Russia, così le scelte dell’Eni sul gas hanno consegnato l’Italia a Putin
Russian President Vladimir Putin, right back, and Italian Premier Matteo Renzi speak as CEO of state-controlled Russian oil company Rosneft Igor Sechin and CEO of Italian oil giant Eni Claudio Descalzi, left, sign documents during a signing ceremony at the St. Petersburg International Economic Forum in St. Petersburg, Russia, Friday, June 17, 2016. (AP Photo/Dmitry Lovetsky)
06 marzo 2022 • 06:00Aggiornato, 06 marzo 2022 • 12:16
Il racconto italiano della guerra in corso in Ucraina è stato accompagnato, sin dall'inizio, da quello sulla “crisi energetica”.
Dopo averci ripetuto che, grazie alla realizzazione del nuovo gasdotto Tap, costato 4,5 miliardi di euro, il nostro sistema energetico era ormai al sicuro, la politica italiana si è improvvisamente accorta che dipendere per circa la metà del gas che consumiamo dalla Russia di Putin sia un problema.
Così ora si cerca di correre ai ripari, con le stesse ricette che ci hanno portati nella situazione attuale.
FOTO Russian President Vladimir Putin, right back, and Italian Premier Matteo Renzi speak as CEO of state-controlled Russian oil company Rosneft Igor Sechin and CEO of Italian oil giant Eni Claudio Descalzi, left, sign documents during a signing ceremony at the St. Petersburg International Economic Forum in St. Petersburg, Russia, Friday, June 17, 2016. (AP Photo/Dmitry Lovetsky)
Ricercatore e attivista di Re:Common dal 2017, lavora su campagne contro la green economy e la finanza fossile, e ha condotto ampie ricerche sul campo sugli impatti socio-ambientali delle industrie estrettative e delle grandi infrastrutture.