Nelle motivazioni dell’arresto il racconto della dinamica dell’omicidio: Turetta, secondo la giudice, prima che si compiesse il femminicidio l’ha zittita con scotch, l’ha presa a calci e l’ha pugnalata. Ed è scappato consapevole di quello che aveva fatto
Giulia Cecchettin è stata accoltellata a 150 metri da casa. L’ipotesi di reato è quella di omicidio volontario aggravato da sequestro. Filippo Turetta, si legge nell’ordinanza della Gip che ha disposto il suo arresto, avrebbe compiuto il femminicidio in due atti. Prima «l’ha aggredita nel parcheggio di via Aldo Moro a Vigonovo». Poi avrebbe condotto la studentessa 22enne ferita nella zona industriale di Fossò dove l’ex fidanzato, secondo questa ricostruzione, l’ha sbattuta a terra facendole battere la testa e morire. La gip, Benedetta Vitolo, nell’ordinanza sottolinea la «pericolosità» di Turetta, e «l’inaudita gravità e la manifesta disumanità del delitto commesso ai danni della giovane donna con cui aveva vissuto una relazione sentimentale».
L’avvocato difensore, Emanuele Compagno, fino a pochi giorni fa raccontava che Turetta «non è mai stato aggressivo». Anzi «amava questa ragazza, le preparava dei biscotti». Eppure secondo le ricostruzioni della procura, Giulia Cecchettin «è stata scaraventata a terra con tale violenza all’altezza del marciapiede che non ha dato più segni di vita ed è stata caricata a bordo dell’auto dall’aggressore», che poi ha iniziato la sua lunga fuga terminata in Germania con l’arresto.
Nel parcheggio dell’asilo vicino casa, Turetta l’avrebbe presa a calci, «tanto da farle gridare “mi fai male”», una scena vista da un residente. Dai segni di arma da taglio e dal ritrovamento di un coltello da cucina sempre qui sarebbe stata presa a coltellate. A quel punto è stata portata via. Nella zona di Fossò, Cecchettin nonostante le ferite avrebbe cercato ancora di fuggire, ma l’ex fidanzato «l’aggrediva provocandone la caduta e producendole ulteriori sanguinamenti che determinavano, insieme ad altre lesioni» la morte.
Lo scotch
Dall’ordinanza emerge per la prima volta che la studentessa sarebbe stata anche zittita con lo scotch per non far sentire le sue grida d’aiuto. Il nastro adesivo, sequestrato dai carabinieri vicino alla traccia di sangue trovata dove è stata buttata a terra, nella zona industriale di Fossò, si legge, è stato «applicato» da Turetta «probabilmente per impedire di gridare» all’ex fidanzata.
L’avvocato fino a pochi giorni fa parlava di una lite finita male, ma per la gip era «evidentemente ben consapevole della gravità delle sue azioni» dal momento che, a quanto si legge, dopo aver scaraventato Giulia Cecchettin a terra causandole una lesione alla testa, è fuggito.
Adesso Turetta deve essere estradato, ma il cambio del capo di imputazione, da tentato omicidio a omicidio volontario e sequestro dopo il ritrovamento del corpo domenica, ritarderà la procedura.
© Riproduzione riservata