Nel 2023 l’Agenzia per il controllo delle frontiere ha a disposizione un bilancio record da 845 milioni. Il nuovo piano appalti prevede investimenti per l’aereo sorveglianza, come la fornitura di 144 milioni di euro per l’acquisto di nuovi droni. Nonostante le inchieste solo 2 milioni per tutelare i diritti umani
«Frontex sta avviando il reclutamento di agenti della guardia di frontiera e costiera dell’Ue. Se stai cercando un lavoro in cui puoi fare la differenza, non cercare oltre». Inizia così l’annuncio pubblicato lo scorso 4 agosto sul sito dell’Agenzia europea per il controllo delle frontiere.
L’agenzia prevede di ingaggiare circa 440 nuovi funzionari nel 2024 tra chi ha avuto esperienze nelle forze dell’ordine o nell’esercito dei diversi stati membri. Nuove assunzioni rese possibili grazie a un budget che non è mai stato così alto per Frontex. In questo 2023 la Bruxelles ha messo a disposizione più di 845 milioni di euro, soldi che provengono dal bilancio dell’Ue e da altri contributi degli stati Schengen. Nel 2022 il budget a disposizione era di 693 milioni euro, l’anno precedente ammontava a 535 milioni.
Un aumento di finanziamenti che viaggia in parallelo agli aumenti degli sbarchi di migranti sulle coste dei paesi europei. Nei primi otto mesi del 2021, solo in Italia, sono arrivate 30.332 persone (causa anche la diminuzione delle partenze per via della pandemia), diventate 42.640 nel 2022. Numeri irrisori rispetto agli oltre 92 mila di quest’anno.
L’aumento degli arrivi ha portato a un incremento di morti nel Mediterraneo. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) nei primi sei mesi del 2023 si contano circa 1300 migranti morti o dispersi. Sono numeri al ribasso, eppure, di morti in mare non ce ne erano così tanti dal 2017. Solo lo scorso 14 giugno secondo i dati ufficiali sono morte 82 persone al largo delle coste greche di Pylos dopo il naufragio di un barcone carico di migranti. Ma il numero dei decessi è molto più alto, dato che i sopravvissuti hanno raccontato che a bordo c’erano circa 750 persone. Soltanto pochi mesi prima, il 26 febbraio, a Cutro sono morte in un naufragio 94 persone.
I numeri evidenziano l’incapacità dell’Unione europea e degli stati membri nel gestire i flussi migratori. Nonostante ciò il budget di Frontex continua ad aumentare, ma come vengono spesi i soldi dei contribuenti europei?
Gli aumenti di bilancio
Parte del budget è assorbito dallo staff dell’Agenzia (2100 dipendenti al marzo 2023) che si aggira intorno ai 183 milioni di euro, rispetto ai 139 milioni del 2022. Un aumento di personale che ha portato a oltre quattro milioni le spese per le attività di reclutamento rispetto ai 2.8 milioni dell’anno scorso.
Dal 2021 a oggi sono aumentati costantemente anche i fondi destinati ai rimpatri forzati. In quell’anno erano stati spesi 57 milioni di euro, diventati 68 milioni nel 2022. Per il 2023, invece, il costo delle espulsioni sarà di 83.5 milioni.
Gli appalti
Lo scorso febbraio è stato approvato il nuovo piano degli appalti di Frontex per il quadriennio 2023-2027 che mette a disposizione 600 milioni di euro, cifra tarata anche sulla stima dei budget dei prossimi anni.
Di questi, circa 260 milioni di euro, sono destinati per l’acquisto di sistemi informatici, per lo sviluppo di nuovi software, per creare nuove infrastrutture e sistemi amministrativi.
Per rafforzare la sorveglianza delle frontiere sono previsti 180 milioni di euro che serviranno a ottenere nuove attrezzature come visori notturni, dispositivi di rilevamento delle radiazioni ed elicotteri in grado di trasmettere dati visivi in tempo reale. Di questi, 144 milioni serviranno per una maxi fornitura di droni. Soldi che vanno ad arricchire aziende private dell’industria bellica. È prevista anche una spesa di 40 milioni per l’acquisto di aerei noleggiati usati per i rimpatri.
Diritti umani
In questo quadro articolato di finanziamenti, soltanto una parte residua del budget è stata messa a disposizione per attività legate al rispetto dei diritti umani durante le operazioni di intercettazione o rimpatrio.
La somma è pari a due milioni di euro e benché sia raddoppiata rispetto al 2022 resta una cifra irrisoria se si considerano le inchieste giornalistiche che hanno fatto emergere il ruolo di Frontex nella copertura delle violazioni dei diritti umani durante i respingimenti nel Mar Egeo tra Grecia e Turchia.
Accuse scritte nere su bianco anche in un rapporto dell’ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) pubblicato il 19 ottobre scorso, a pochi mesi di distanza dalle dimissioni dell’ex direttore dell’Agenzia Fabrice Leggeri. A questo si somma che il 26 luglio il Mediatore europeo ha aperto un’inchiesta per chiarire il ruolo di Frontex nel naufragio di Pylos in Grecia. Il più mortale degli ultimi anni.
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