Ieri il monologo sul ddl Zan: il rapper elenca, con nomi e cognomi, le parole di alcuni esponenti del Carroccio sui gay. Poi attacca la terza rete: «Mi hanno chiesto di omettere i partiti e i nomi e di edulcorarne il contenuto». Ma la Rai stipula un contratto per i diritti di trasmissione in tv dell’evento e non ha voce sui contenuti, gestiti invece da iCompany. L’autore al telefono con Fedez, prima dell’intervento della vicedirettrice Capitani, era proprio di quella società
Doveva essere il primo grande appuntamento di musica live in Italia, dopo Sanremo, da quando è scoppiata la pandemia e dopo il lockdown dell’anno scorso che rese impossibile la sua organizzazione. E il Concertone del primo maggio 2021 è stato in parte questo, ma non solo. Perché a metà serata a prendersi la scena è stato il rapper Fedez, alla sua prima presenza sul palco della Festa dei lavoratori per il quale quest’anno CGIL, CISL e UIL hanno scelto lo slogan “L’Italia si cura con il lavoro”.
Sul palco, oltre a esibirsi con la sua musica, il cantante milanese ha fatto un monologo sulla situazione dei lavoratori dello spettacolo nell’era Covid-19, attaccando il premier Mario Draghi sulle priorità del governo durante la pandemia. Dopodiché Fedez si è concentrato sulla legge contro l’omotransfobia, attaccando il presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama, il leghista Andrea Ostellari, che dopo giorni di ostruzionismo ha calendarizzato la discussione sul ddl Zan in Senato, nominando se stesso come relatore. Una scelta, questa, che non è piaciuta alle opposizioni, visto che si tratta di un ruolo che di fatto lascia un importante margine per intervenire sulla legge.
Il cantante ha poi criticato la Lega, elencando una serie di dichiarazioni di alcuni esponenti del partito sui gay e, nella premessa del suo discorso, ha accusato Rai 3 di aver cercato di censurare il suo discorso, definendo alcune frasi «inopportune». La Rai, dopo il concertone, ha smentito le accuse di censura del cantante, che ha pubblicato sui social un video con la registrazione della sua telefonata con la vicedirettrice di Rai 3, Ilaria Capitani. Provocando nuove smentite e polemiche che si stanno trascinando ancora oggi.
La Rai ha titolo per discutere i contenuti?
Dopo la grande polemica tra Fedez e la Rai, ci si chiede se quest’ultima ha voce in capitolo sui contenuti del concerto del primo maggio. Negli anni, spiegano dai sindacati, l’organizzazione del concerto è cambiata profondamente. Inizialmente, a finanziare lo spettacolo erano CIGL, CISL e UIL, che pagavano la realizzazione del concerto mentre la Rai garantiva i pullman di ripresa per la trasmissione in tv. Oggi non è più così. La Rai paga una somma che si aggira intorno ai 500mila euro per i diritti di trasmissione dell’evento, per il resto ci pensano gli sponsor.
Per quanto riguarda la scelta dei contenuti del concerto, da quando è stato costituito il Consorzio primo maggio ogni anno viene nominato un direttore artistico e l’orientamento dello spettacolo è in mano a lui. Il direttore artistico di quest’anno è Massimo Bonelli, ceo della società iCompany, che si occupa dell’organizzazione dell’evento dal 2015.
Se di censura si trattasse, dunque, semmai questa sarebbe arrivata dalla società e non dalla Rai. Come si evince anche dal secondo comunicato della Rai sul tema, nel quale si riporta la conversazione integrale tra Fedez e la vicedirettrice Capitani, intervenuta a stoppare le parole di un autore, Massimo Cinque, capo progetto di iCompany, il quale stava chiedendo all’artista di «adeguarsi al sistema».
«La direzione di Rai 3 conferma – si legge nel secondo comunicato di oggi di viale Mazzini – di non aver mai chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al concerto del primo maggio - richiesta invece avanzata dalla società che organizza il concerto - e di non aver mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista. In riferimento al video pubblicato sul suo profilo Twitter da Fedez, notiamo che l’intervento relativo al vicedirettrice di Rai 3 Ilaria Capitani (l’unica persona dell’azienda Rai tra quelle che intervengono nella conversazione pubblicata da Fedez) non corrisponde integralmente a quanto riportato, essendo stati operati dei tagli».
«Le parole realmente dette - si legge ancora nella nota - sono: “Mi scusi Fedez, sono Ilaria Capitani, vicedirettrice di Rai 3, la Rai non ha proprio alcuna censura da fare. Nel senso che… La Rai fa un acquisto di diritti e ripresa, quindi la Rai non è responsabile né della sua presenza, ci mancherebbe altro, né di quello che lei dirà […]”. “Ci tengo a sottolinearle che la Rai non ha assolutamente una censura, ok? Non è questo […] Dopodiché io ritengo inopportuno il contesto, ma questa è una cosa sua”».
La Rai, ha spiegato Capitani al cantante, «fa un acquisto di diritti e ripresa, quindi la Rai non è responsabile né della sua presenza, ci mancherebbe altro, né di quello che lei dirà». Era la richiesta dell’autore di iCompany che rischiava di poter essere tacciata di censura, non quella della vicedirettrice Capitani, intervenuta proprio per evitare che si arrivasse a tali accuse.
Chi è Ilaria Capitani
Ilaria Capitani, 54 anni, è la vicedirettrice di Rai 3, rete che ha trasmesso il concerto del primo maggio. Prima di ricevere l’incarico dirigenziale nella terza rete di viale Mazzini, la giornalista è stata caporedattrice del Tg2, per cui per anni ha seguito la politica e soprattutto Palazzo Chigi. In Rai dal 1991, Capitani ha lavorato prima con Aldo Biscardi, poi per Rai sport, il Tgr Lazio, fino a condurre il Tg Parlamento e diverse rubriche di approfondimento politico.
Salini (ad Rai): «Nessun “sistema”»
«In merito all'intervento di Fedez al Concerto del Primo Maggio – ha scritto stamattina in una nota l’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini – Rai 3 ha spiegato di non aver mai censurato Fedez né altri artisti, né di aver chiesto testi per una censura di qualsiasi tipo. Questo deve essere chiaro. Di certo non esiste e non deve esistere nessun sistema e se qualcuno, parlando in modo appropriato per conto e a nome della Rai, ha usato questa parola mi scuso».
Il discorso di Fedez sul palco
«È la prima volta – ha detto Fedez una volta salito sul palco della cavea dell’Auditorium Parco della Musica – che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione che purtroppo non c'è stata in prima battuta, o meglio dai vertici di Rai 3 mi hanno chiesto di omettere i partiti e i nomi e di edulcorarne il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente».
«Buon primo maggio – ha continuato poi – e buona festa a tutti i lavoratori. Anche a chi un lavoro ce l’ha ma non ha potuto esercitarlo per oltre un anno. E quale migliore occasione per celebrare la festa dei non lavoratori se non un palco, per i lavoratori dello spettacolo questa non è più una festa. Caro Mario (Draghi, ndr) capisco perfettamente che il calcio è il vero fondamento di questo paese, però non dimentichiamoci che il numero dei lavoratori del calcio e il numero di lavoratori dello spettacolo si equivalgono. Quindi, non dico qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da questa emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni Quaranta e mai modificate a dovere fino a oggi. Quindi caro Mario, come si è esposto nel merito della Superlega con grande tempestività, sarebbe altrettanto gradito il suo intervento nel mondo dello spettacolo, grazie».
Dopodiché Fedez si è concentrato sulla legge contro l’omotransfobia: «Ostellari ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo che è stato già approvato alla Camera come il Ddl Zan, può tranquillamente essere bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè se stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all’uguaglianza».
A quel punto il rapper ha iniziato a elencare alcune delle uscite più controverse degli esponenti della Lega degli ultimi anni: «”Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”, Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria. “I gay? che inizino a comportarsi come tutte le persone normali”, Alessandro Rinaldi, consigliere per la Lega Reggio Emilia. “I gay vittime di aberrazioni della natura”, Luca Lepore e Massimiliano Bastoni, consiglieri regionali Lombardia”. “I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie”, Alberto Zelger, consigliere della Lega Nord a Verona. “Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza”, Stella Khorosheva, candidata leghista: “Fanno le iniezioni ai bambini per farli diventare gay”, candidata della Lega Giuliana Li Vigni». Fedez ha ricordato ancora come «qualcuno come Ostellari ha detto che ci sono altre priorità in questo momento di pandemia rispetto al ddl Zan. Guardiamole: il Senato non ha avuto tempo per il ddl Zan perché doveva discutere l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del Coni, l’indennità di biliguismo ai poliziotti di Bolzano, e il reintegro del vitalizio di Formigoni».
Quindi, ha concluso il cantante, «secondo Ostellari probabilmente il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti e di persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza. E a proposito di diritto alla vita l’ultra cattolico Jacopo Coghe, amicone del leghista Pillon, in questi mesi è stata la prima voce a sollevarsi contro il ddl Zan. L’antiabortista però non si è accorto che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo, quindi cari antiabortisti, caro Pillon, avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa. Che brutta storia».
La replica della Rai: «Nessuna censura»
Non si è fatta attendere la replica di viale Mazzini: «Rai 3 e la Rai – si legge in un comunicato – sono da sempre aperte al dibattito e al confronto di opinioni, nel rispetto di ogni posizione politica e culturale. È fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta. Né la Rai né la direzione di Rai 3 hanno mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista del concerto: la Rai mette in onda un prodotto editoriale realizzato da una società di produzione in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil, la quale si è occupata della realizzazione e dell’organizzazione del concerto, nonché dei rapporti con gli artisti. Il che include la raccolta dei testi, come da prassi».
Fedez pubblica il video della telefonata
È stato a questo punto che sui social, dopo la sua esibizione, Fedez ha deciso di pubblicare un video che lo ritrae mentre è al telefono, in vivavoce, con un collaboratore della vicedirettrice di Rai 3, Ilaria Capitani, che gli chiede di alleggerire il suo testo, considerato «inopportuno», e di evitare di fare nomi e cognomi. Gli stessi che il cantante ha poi fatto sul palco, dopo aver ricevuto l’ok. «Non è editorialmente opportuno in quel contesto...», dice il collaboratore. «Editorialmente?? - risponde Fedez - Io sono un artista, io salgo sul palco e dico quello che voglio e mi assumo le responsabilità di ciò che dico. Le asserzioni che riporto nel mio testo sono consiglieri leghisti che dicono 'se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno', perché non posso dire che un consigliere leghista in pubblica piazza ha detto che un figlio gay lo brucerebbe nel forno? Perché non posso dirlo?».
«Le sto chiedendo soltanto di adeguarsi ad un sistema che lei probabilmente non riconosce...»; «E qual è questo sistema? Visto che non lo riconosco mi rappresenti questo sistema. Quale è la parte incriminata che a voi non sta bene nel testo?». «Tutte le citazioni che lei fa, con nomi e cognomi, non possono essere citate». «Perché? Non sono vere? Avete verificato se sono vere?». «A prescindere possono essere dette in contesti che non sono quelli che lei...». «Ah si? Quindi dire 'avessi un figlio gay lo brucerei nel forno' messo in un contesto diverso assumerebbe un significato diverso, mi sta dicendo?». «Non è il contesto corretto». «Ma chi lo stabilisce? Io sul palco devo essere libero di dire il c... che voglio, non lo stabilisce lei cosa posso o non posso dire».
A questo punto Ilaria Capitani, vicedirettrice di Rai 3, prende il telefono e parla direttamente con Fedez: «Io ritengo inopportuno il contesto», ha detto Capitani. «Io posso dire quello che voglio visto che non è un contesto di censura. Posso salire sul palco e dire delle cose che per voi sono inopportune ma per me sono opportune? E’ una domanda semplice, si o no?. Dite che questo palco rappresenta la riapertura e il futuro, nel vostro futuro i diritti civili sono contemplati oppure no?», risponde Fedez. «Assolutamente sì», è la risposta. La telefonata si conclude con il cantante che dice: «Sono imbarazzato per voi».
Rai 3: «Mai chiesti testi agli artisti»
Nella mattinata di domenica, dopo la pubblicazione del video di Fedez, la Rai torna a rispondere sulla questione con un secondo comunicato in cui continua a smentire la censura e soprattutto accusa il cantante di aver tagliato parti della telefonata: «La direzione di Rai 3 conferma di non aver mai chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al concerto del primo maggio - richiesta invece avanzata dalla società che organizza il concerto - e di non aver mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista. In riferimento al video pubblicato sul suo profilo Twitter da Fedez, notiamo che l’intervento relativo al vicedirettrice di Rai 3 Ilaria Capitani (l’unica persona dell’azienda Rai tra quelle che intervengono nella conversazione pubblicata da Fedez) non corrisponde integralmente a quanto riportato, essendo stati operati dei tagli».
«Le parole realmente dette - si legge ancora nella nota - sono: “Mi scusi Fedez, sono Ilaria Capitani, vicedirettrice di Rai 3, la Rai non ha proprio alcuna censura da fare. Nel senso che… La Rai fa un acquisto di diritti e ripresa, quindi la Rai non è responsabile né della sua presenza, ci mancherebbe altro, né di quello che lei dirà […]”. “Ci tengo a sottolinearle che la Rai non ha assolutamente una censura, ok? Non è questo […] Dopodiché io ritengo inopportuno il contesto, ma questa è una cosa sua”».
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