Canio Mazzaro, padre del figlio della ministra, ha versato 200mila euro per pagare Tfr e stipendi arretrati degli ex dipendenti di Ki Group. Ma l’intervento in extremis non è stato sufficiente per salvare la società dal fallimento, dichiarato dal tribunale di Milano su istanza della procura. E ora Santanchè rischia una nuova indagine penale
La storia di Daniela Santanchè tra affari e indagini si arricchisce di un nuovo capitolo. Questa volta il colpo di scena riguarda Canio Mazzaro, l’ex compagno della ministra del Turismo. Secondo quanto risulta a Domani, Mazzaro ha saldato Tfr e stipendi arretrati dei dipendenti di Ki Group, la società di cui ancora oggi Santanchè è azionista con una quota del 5 per cento. Questi pagamenti erano un estremo tentativo di evitare il fallimento dell’azienda specializzata in prodotti bio, da tempo in grave crisi.
In totale, come hanno riferito gli avvocati in udienza, sono stati versati 200mila euro. Niente da fare. Accogliendo la richiesta della procura di Milano, martedì il tribunale del capoluogo lombardo ha disposto la liquidazione giudiziale, cioè il fallimento, di Ki Group. Per Santanchè, adesso, rischia di aprirsi un nuovo fronte giudiziario, mentre è già indagata a Milano per falso in bilancio e bancarotta per la gestione del gruppo editoriale Visibilia ed è lambita anche da altri filoni di inchiesta, tra cui una presunta truffa sulla cassa integrazione Covid. Una trama che unisce la ministra, il compagno Dimitri Kunz e l’ex Mazzaro.
Il caso
Come si legge nella sentenza del tribunale fallimentare di Milano, i dipendenti e gli agenti di commercio che chiedevano soddisfazione dei loro crediti nei confronti di Ki Group hanno deciso di farsi da parte, questo perché alla vigilia dell’udienza dello scorso dicembre, più precisamente il 17 del mese, l’avvocato Raffaele Sanzo ha saldato i compensi arretrati attingendo a un proprio conto bancario. Una scena già avvenuta in precedenza, mentre Sanzo continuava a mantenere il riserbo su chi stesse foraggiando l’operazione. A una precisa domanda posta in udienza è arrivata la risposta. «Mazzaro», ha svelato l’avvocato. In sostanza, l’ex compagno ha messo a disposizione il denaro che le società della ministra e di Kunz non avrebbero potuto versare.
Il ruolo di Mazzaro
Il 5 dicembre, come si legge in un comunicato, Mazzaro ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di consigliere di amministrazione di Bioera, «al fine di segnare una discontinuità rispetto al passato nella governance della società e rendere più efficace l’azione di risanamento intrapresa dall’emittente attraverso l’attivazione della procedura di composizione negoziata della crisi». L’uscita di scena dal consiglio di Bioera non ha però interrotto del tutto i rapporti di Mazzaro con il gruppo di aziende bio.
L’ex compagno di Santanchè risulta infatti amministratore unico di Biofood Italia S.r.l., azionista di Bioera (meno del 5 per cento del capitale) e azionista indiretto della stessa Bioera tramite C.L.M. s.s. (socio unico di Biofood Italia). In C.L.M, infatti, Mazzaro possiede il 2 per cento del capitale sociale, mentre il restante 98 per cento è di proprietà del primogenito Michele Mario Mazzaro e di Lorenzo Mazzaro, figlio di Canio e di Daniela Santanchè.
Michele Mazzaro, come a suo tempo rivelato da Domani, ha attestato che i conti 2020 di Ki Group erano in regola per ricevere 2,7 milioni di aiuti Covid dallo Stato: «La società incaricata della certificazione non ha sollevato rilievi di particolare gravità». In realtà, i revisori non avevano dato via libera al bilancio, segnalando l’impossibilità di acquisire «elementi probativi sufficienti e appropriati». Bioera, principale azionista di Ki Group fino al 2022, partecipa anche al capitale di Umbria Srl, a sua volta socia di Ki Group.
Una nuova indagine
Anche le aziende della galassia Visibilia, di cui Santanchè è stata a lungo azionista e amministratrice, sono state finanziate per molto tempo da Bioera. Quest’ultima, in base al piano di concordato presentato in tribunale, avrebbe dovuto essere il veicolo per salvare l’ex controllata, un’operazione che il tribunale ha giudicato impossibile, in quanto la stessa Bioera naviga in acqua agitate dal punto di vista finanziario.
A seguito di questa sentenza, come in pratica accade sempre in casi del genere, la procura di Milano aprirà una nuova indagine per bancarotta a carico di amministratori presenti e passati di Ki Group. E gli accertamenti potrebbero riguardare anche la ministra.
La procuratrice aggiunta Laura Pedio e i pm Marina Gravina e Luigi Luzi hanno insistito per la liquidazione giudiziale. I giudici hanno rilevato «la necessità per Bioera spa di affrontare la propria crisi». L’adunanza dei creditori è stata fissata per il 7 maggio. La procura, tra l’altro, ha chiesto nei mesi scorsi anche la liquidazione giudiziale per Ki Group holding e per la stessa Bioera.
Santanchè rischia in prima persona perché, come ha ammesso, «sono stata presidente del consiglio di amministrazione» di Ki Group dal 30 aprile 2019 sino al 15 giugno 2020. Dal 14 settembre «ho, poi, assunto il ruolo di consigliere». Sino al 10 maggio 2021.
Nell’informativa in parlamento di quest’estate, Santanchè si è dichiarata estranea a tutte le accuse e se l’è presa con Mazzaro: «Nel 2010 il salvataggio di questo gruppo del settore biologico, che viene dal crac Burani, è stato fatto o pensato non da me, ma dal padre di mio figlio, con cui già all’epoca non avevo più alcuna relazione affettiva e tanto meno di convivenza».
Sono rimasti, però, gli intrecci societari, e anche il nuovo compagno è stato coinvolto negli affari della ministra. Immobiliare Dani S.r.l., società controllata da Santanchè, detiene il 50 per cento di Ldd sas, e l’altro 50 per cento è intestato a Dimitri Kunz.
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