Mentre era sotto processo, il meloniano si è comprato altri due appartamenti a Biella spendendo 54 mila euro. Lo ha fatto insieme al socio (e consigliere regionale) Zappalà. Che pochi mesi prima ha ottenuto fondi Covid
Da Biella al ministero della Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove impone il suo verbo tra battute, al limite della censura, una rete di vecchi e nuovi fedelissimi e la certezza dell’intoccabilità. L’uomo forte della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è tronfio e inamovibile, «perentorio e autoritario», sintetizza chi lo conosce bene.
L’affarista
Nei mesi difficili del processo per rivelazione di segreto d’ufficio sulla vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito, il sottosegretario alla Giustizia ha continuato a fare il bello e il cattivo tempo a via Arenula, sede del dicastero, ma non solo.
Si è anche occupato di una vecchia passione: gli affari immobiliari. Una passione che divide con l’amico di una vita, Davide Zappalà, che ha visto premiare la sua fedeltà a Delmastro e al partito con un posto nel Consiglio regionale piemontese.
Il politico locale è anche procuratore speciale di Delmastro nelle compravendite di immobili. Così è accaduto, ad esempio, per l’acquisto di un appartamento in via Zara, a pochi passi dal centro di Biella, città feudo dell’influente esponente di FdI. Davanti al notaio Carlo Scola, il 30 aprile 2024, Zappalà, in rappresentanza anche del sottosegretario, ha comprato la casa, per appena 32mila euro, con la precisazione, nella sezione antiriciclaggio, di essere persone politicamente esposte e di «aver utilizzato per il presente acquisto risparmi personali accantonati nell’arco degli anni».
I due non sono nuovi a imprese immobiliari comuni. Sempre nei mesi scorsi, mentre il tribunale di Roma discuteva la posizione di Delmastro, condannato a otto mesi pena sospesa, è stata una pensionata a cedere un appartamento al quarto piano composto da ingresso, cucina, due servizi igienici, tre vani e balcone più soffitta. Il costo è di soli 22mila euro, con il pagamento diviso in tre bonifici, uno da 11mila euro, il secondo da 10mila euro e l’ultimo da mille.
Come nel primo affare i due hanno dichiarato di aver utilizzato per l’acquisto «risparmi personali accantonati nell’arco degli anni». Anche per l’appartamento in via Marconi, a Biella, a gestire la pratica è stato Zappalà, procuratore speciale per conto dell’amico sottosegretario.
Inseguito dalla crisi
Zappalà è un imprenditore ma, prima di diventare consigliere regionale, è stato anche assessore ai Lavori pubblici del comune di Biella.
Il legame con Delmastro è solidissimo. Era lui, ad esempio, il committente della campagna elettorale del 2013 quando l’esponente di FdI prometteva liste pulite senza neanche un condannato in primo grado.
Peccato che ora che il condannato è lui, il sottosegretario resta fermo al suo posto, rivendicando il suo agire: duro e severo solo con i nemici. Peraltro non si tratta della prima condanna. Ce n’era stata già un’altra, con reato estinto, per guida in stato di ebbrezza, svelata da Domani. «Bravi, scrivetela», aveva risposto quando gli abbiamo chiesto conferma.
Zappalà e Delmastro erano presenti alla famosa festa di Capodanno del 2023 a Rosazza, finita con uno sparo e un ferito. Uno sparo che ha avuto conseguenze politiche e anche giudiziarie per Emanuele Pozzolo, deputato di FdI e amico di Delmastro, a processo per porto abusivo d’arma e munizionamento espansivo.
In regione Delmastro ha i suoi fedelissimi, non solo Zappalà, ma anche l’assessora e numero due della regione, Elena Chiorino, che spesso l’accompagna alle iniziative pubbliche. «Una sentenza politica che non ci intimidisce. Andiamo avanti!», ha scritto sui social per esprimere vicinanza al sottosegretario condannato. Non si è compreso chi li avrebbe intimiditi, ma comunque è il racconto di un connubio politico, di un cerchio magico.
Tornando agli affari con Zappalà Domani può rivelare che, proprio pochi mesi prima dei due acquisti effettuati con «risparmi personali accantonati nell’arco degli anni», il braccio destro del sottosegretario ha ricevuto 12mila euro a fondo perduto e altri 10mila euro come contributo, sempre a fondo perduto, «per i soggetti colpiti dall’emergenza epidemiologica».
La crisi dovuta alla pandemia, insomma, non ha risparmiato neanche l’attuale consigliere regionale che ha ricevuto i contributi come “impresa individuale Zappalà”. «Io e Delmastro abbiamo messo gli appartamenti in affitto. I contributi alla mia impresa individuale? Lo stato con il Covid ha messo in campo politiche di aiuto e quella vicenda l’ha seguita il mio commercialista», risponde Zappalà.
L’affare del 2020
Già in passato Domani aveva raccontato il fiuto per gli immobili del sottosegretario. Nel giugno del 2020 in via Marconi, a Biella, poco distante dal Battistero di San Giovanni Battista, in un edificio di tre piani, l’allora deputato di opposizione, aveva comprato l’appartamento dalla Piccola Casa della divina provvidenza “Cottolengo”. All’ente ecclesiastico, che si prende cura dei più bisognosi, aveva versato 28mila euro per 42 metri quadri con una garage di 16.
Non un alloggio di lusso, ma un buon affare. Da una stima fatta sui siti specializzati, in quella zona, immobili di quella dimensione potevano costare fino a 48mila euro. «Possiamo dirle di aver provveduto a stime immobiliari per definirne il valore di mercato che di fatto in fase di contrattazione ha subito una riduzione del 15 per cento rispetto alla richiesta, sono anni di crisi e di svalutazione del mattone», avevano risposto a Domani dalla Casa divina provvidenza.
Delmastro, in quel caso, aveva comprato casa con Rania Hamada Mohammed Mohammed Abdelsalam, nata in Arabia Saudita, cittadina egiziana, moglie dell’assessore Zappalà. Appartamento poi affittato a lavoratori stranieri. «Io vengo dal Senegal, sono un operaio, ho affittato la casa dal signor Zappalà», ci rispondeva l’inquilino dell’appartamento di Delmastro.
Biella è terra amata e feudo elettorale per il sottosegretario, proprio lì ha annunciato la realizzazione, nel vecchio ospedale, della scuola per la polizia penitenziaria, operazione da 70 milioni di euro. Ci saranno mille allievi, una realtà importante per rilanciare presenze e visite nella cittadina piemontese.
Ezra Pound
Delmastro vanta quote anche in diverse società di famiglia, in una è entrato di recente e ne è diventato padrone. Ha un nome evocativo per un uomo di destra come lui, le quote dell’azienda gli sono state donate dall’anziano padre Sandro, già senatore di An, vulcanico e nostalgico del ventennio.
Delmastro nell’Immobiliare Ezra Pound s.s. (società semplice) è entrato lo scorso ottobre diventando socio di capitale, mentre la sorella Francesca, sindaca di Rosazza, è socio d’opera, «investita con firma libera dei poteri di ordinaria amministrazione».
Il nome della società richiama quello dell’intellettuale che è considerato un riferimento culturale dei movimenti della destra più estrema e anche neofascista. In fondo i Delmastro non hanno mai fatto mistero della loro nostalgia per il passato, del culto del Ventennio, ma l’arrivo ai piani alti del governo ha imposto una pulizia dei profili social.
Dentro l’immobiliare ci sono alcuni appartamenti di famiglia, «le parti attribuiscono il valore di 240mila euro alla partecipazione donata dal signor Delmastro Delle Vedove; determinato avendosi riguardo al valore catastale degli immobili di proprietà sociale», si legge negli atti, donazione esentasse visto che è sotto il milione di euro.
Ad amministrare la società Ezra Pound è arrivata Bruna Sartori che avrà il compito di assecondare gli obiettivi della società: investimenti in terre, immobili, ma anche titoli azionari e non, titoli di debito pubblico e di credito in genere. Delmastro non lascia e rilancia, tra giustizia e mattone il sottosegretario è inarrestabile.
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