Calamucci, intercettato, attacca l’ex agente segreto del caso Abu Omar. Lo scontro con i rivali della “Squadra Fiore” su cui indagano i pm romani
«Mancini è un componente doppio, l’ho chiamato doppio Mike. È un componente della squadra Fiore, un traditore». Intercettato dalle cimici dei Carabinieri, Samuele Calamucci, il capo della squadra di hacker di Equalize, parte all’attacco come spesso gli capita quando vuole stupire un suo interlocutore. E il suo obiettivo questa volta è Marco Mancini, ex agente segreto italiano, finito sui giornali negli anni scorsi per il rapimento dell’imam egiziano Abu Omar e poi nella storia dello scandalo degli spioni di Telecom Italia.
Adesso però, nelle parole di Calamucci, Mancini farebbe parte della cosiddetta “squadra Fiore”, descritta come una vera centrale dello spionaggio attiva a Roma, forte di legami con gli apparati di intelligence italiani e stranieri.
Squadre rivali
Le parole di Calamucci sono agli atti dell’indagine su Equalize che ha scoperchiato il pentolone delle presunte attività illegali della società controllata dal presidente della Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali e gestita dall’ex poliziotto Carmine Gallo. La squadra Fiore nei giorni scorsi è già stata citata nelle cronache giornalistiche delle indagini su Equalize, quando si scopre che era stato proprio Calamucci, nel gennaio scorso, a raccontare al giornalista Fabrizio Gatti, di Today.it, dell’esistenza di questa presunta centrale spionistica nella capitale. La rivelazione aveva lo scopo di neutralizzare la squadra rivale, che era al lavoro sulla lite famigliare dei Del Vecchio, ma dalla parte opposta a quella di Calamucci, che era stato ingaggiato dal giovane erede Leonardo Maria Del Vecchio.
Roma indaga
Ora però si scopre, almeno stando al racconto intercettato dai Carabinieri, che anche Mancini farebbe parte di questa non meglio identificata centrale dello spionaggio con sede a Roma e uffici anche a New York. Ovviamente le parole di Calamucci vanno prese con grande cautela. In questa indagine, tra ore e ore di intercettazioni telefoniche e ambientali, le millanterie si confondono spesso con dati oggettivi e riscontrati. È evidente, però, che il dirigente di Equalize, agli arresti domiciliari perché ritenuto uno dei principali responsabili delle attività illegali della società milanese, ha dei conti aperti con Mancini. Su questo punto, le sue parole non lasciano spazi a dubbi.
Restando ai fatti concreti, va detto che la procura di Roma ha aperto un’indagine per accesso abusivo a un sistema informatico e violazioni della privacy che riguarda proprio le presunte attività di dossieraggio della squadra Fiore. I magistrati di Milano, da parte loro, hanno già trasmesso ai colleghi della capitale gli atti che riguardano l’indagine di Equalize e dall’incrocio delle evidenze investigative potrebbero arrivare nuove sorprese.
007 e millanterie
In base a indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, i pm di Roma avrebbero già individuato almeno cinque persone che farebbero parte della squadra Fiore e tra loro ci sarebbero ex appartenenti alle forze dell’ordine e anche degli apparati di intelligence. Solo indiscrezioni al momento, ma lo sfogo di Calamucci apre quantomeno nuove ipotesi investigative su tutta la vicenda. Sempre più concreto appare lo scenario che vede due gruppi contrapposti che si fronteggiano nell’ampio mercato delle informazioni segrete, ciascuno al servizio di clienti che possono essere grandi aziende, ma anche servizi di intelligence stranieri.
Nelle migliaia di pagine dell’inchiesta su Equalize non mancano i riferimenti degli indagati a contatti con soggetti che gli investigatori non sono ancora riusciti a identificare, soggetti che potrebbero dare sostanza a quelle che per ora sono solo ipotesi investigative. Calamucci, intercettato, afferma di avere «contatti tra i servizi deviati e i servizi segreti seri, di quelli lì ti puoi fidare un po’ meno, però li sentiamo, fanno chiacchiere».
Come scritto nei giorni scorsi da Domani, gli spioni di Equalize sono riusciti anche a procurarsi dossier dell’Aisi, il servizio segreto interno e nelle carte addirittura si parla di una visita a una sede milanese dell’intelligence. La visita sarebbe compare in un dialogo intercettato di Andrea De Donno, collaboratore di Equalize, anche lui indagato, titolare di una società in Svizzera, la Blusec di Lugano, che offre servizi di cybersicurezza. De Donno, tra l’altro afferma, ascoltato dai carabinieri, di avere tra i suoi clienti la Lega e che la piattaforma di Equalize avrebbe potuto proporla a quel partito.
Tra i collaboratori di Equalize, anche lui tra gli indagati della procura di Milano, compare anche Vincenzo De Marzio, ex militare dei Ros dei Carabinieri, che a suo tempo indagò sul sequestro di Abu Omar. Lo stesso caso in cui fu coinvolto anche Mancini, all’epoca in servizio al Sismi.
Il pensionato
Mancini, 64 anni, adesso si racconta come un agente in pensione, fuori dai giochi. A riaccendere i riflettori su di lui, quattro anni fa, fu il famoso video dell’incontro di Mancini, all’epoca ancora in servizio al Dis (Dipartimento informazioni per la sicurezza) con Matteo Renzi a un autogrill non lontano da Roma.
Dopo quell’episodio, filmato da una cittadina, e reso noto da Report, l’agente segreto è stato velocemente congedato. Resta da capire se davvero Mancini abbia poi collaborato con la squadra Fiore, presunti rivali di Equalize, e perché mai Calamucci ce l’abbia con lui.
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