La ricostruzione dell’omicidio e delle ore successive nell’ordinanza di custodia cautelare. La madre è indagata per concorso in occultamento di cadavere. Ora gli inquirenti si concentrano sulla posizione del padre e di due amici
«Freddezza, insensibilità e atteggiamenti in parte fortemente manipolatori». La gip Antonella Minunni del tribunale di Roma descrive con queste parole Mark Anthony Samson, il 23enne reo confesso dell’omicidio della sua ex, Ilaria Sula, di cui ieri, lunedì 7 marzo, sono stati celebrati i funerali a Terni, sua città natale.
Il giovane, studente universitario, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e occultamento di cadavere. «Rabbia e gelosia», scrive il giudice nelle nove pagine di ordinanza cautelare in riferimento agli atteggiamenti di Samson nei confronti di Sula. «Lui – si legge ancora nelle carte giudiziarie – non accettava la fine della relazione né il fatto che la ragazza conoscesse altre persone».
L’INTERROGATORIO
Samson l’ha uccisa con due-tre fendenti al collo, sferrati con un coltello da cucina. «Non ha avuto alcuno scrupolo a sviare le indagini successivamente alla commissione del delitto – è quanto scritto nell’ordinanza – Ed è estremamente probabile che avrebbe potuto far perdere le proprie tracce, raggiungendo i parenti nelle Filippine e in Arabia Saudita».
Gli atti giudiziari ricostruiscono, più in particolare, le ore successive alla commissione del delitto da parte di Samson, per cui, come si è scoperto, è indagata anche la madre, a cui i magistrati contestano il concorso per occultamento di cadavere.
Dopo aver gettato in un dirupo la valigia con dentro il corpo della ex, Samson, in base a quanto si legge, ha «mangiato una piadina con l’amica di Ilaria». Stava anche organizzando un viaggio a Bologna. E ha pure raccontato agli inquirenti «di essersi sbarazzato del telefono cellulare di Ilaria buttandolo in un tombino in viale Ionio, circostanza questa che non ha trovato alcuna conferma investigativa». Al momento, infatti, il telefono non è stato ancora ritrovato.
La gip inoltre scrive: «(Samson, ndr) non si pone alcuno scrupolo nell’inviare al padre della ragazza, pur sapendo di averla uccisa lui, dei messaggi fittiziamente provenienti dalla figlia. Stessa cosa fa con le amiche di lei, fingendosi Ilaria, illudendole che l’amica fosse ancora viva». Ciò che la giudice rileva è che la «sofferenza» del giovane sia per il fatto che «gli amici non avrebbero più visto il Mark di sempre che conoscono tutti» piuttosto che «per il dolore per una ragazza di 22 anni che ha perso la vita, a causa sua».
Le indagini continuano. Sotto la lente degli investigatori – che stanno svolgendo approfondimenti su due amici del 23enne – anche i movimenti del padre di Samson che, al momento del delitto di Ilaria Sula, non sarebbe stato in casa. La domanda a cui rispondere è se l’uomo sapeva di quanto compiuto da suo figlio nell’appartamento di via Homs, in pieno quartiere africano, a Roma dove domani verrà realizzato un nuovo sopralluogo.
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