Il portavoce di Exxon ha fatto intendere che dall’atteggiamento dell’Ue sui superprofitti dipenderanno anche le intenzioni della compagnia di investire in Europa
La grande compagnia petrolifera statunitense Exxon lancia una guerra legale contro l’Ue. Oggetto della contesa è la tassa sui superprofitti proposta da Bruxelles anche per mitigare gli effetti del caro energia su famiglie e imprese. L’iniziativa legale è stata lanciata oggi dalle filiali olandese e tedesca, e fa leva sulla questione delle competenze: Exxon sostiene che questo tipo di tasse sia competenza degli stati membri e non possa essere imposto dal Consiglio, che pure riunisce i governi europei.
La «solidarietà» Ue
Il tetto sui ricavi era stato concepito quest’autunno da Bruxelles per limitare il prezzo delle fonti diverse dal gas. Prevedeva che il «surplus» di ricavi generati fosse soggetto a un «contributo di solidarietà», sempre che i singoli stati non avessero già provveduto con misure analoghe, e lasciando loro margine di manovra per interventi ulteriori.
La manovra di Exxon
Il portavoce di Exxon ha fatto intendere che dall’atteggiamento dell’Ue sui superprofitti dipenderanno anche le intenzioni della compagnia di investire in Europa. Secondo Casey Norton, «negli ultimi dieci anni abbiamo investito tre miliardi in progetti europei», e questi progetti sono cruciali per emanciparsi dalle forniture russe. Dunque la tassa sarebbe «controproducente» per l’Ue e condizionerebbe l’attitudine degli investitori.
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