- Il miliardario ha presentato mercoledì notte i progressi compiuti da Neuralink, la sua società che punta a creare una «simbiosi» tra cervello e intelligenza artificiale.
- In molti hanno ammirato il braccio meccanico in grado di impiantare decine di minuscoli elettrodi nel cervello in pochi minuti, ma per gli esperti le novità rispetto al passato e a quanto fatto dai concorrenti non sono molte.
- Nel frattempo viene da chiedersi come prenderanno la notizia i complottisti di Twitter che Musk si appresta a riammettere nella sua piattaforma.
In una presentazione organizzata mercoledì sera, il miliardario americano Elon Musk ha illustrato i progressi compiuti dalla società Neuralink, una delle molte fantascientifiche imprese del suo impero, che punta a individuare un modo per collegare il cervello umano direttamente a un computer.
Ad uno sguardo superficiale, la presentazione è sembrata un’istantanea dal futuro. In un filmato mostrato da Musk si è vista una scimmia manovrare un cursore sullo schermo di un computer senza utilizzare le mani. Musk ha fatto notare che il dispositivo inserito nel cervello della scimmia è così piccolo da avere le stesse dimensioni del pezzo di teschio che è stato asportato nell’operazione di impianto.
«In questo momento potrei avere un dispositivo Neuralink impiantato nel mio cervello e voi non avreste modo di accorgervene – ha detto Musk – In una delle prossime dimostrazioni potrei farlo. Anzi, lo farò».
I dubbi
A parte la teatralità della presentazione – quella di spettacolarizzare le potenzialità della tecnologia è un’accusa che è stata spesso rivolta alla società – gli esperti hanno molti dubbi sui progressi effettivi mostrati mercoledì sera.
Nell’aprile 2021, Neuralink aveva già mostrato un video in un cui un esemplare di macaco giocava al videogioco Pong grazie a un dispositivo inserito nel suo cervello. Lo show risulta ancora meno impressionante sapendo che, 15 anni fa, un’altra società aveva ottenuto lo stesso risultato su un paziente umano, utilizzando però un dispositivo molto più ingombrante, collegato con dei cavi a un computer. «La presentazione di mercoledì notte ha offerto poco di significativamente nuovo rispetto alle precedenti dimostrazioni del dispositivo», hanno scritto Christina Jewett e Cade Metz sul New York Times.
Gli impianti come quelli sviluppati da Neuralink, chiamati in gerco “Bci”, brain-computer interface, sono in via di sperimentazione fin dagli anni Sessanta, ma non sono mai stati commercializzati. Soltanto poche decine di persone al mondo hanno ricevuto impianti di questo tipo e sempre nel corso di sperimentazioni. Nei casi di maggior successo, volontari paralizzati sono riusciti a trasferire i loro pensieri in parole scritte, sono tornati a sentire sensazioni o sono diventati in grado di muovere le loro sedie a rotelle.
Le vere novità
Fondata nel 2016, i progressi principali ottenuti da Neuralink riguardano la miniaturizzazione dei Bci, la riduzione dell’invasività delle procedure per inserirli e l’eliminazione di ogni collegamento fisico tra l’impianto e un computer esterno.
Uno degli elementi che hanno attirato maggior attenzione del pubblico durante la presentazione è stato il braccio meccanico utilizzato per inserire gli impianti. Durante una dimostrazione su un finto cervello fatto di gelatina, il braccio è stato in grado di inserire 64 micro impianti nel giro di 15 minuti.
Ogni impianto è costituito da un minuscolo filo spesso quanto un paio di globuli rossi e in grado di ricevere e trasmettere segnali elettrici provenienti dal cervello. Secondo gli esperti, il braccio meccanico mostrato da Musk rappresenta uno dei principali progressi ottenuti da Neuralink negli ultimi anni, per via della velocità e della precisione con cui riesce ad operare, ha scritto il sito specializzato in tecnologia Wired.
L’altra importante novità della serata è stato l’annuncio dell’inizio delle procedure burocratiche per ottenere il via libera alla sperimentazione sugli esseri umani, un obiettivo che Musk spera di raggiungere entro sei mesi.
In linea con le altre società che stanno sviluppando Bci, Musk sostiene che l’obiettivo di Neuralink è consentire a persone paralizzate di utilizzare dispositivi digitali e di restituire la vista ai non vedenti. Secondo il miliardario, Neuralink sarà in grado di fornire capacità visive anche a chi è nato cieco. Lo scopo finale di Neuralink, ha ripetuto mercoledì, è «una completa simbiosi tra il cervello e l’intelligenza artificiale».
I guai di Musk
La presentazione era programmata per fine ottobre, ma Musk ha deciso di rinviarla a causa dei molti problemi che gli ha causato la sua recente acquisizione del social network Twitter. Tra le sue prime decisioni, Musk ha licenziato buona parte dei dipendenti, mentre molti altri se ne sono andati di loro iniziativa. Diversi analisti ora descrivono una società nel caos. Nel frattempo, l’azienda produttrice di auto elettriche Tesla, che costituisce il principale asset di Musk, ha perso circa un terzo del suo valore in due mesi.
Anche Neuralink ha subìto una serie di sconvolgimenti nell’ultimo periodo. Max Hodak, presidente e co-fondatore della società, si è dimesso un anno fa per fondare un’impresa concorrente, come hanno fatto diversi altri ex dipendenti. Al momento, il direttore esecutivo di Neuralink è Jared Birchall, il manager finanziario che si occupa di gestire la holding personale della famiglia Musk.
È una curiosa coincidenza che la presentazione di Musk sia avvenuta proprio nei giorni in cui Musk a annunciato la sua “amnistia” Twitter, ossia il ritorno sul social network di migliaia di account bannati per le più svariate ragioni. Tra loro sono numerosi i complottisti e i cospirazionisti di ogni tipo per cui Musk è diventato una sorta di nuovo idolo. Viene da chiedersi come prenderanno la notizia che il loro eroe sostiene di essere all’avanguardia nella tecnologia dell’impianto di chip nel cervello.
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