Il presidente della regione Campania ha risposto alle accuse del ministro di aver offeso la dirigente del ministero firmataria dell’atto che contesta le misure regionali. De Luca: «Nessuno ha offeso nessuno»
Polemica tra il ministero della Cultura e il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che ieri ha commentato in diretta la bocciatura di alcune misure approvate dal consiglio regionale per la «riduzione dei tempi» di approvazione di «alcune varianti urbanistiche, la proroga del piano casa, interventi in zone Asi», spiega De Luca.
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Il governatore della Campania, durante la diretta settimanale, ha preso di mira l’avvocata Annalisa Cipollone, capo ufficio legislativo del ministero della Cultura, firmataria dell’atto del ministero. «Dovremmo correre e invece dobbiamo fare i conti con dirigenti come la dottoressa Cipollone», ha detto. «Voi pensate che con le centinaia di dottoresse Cipollone che ci sono nei ministeri saremo in grado di realizzare il Pnrr? Al massimo potremmo farci un brodino vegetale con tutte le Cipollone sparse nei ministeri, rischiamo di non muovere una foglia», ha continuato.
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Alle offese di De Luca nei confronti dell’avvocata, è intervenuto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, compagno di partito del presidente della regione, ricordando che Cipollone «è una professionista di straordinaria competenza giuridica, della cui collaborazione io sono particolarmente orgoglioso». Franceschini invita De Luca a «utilizzare argomenti giuridici per rispondere alle 18 pagine di parere sulla legge 31/21 della regione Campania, anziché usare battute offensive, aggravate da un sapore maschilista, di cui credo farebbe bene a scusarsi».
- De Luca, a sua volta, ha risposto con una dichiarazione, dicendo che «nessuno ha offeso nessuno» e accusando il ministro di «nascondersi dietro il “politicamente corretto” per non affrontare i problemi di merito, avendo davvero tempo da perdere». Secondo il governatore, si tratterebbe di mancata leale collaborazione tra istituzioni e la concezione di tutela del paesaggio del ministero «paralizzerebbe l’Italia».
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