La notizia, diffusa da Domani, sull’uso del manganello davanti agli studenti, all’Expo Training di martedì a Milano, ha provocato molteplici reazioni. I parlamentari dell’opposizione hanno chiesto chiarimenti al governo di Giorgia Meloni.

Tra questi, Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi Sinistra (Avs), che ha annunciato un’interrogazione parlamentare e rivolgendosi al capo della polizia e all’Ufficio scolastico regionale della Liguria ha detto: «Fra tutte le cose che i ragazzi e le ragazze del nostro paese dovrebbero imparare non credo proprio che ci debba essere l’uso del manganello condito da battutacce da greve avanspettacolo o da caserma del secolo scorso».

Irene Manzi del Partito democratico (Pd) ha chiesto una verifica e un chiarimento al ministro dell’Interno: «Riteniamo che non vi siano nulla di formativo, orientativo e tantomeno educativo nella dimostrazione pratica della violenza». Le fanno coda Anna Laura Orrico e Roberto Traversari del Movimento 5 Stelle (M5S) che chiedono al ministro dell’Educazione e del merito, Giuseppe Valditara: «Ci dica, caro ministro: qual è il suo progetto? Trasformare i manganellati di oggi nei manganellatori di domani?».

Al Tgr della Liguria, in un servizio andato in onda venerdì, fonti della polizia hanno fatto sapere che non si trattava di un vero manganello; «quello che si vede in video è uno strumento di addestramento in gommapiuma e l’episodio non è altro che una simulazione di come si addestrano i reparti mobili, che rientrerebbe nel concetto di training che dà il titolo alla manifestazione».

Dopo due giorni dalla nostra richiesta di una dichiarazione ufficiale, però, la polizia di stato non ha ancora risposto. Una fonte interna al corpo riferisce a Domani che non è una prassi abituale esibire l’uso del manganello e che nelle manifestazioni di solito si mostra come lavora la polizia postale o la scientifica.

«Un conto è insegnare cos’è la sicurezza, un altro la violenza», ha dichiarato al nostro giornale Annalisa Valiakas, rappresentante sindacale della Flc Cgil e madre di una delle studentesse del liceo di Genova che ha partecipato a Expo Training. Sua figlia, insieme ad alcuni suoi compagni di classe, ha denunciato l’esibizione di violenza da parte della polizia, con il sostegno dei propri genitori: «Finalmente i ragazzi esprimono una posizione critica», ha aggiunto Valiakas, «e noi li sosteniamo».

Il 4 novembre la sindacalista genovese incontrerà il preside del liceo che ha autorizzato la classe della figlia a partecipare all’Expo Training. Nel frattempo, fa sapere di avere contattato le rappresentanze sindacali dell’istituto e segnala l’interessamento alla vicenda anche dell’Anpi Sampierdarena.

Ci si aspetta una presa di posizione anche da parte del sindaco metropolitano di Milano, Giuseppe Sala, dato che la città da lui amministrata si presenta come “la città dell’educazione”, mentre non è il primo anno che all’Expo Training di Rho si registra una massiccia presenza di forze dell’ordine.

Oltre a esibizioni di violenza, negli stand è stata vista anche una finta cella allestita in loco per consentire agli studenti di provare “l’emozione” di essere reclusi. Qualche studente, ignaro delle condizioni delle nostre carceri e delle conseguenze delle manganellate sui propri coetanei che manifestano pacificamente, ha già pensato che tutto ciò sia divertente.

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