Romano, classe ‘55, l’arcivescovo di Bologna è stato votato con una larga maggioranza dai vescovi italiani. Con lui la Comunità di Sant’Egidio assume un ruolo chiave nel panorama italiano.
È il cardinale arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi, il nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei). Il 66enne porporato romano è stato eletto primo nella terna dei nomi che sono stati presentati a papa Francesco questa mattina, che lo ha scelto secondo quanto previsto dall’articolo 26 dello statuto della Cei in vigore dal 2014. Creato cardinale nel Concistoro del dicembre 2019 quando era già arcivescovo di Bologna per nomina di papa Francesco, il porporato è considerato fra i più vicini alla linea del pontefice.
A differenza del secondo favorito, il cardinale arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino Paolo Lojudice, romano anche lui, Zuppi incarna in toto la chiesa vicina ai margini e ugualmente istituzionale. A Bologna i fedeli lo chiamano don Matteo, ma aveva solo 37 anni quando s’impose tra i mediatori che sedarono la guerra pluridecennale in Mozambico. Il suo ruolo, insieme a quello di Andrea Riccardi, Jaime Pedro Gonçalves e Mario Raffaelli, garantì la firma degli accordi di Roma nell’ottobre 1992, che sancirono la pace tra il Fronte di Liberazione del Mozambico e il Partito di Resistência Nacional Moçambicana.
Con Zuppi si consolida anche il ruolo della comunità di Sant’Egidio nel panorama italiano: già viceparroco di santa Maria in Trastevere, dal Duemila per 12 anni fu assistente ecclesiastico generale della Comunità fondata da Andrea Riccardi.
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