Una giornata particolarmente affollata sul piano delle misure economiche. Il Consiglio dei ministri ha approvato i nuovi scaglioni Irpef, primo atto della riforma fiscale. Mentre la Camera ha bocciato tutti gli emendamenti dell’opposizione alla manovra in vista dell’approvazione definitiva di domani, venerdì 29. In questo quadro si è inserita la trattativa sul Superbonus, con Forza Italia che rivendica di aver raggiunto un «accordo positivo».

Superbonus

Il Superbonus al 110% resterà per i cittadini a basso reddito che entro la fine dell'anno non hanno completato i lavori di ristrutturazione. È quanto spiega una nota di Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia a proposito dell'accordo raggiunto in maggioranza. Inoltre è prevista una sanatoria che permetterà di evitare la restituzione delle somme per tutti coloro che non hanno completato i lavori entro il 31 dicembre. La mediazione sarebbe stata raggiunta prima del Consiglio dei ministri durante un incontro tra i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano. La norma non sarà inserita nel Milleproroghe ma in un provvedimento ad hoc.
L'accordo, raggiunto prima della riunione del Cdm, prevede che il 110% rimanga per le famiglie con Isee basso (15.000 euro per un single), che potranno proseguire e concludere i lavori nel 2024. I nuclei con Isee più alto potranno proseguire i lavori il prossimo anno ma con lo sgravio fiscale ridotto al 70% (come previsto a legislazione vigente).

Viene poi introdotta una sanatoria che mette in sicurezza coloro che non hanno completato i lavori al 31 dicembre 2023: non dovranno restituire le somme già ottenute usufruendo del 110% per i lavori già effettuati ma non conclusi. Niente da fare per lo Stato di avanzamenti lavori (Sal) straordinario al 31 dicembre, ipotesi circolata in ambienti della maggioranza che avrebbe consentito di beneficiare del 110% anche per i lavori effettuati entro la fine dell'anno ma non compresi nei Sal precedenti. La misura avrebbe avuto costi giudicati eccessivi. 

Irpef

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo, attuativo della delega, con il primo modulo della riforma dell'Irpef che si applica, al momento, solo per il 2024. Il testo è sostanzialmente uguale a quello approvato in esame preliminare: riduzione degli scaglioni di reddito dagli attuali quattro a tre con l'accorpamento dei primi due in un unico scaglione fino a 28.000 euro, cui si applica l'aliquota al 23%; oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro rimane l'aliquota del 35%; oltre 50.000 euro confermata l'aliquota è dl 43%. Per i redditi sopra 50.000 euro, però, il beneficio derivante dalla revisione delle aliquote viene neutralizzato prevedendo una franchigia di 260 euro sulle detrazioni al 19%, escluse quelle relative alle spese sanitarie.

All’esame del Cdm i tre decreti di attuazione della delega fiscale. Si tratta dello Statuto del contribuente, della collaborazione cooperativa (ovvero accordo tra Fisco e grandi imprese sulle tasse) e il contenzioso tributario. 

Milleproroghe

Nel Milleproroghe una grossa fetta dei provvedimenti riguarda le assunzioni e il rinvio per la fatturazione elettronica dei medici e operatori sanitari. Salta invece l'intervento che prorogava il regime fiscale di vantaggio per gli sportivi, tra cui i calciatori, in arrivo dall'estero, contenuta inizialmente nel decreto Crescita.  Il decreto estende per il 2024 sia le misure straordinarie per il conferimento di incarichi semestrali di lavoro autonomo ai medici specializzandi e al personale delle professioni sanitarie degli incarichi già conferiti, sia la validità degli incarichi di lavoro autonomo ai laureati in medicina e chirurgia, abilitati e iscritti agli ordini anche se privi della specializzazione.

Il governo si concede anche tutto il prossimo anno per la definizione dei "Livelli essenziali delle prestazioni", gli standard chiamati a misurare il finanziamento minimo da garantire in tutta Italia per tutelare i diritti civili e sociali previsti dalla Costituzione prima di trasferire le funzioni aggiuntive alle Regioni che lo richiedono.

Manovra

Alla Camera dei deputati si è svolta la discussione generale sul «bilancio di previsione dello stato per l’anno finanziario 2024» e sul «bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026», la manovra che verrà votata domani, venerdì 29, nel tardo pomeriggio. Circa 80 gli emendamenti presentati dalle opposizioni. 

© Riproduzione riservata