- Nella lista dei potenziali conflitti di interesse di Guido Crosetto, ministro della Difesa del neonato governo di Giorgia Meloni, c’è anche il suo rapporto d’affari con una società molto nota nel pianeta dell’intelligence: Sio, leader nella progettazione, nello sviluppo e nell’istallazione di applicazioni per la localizzazione e le intercettazioni telefoniche e ambientali, inclusi virus informatici come il “trojan”.
- Sio lavora da anni con le forze dell’ordine, inclusi i reparti speciali dei Carabinieri (che fanno capo alla Difesa), e le procure di tutta Italia, oltre che con i servizi segreti.
- Ha operato in sinergia con un’azienda che produce virus in affari anche in paesi dai regimi dittatoriali e spietati, come l’Arabia Saudita.
Nella lista dei potenziali conflitti di interesse di Guido Crosetto, ministro della Difesa del neonato governo di Giorgia Meloni, c’è anche il suo rapporto d’affari con una società molto nota nel pianeta dell’intelligence: Sio, leader nella progettazione, nello sviluppo e nell’istallazione di applicazioni per la localizzazione e le intercettazioni telefoniche e ambientali, inclusi virus informatici come il “trojan”.
Sio lavora da anni con le forze dell’ordine, inclusi i reparti speciali dei Carabinieri (che fanno capo alla Difesa), e le procure di tutta Italia, oltre che con i servizi segreti. Ha operato in sinergia con un’azienda che produce virus in affari anche in paesi dai regimi dittatoriali e spietati, come l’Arabia Saudita.
Tutti i redditi
Come documentato da Domani, Crosetto ha percepito dal 2018 al 2021 all’incirca 2,3 milioni di euro tra stipendi e compensi da società del settore degli armamenti, tutte dirette interlocutrici del ministero di cui ora è a capo e tutte affiliate all’Aiad, l’associazione confindustriale del comparto difesa e aerospazio presieduta da Crosetto fino alla nomina nel governo di Giorgia Meloni. Aziende che con la Difesa trattano partite milionarie.
C’è Leonardo, la controllata del ministero dell’Economia, che in quattro anni ha versato a Crosetto 1,8 milioni di euro. Stipendio dato al fondatore di Fratelli d’Italia sulla base di un contratto a tempo determinato; dal 2019 in poi i compensi sono stati versati come lavoratore autonomo, una sorta di consulente.
Queste retribuzioni sono state versate mentre Crosetto ricopriva la carica di presidente di Aiad, tra le cui federate c’è anche Leonardo, e per un anno, nel 2018, il neo ministro ha incassato anche durante il suo brevissimo mandato parlamentare. Si era dimesso da deputato proprio per dedicarsi a tempo pieno a fare il capo dei lobbisti dell’industria degli armamenti.
Il ministro aveva, inoltre, ribadito più volte che l’incarico in Aiad era a titolo gratuito. Senza però dire che nel frattempo guadagnava, come rivelato da Domani nelle puntate precedenti, con le sue associate alcuni milioni di euro. Con Leonardo, appunto. Ma anche con Orizzonti sistemi navali (14mila euro, dalla joint venture tra Leonardo-Fincantieri che ha fornito le navi da guerra all’Egitto di al Sisi), ed Elettronica Spa: Crosetto ha preso 200mila euro dalla società che installa le componenti tecnologiche sui jet e fregate da combattimento. Infine, scopriamo anche i rapporti economici che lo legano a Sio Spa.
Crosetto non ha smentito il contenuto della nostra inchiesta. Ma ha promesso di querelarci (senza citarci) in modo da difendere il buon nome del ministero. Prima della sua reazione (che ha avuto i suoi effetti: molti giornali e siti hanno preferito difenderlo, altri non hanno nemmeno citato la vicenda) aveva risposto alle nostre domande spiegando che Leonardo lo ha pagato «come advisor in quanto presidente dell’Aiad. Non avevo un ufficio a Leonardo, e non rispondevo a nessuno in Leonardo. Il mio compenso e il tipo di lavoro che svolgevo sono due cose distinte, nate dal fatto che il presidente dell’Aiad è indicato dalle aziende associate. Io sono stato indicato da Leonardo, che mi pagava per quell'incarico».
I soldi dai re dei trojan
Ora, tra le società che hanno versato compensi al neo ministro (125mila euro nel 2021) c’è Sio. Ha sede a Cantù, Lombardia. Sio usa la tecnologia per inseguire i criminali di ogni risma.
Tra i clienti ha gli uffici di decine di procure italiane, sale operative delle forze dell’ordine e reparti d’eccellenza di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza. Sio è di proprietà della famiglia Cattaneo. Il presidente del consiglio d’amministrazione è Elio Cattaneo, che è anche socio dell’azienda Eda che ne detiene le quote. Sio anche è membro di Aiad.
L’azienda del virus
A gennaio 2021 la procura di Napoli ha sospeso l’utilizzo del trojan “Epeius”, il virus informatico inoculato nei telefoni degli indagati in grado di captare ogni cosa. Era stato fornito da Sio ma prodotto da Cy4gate. Quest’ultima società è nata nel 2014 da una partnership tra Elettronica Spa e Expert System. Elettronica è tra le iscritte ad Aiad, partecipata da Leonardo, e ha garantito negli ultimi anni circa 200mila euro di compensi a Crosetto.
Il trojan sospeso dalla procura era difettoso. Il procuratore dell’epoca era Giovanni Melillo, ora alla super procura antimafia, e nella lettera con cui comunicava la sua decisione faceva riferimento a generici disservizi. L’amministratore delegato di Cy4gate, Eugenio Santagata, aveva rassicurato: «Tutta la nostra linea di prodotti ha elevati standard e quando si verificano casi di malfunzionamento insediamo sempre un team che lavora in collaborazione con polizia giudiziaria e procure».
Sio aveva confermato la sospensione, mentre il procuratore nella missiva scriveva che la società di Cantù non aveva non ha fornito motivazione «in ordine alle rilevate, gravi criticità idonee a consentire di ritenerne superato il rischio di reiterazione».
Cy4gate opera in diversi paesi del mondo: Emirati Arabi, Arabia Saudita, Pakistan, Qatar, Asia Centrale, America Latina. Alcuni di questi già interessati dallo scandalo “Pegasus”, il trojan usato dai regimi per rubare informazioni e intercettare gli oppositori prodotto dalla azienda israeliana Nso, principale competitor di Cy4gate, che vanta collaborazioni anche con la Nato e con l’Agenzia europea per la difesa. Con quest’ultima ha siglato un accordo per un progetto a marzo 2022: 1,3 milioni di euro per sviluppare un sistema di difesa dai cyberattacchi simultanei.
© Riproduzione riservata