«De Luca mi fece cenno che aveva parlato con il sindaco e che tutto era apposto, riferendosi alla richiesta che io avevo fatto pervenire di accelerare l’approvazione delle delibera relativa alla pubblicazione del bando successiva al decreto di sequestro del giugno 2020». Così parla Fiorenzo, detto Libero, Zoccola che riempie pagine di verbali, interrogato in due occasioni, dai pubblici ministeri della procura di Salerno, guidati da Giuseppe Borrelli, e dal giudice per le indagini preliminari Gerardina Romaniello. Zoccola è il signore delle cooperative, a Salerno, arrestato perché accusato di essere a capo di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione. Zoccola parla del presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, dell’incontro avuto in occasione dell’inaugurazione dei lavori per la bretella della tangenziale di Salerno e racconta anche del suo ruolo di raccordo tra il potere politico e il mondo delle coop.

«Io ero quello che garantiva gli equilibri», dice e, alla richiesta degli inquirenti, spiega il significato di questa definizione parlando della gestione di pacchetti di voti e delle richieste del presidente. «L’indicazione del presidente circa la ripartizione dei voti alle regionali tra Savastano e Picarone, nella misura del 70 e 30 per cento, fu da me veicolata alle altre cooperative che avrebbero dovuto quantomeno tenerne conto», dice Zoccola.

Rispettare le indicazioni di voto faceva parte dell’equilibrio da garantire. Gli inquirenti insistono: da chi è stata impartita questa indicazione? «La ricevetti a giugno direttamente da Vincenzo De Luca che incontrai casualmente (...) mi disse di fare la campagna elettorale per Savastano».

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Nino Savastano è l’ex assessore comunale, oggi consigliere regionale della Campania, eletto nella lista del presidente, ai domiciliari perché in cambio di voti avrebbe garantito la sua disponibilità per il mondo delle cooperative. Accuse confermate da Zoccola durante gli interrogatori. Il ras delle coop chiarisce che conosce Savastano da 40 anni, così come De Luca dal 1989. Durante l’interrogatorio Savastano si difende: «Zoccola ha avuto indicazioni da un altro di darmi una mano».

La forza delle cooperative

Le cooperative godono dei rapporti con consiglieri comunali e assessori. Il patto è chiaro: in cambio della continuità lavorativa per le coop ai referenti politici viene garantito appoggio elettorale. «Terza dimensione e 3 SSS fanno capo a me e i miei riferimenti sono esclusivamente Vincenzo e Roberto De Luca, con Piero De Luca non ho rapporti perché non c’è affinità», precisa Zoccola. Se le cooperative lavorano, i politici prendono voti e lo fanno segnalando lavoratori da assumere. «Il 70 per cento delle persone che ho assunto mi sono state mandate dai politici», conferma Zoccola. Sono pesanti i riferimenti all’attuale presidente della regione Vincenzo De Luca che non è indagato, ma viene citato più volte nelle intercettazioni come il dominus politico al quale nulla sfugge, ruolo confermato dai racconti di Zoccola.

Secondo gli inquirenti il ras delle cooperative avrebbe messo a disposizione i suoi voti in cambio del mantenimento della sua posizione di potere. Nell’inchiesta, per un singolo episodio, è indagato anche il sindaco della città Enzo Napoli per turbativa d’asta, così come funzionari e dirigenti pubblici. «Il primo cittadino è manovrato da certi personaggi», attacca Zoccola che però resta sul piano delle allusioni. Non sono allusioni i dati di fatto.

Dal 2002 gli affidamenti del comune di Salerno relativi alla manutenzione del verde pubblico erano viziati da profili di illegittimità, favorendo sempre la galassia di cooperative riconducibili a Zoccola. Negli anni hanno vinto sempre le stesse cooperative che non avevano neanche i requisiti per definirsi sociali.

Il cerchio di Piero De Luca

Zoccola entra nel merito e chiarisce che lui non voleva proroghe, ma bandi. Le proroghe dipendevano dalla cattiva gestione del comune, «dall’errore di De Luca che ha dato la gestione al figlio Piero De Luca e al suo cerchio magico Caramanno, Loffredo (tutti non indagati, ndr)». Piero De Luca è deputato e vicepresidente del gruppo democratico alla Camera, non indagato così come il padre.

Zoccola racconta che gestiva pacchetti di voti che indirizzava a questo o a quel politico. Ha confermato di aver fatto la campagna elettorale a Nino Savastano alle regionali, ma di essersi spostato successivamente sul centrodestra (la coalizione per il comune era guidata da Michele Sarno, suo avvocato). Il cerchio magico gira però solo attorno agli uomini di De Luca. Emergono altri nomi come quello di Franco Picarone, non indagato al momento, ma pesantemente chiamato in causa. Picarone, consigliere regionale del Pd, è stato assessore in comune con Vincenzo De Luca. Zoccola racconta di averlo sostenuto in diverse tornate elettorali.

L’inchiesta, coordinata dalla procura di Salerno, condotta dalla squadra mobile, agli ordini di Marcello Castello, è a un punto di svolta visto che le risultanze dell’inchiesta si arricchiscono dei verbali dei protagonisti che sono pieni di omissis e di racconti da verificare. Intanto l’avvocato Michele Sarno ha chiesto i domiciliari per Zoccola, il signore delle coop che sta aiutando gli inquirenti a smontare il sistema Salerno.

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