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Leggendo i documenti della Camera si scopre che in 10 anni la famiglia Berlusconi ha investito nel partito circa 110 milioni di euro.
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Una valanga di soldi che ha permesso agli azzurri di sopravvivere. Se il finanziamento saltasse, il movimento è destinato a fallire.
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Alla fine però un piccolo miracolo è riuscito ai contabili di Berlusconi. Chiudere il bilancio 2021 con un disavanzo di soli 274 mila euro, l’anno precedente sfiorava il milione.
C’è grossa crisi in Forza Italia, direbbe Corrado Guzzanti vestito da Quelo, il guru avvolto da un accappatoio di spugna bianco che ironizzava su questioni esistenziali. Nel caso di Forza Italia oltre alle incertezze sul futuro politico, pesa la fragilità finanziaria. Una montagna di debiti e una dipendenza assoluta dalle iniezioni di denaro della famiglia di Berlusconi. Si tratta in entrambi i casi di cifre mostruose.
Perciò il tramonto di Silvio Berlusconi porta con sé la fine di Forza Italia non solo da un punto strettamente politico. Il tracollo del partito fondato dal Cavaliere e dal fedele Marcello Dell’Utri sarà prima di tutto contabile. La fotografia del disastro è nel bilancio del partito, l’ultimo disponibile risale al 2021 ed è l’istantanea di un movimento fallito, con debiti mostruosi, che ha tra in Berlusconi il principale creditore. Forza Italia per la famiglia Berlusconi è stato un salasso, roba da far venire i brividi a qualunque imprenditore. Domani ha incrociato i dati dei finanziamenti versati dalla famiglia Berlusconi e dalla società Fininvest a partire dal 2013, il risultato è di quasi 110 milioni di euro in dieci anni. La stragrande maggioranza, 90 milioni, sono stati versati tra il 2014 e il 2015 nelle casse di Forza Italia da leader ex presidente del consiglio per saldare, in qualità di fideiussore, i debiti nei confronti di un gruppo di banche. «Pertanto, il presidente, al momento della estinzione dei debiti di Forza Italia, è divenuto il principale creditore nei confronti del nostro Movimento per l'importo pari ai pagamenti da lui effettuati», è scritto nella nota integrativa del bilancio 2021. È certo che il Cavaliere non vorrà mai indietro quel tesoretto. I suoi figli per ora non solo rispettano le scelte dispendiose del padre, capo del partito-azienda, ma si mostrano tuttora molto generosi con Forza Italia. Non sappiamo, e nessuno di loro lo dirà mai pubblicamente, se le ricche donazioni elargite a Forza Italia siano il frutto di una passione politica reale o suggerite dall’ingombrante figura paterna.
La tassa Forza Italia
Per la famiglia Berlusconi e la principale holding di famiglia, Fininvest, c’è una tassa da pagare extra, l’imposta Forza Italia. Nessuno dei figli, né il fratello, o i nipoti, accetterà mai di definirla così. Tuttavia ognuno di loro ogni anno, a partire dal 2013, hanno versato un contributo pari a 100mila euro, non meno. Cifra con cui un comune mortale che vive in provincia può usare per acquistare una piccola abitazione, ma che dalla parti di Arcore è considerata una spesa di poco conto. Nell’elenco di donatori del gruppo “famiglia” troviamo Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, figli di Silvio e Veronica Lario, Pier Silvio e Marina Berlusconi, e Paolo, il fratello del Cavaliere. Dal 2013 al 2016 hanno regalato a Forza Italia 1 milione di euro. Il flusso è proseguito anche dopo, tra il 2022 e l’anno in corso hanno donato un altro milione. Centomila euro a testa ogni anno, solo Barbara per il momento non ha versato la sua quota 2023.
Un cifra considerevole, superiore persino alla somma di quanto incassa il partito da quote del tesseramento e da contributi del 2 per mille, giusto per fare un paragone utile a capire il volume che cubano gli importi messi sul piatto dalla famiglia dell’ex presidente. A questa somma vanno aggiunti i finanziamenti della finanziaria Fininvest. Dal 2015 a oggi ha sostenuto il partito del suo proprietario con 1 milione di euro. L’ultimo versamento registrato come erogazione liberale è del 2023, 100 mila euro. La tassa Forza Italia è servita.
Il buco nero
Nessun partito, certamente in Europa, può contare su risorse familiari così elevate. Eppure nonostante lo sforzo finanziario del casato di Arcore i bilanci di Forza Italia sono un buco nero. Nel 2020 ammontavano a 100 milioni, nel 2021 sono stati ridotti a 99 milioni così suddivisi: circa 5 milioni nei confronti delle banche, altri verso fornitori e la Tv della libertà (in liquidazione), 92 milioni nei confronti del primo creditore del partito nonché fondatore del movimento, Silvio Berlusconi, per via del saldo delle fidejussioni con gli istituti di credito.
Sul debito Berlusconi sono maturati peraltro gli interessi che spetterebbero al leader, finora 2 milioni in sette anni: «L’importo esposto nella voce in oggetto è comprensivo dei relativi interessi maturati al 31 dicembre 2021, calcolati al tasso legale in ogni anno in vigore».
Per capire l’enormità dei numeri in ballo è utile confrontare il bilancio di Forza Italia con quello del Pd. I debiti messi a bilancio dai democratici nel 2021 sono pari a 5 milioni. «A compromettere il risultato economico dell'anno e ad aggravare la situazione finanziaria del nostro Movimento ha concorso l'insufficiente afflusso della generalità delle contribuzioni e delle quote associative rispetto a quanto atteso», ha scritto nella relazione integrativa al bilancio il tesoriere Alfredo Messina, manager di Mediolanum e già parlamentare di Forza Italia.
Messina ha indicato con chiarezza le altre criticità imputabili agli eletti nazionali e locali: «La discontinuità dei versamenti provenienti dai parlamentari e dai consiglieri regionali del nostro Movimento rappresenta la causa primaria del disavanzo d'esercizio; inoltre, si segnalano nel corso dell'esercizio in esame, fuoriuscite di deputati e senatori dal nostro Movimento con conseguenti dimissioni dai rispettivi Gruppi Parlamentari».
Alla fine però un piccolo miracolo è riuscito ai contabili di Berlusconi. Chiudere il bilancio 2021 con un disavanzo di soli 274 mila euro, l’anno precedente sfiorava il milione. Meno male che Silvio c’è, altrimenti il partito – azienda sarebbe già fallito da un pezzo.
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