Mercoledì 22 iniziano gli esami di maturità in cui tornano le prove scritte dopo due anni di versone light causa Covid. La mascherina non sarà obbligatoria per maturandi e professori
Mercoledì 22 giugno partono gli esami di maturità. Dopo la versione adottata nei due anni di pandemia, le prove per i ragazzi e le ragazze all’ultimo anno di scuola superiore tornano in presenza e nel formato classico, quindi con gli esami scritti. Il consueto “rito di passaggio” quest’anno riguarderà 539.678 giovani, secondo i dati del ministero dell’Istruzione. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Prove scritte e orali
Mercoledì ci sarà la prima prova per i maturandi, ovvero quella di italiano. Sarà a carattere nazionale, quindi uguale in tutto il paese, e gli studenti dovranno scegliere e sviluppare una traccia tra le sette proposte, scelte dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. I candidati decideranno se svolgere un tema in ambito artistico, filosofico, storico, letterario, sociale, economico o tecnologico. Partirà alle 8.30 di mattina e durerà massimo sei ore.
Giovedì 23, invece, verrà svolta la seconda prova multidisciplinare, che riguarderà le materie d’indirizzo con le tracce scelte dalle diverse commissioni. Ogni istituto o liceo, quindi, avrà una traccia diversa, estratta il giorno stesso della prova tra le tre proposte fatte dal collegio.
Dopo le due prove scritte è il turno dei colloqui orali, che partiranno la settimana successiva. Come al solito, nelle singole scuole verrà estratta una lettera dell’alfabeto per decidere l’ordine degli studenti.
Punteggi e lode
I crediti che i maturandi accumulano durante il triennio possono arrivare fino a 50, mentre altri 50 sono distribuiti in base agli esami di maturità. La prima prova vale 15 punti, la seconda 10 e l’orale 25. Ci sono, poi, cinque punti bonus che possono essere assegnati agli studenti meritevoli, a condizione che arrivino all’esame finale con 50 crediti e che nelle prove riescano a prendere almeno 30 punti totali.
La lode, che sarà decisa a discrezione di ogni commissione, potrà essere data solo ai maturandi che hanno preso il massimo dei crediti nel triennio e il massimo alle prove. Le commissioni, anche quest’anno, saranno composte da docenti interni. Solo il presidente sarà esterno.
Via le mascherine
Gli studenti e le studentesse dovranno indossare la mascherina agli esami? È tra le domande più ricorrenti alla vigilia di questa maturità. Un interrogativo che i maturandi hanno avuto fino all’ultimo, visto che la decisione del governo è arrivata solo pochi giorni fa.
Dal 15 giugno è decaduto l’obbligo delle mascherine negli ambienti chiusi, nonostante la risalita dei contagi da Covid. Nelle prove scritte e orali della maturità non ci sarà l’obbligo di indossarle. Le mascherine sono raccomandate, sia per i professori sia per gli studenti, soprattutto nei casi in cui non possa essere rispettata la distanza interpersonale di un metro. La scelta è stata presa a seguito dell’incontro tra il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro Bianchi e il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro.
In realtà dipenderà molto dagli ambienti delle diverse scuole e istituti e dal rischio di assembramenti. Il ministero dell’Istruzione, però, ha esplicitamente raccomandato di far svolgere il colloquio orale agli studenti senza mascherina.
Gli anni precedenti e le proteste degli studenti
Nel 2020 e nel 2021, causa pandemia e lockdown, la maturità prevedeva solo un colloquio orale. Una prova della durata di un’ora in cui i maturandi sono stati interrogati dalla commissione su più materie e sulla propria tesina. Quest’anno, invece, tornano le prove scritte.
Non sono servite le numerose proteste degli studenti nel corso degli ultimi mesi, quando sono scesi in piazza per manifestare contro il ritorno degli scritti. Una decisione che, secondo loro, non ha tenuto in considerazione le difficoltà riscontrate dagli studenti negli ultimi tre anni, soprattutto a causa dei periodi obbligati della didattica a distanza. Proteste che si sono spesso unite a quelle contro l’alternanza scuola-lavoro organizzate dagli studenti, specialmente dopo la morte di alcuni ragazzi che svolgevano praticantati o simili modalità di formazione.
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