea rappresentativa.
Pappalardo è consigliere di Enit dal 2019 con un compenso di 40mila euro annui, rimborsi esclusi. Risulta a Domani che negli ultimi mesi il suo incarico e i suoi guadagni siano stati al centro di alcuni approfondimenti di diverse amministrazioni dello stato per accertare lo svolgimento di attività lavorative in violazione della disciplina su incompatibilità, cumulo di impieghi e conflitto di interesse.
Alcuni di questi accertamenti sono ancora in corso. Sono diverse le richieste di documentazione giunte a Enit, ma i vertici dichiarano di non esserne a conoscenza. Il ministero della Difesa, su richiesta di Domani, ha fatto sapere che non sono risultati profili critici.
Tra le segnalazioni giunte al responsabile anticorruzione del MiTur c’è anche il finanziamento di Enit di 200mila euro al Nastro Rosa, manifestazione di Difesa servizi spa, società di palazzo Baracchini dove Pappalardo è consigliere del ministro (non retribuito, ma con possibilità di farsi rimborsare le missioni). Chissà se il consigliere-soldato continuerà ad avere il tempo di dividersi tra mille impegni, una volta messa in moto la nuova “Ferrari” targata Santanchè.
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